Verso una Federazione per la salute pubblica
Alcune associazioni scientifiche e professionali, tra cui l’AIE, si propongono di realizzare una forte iniziativa interassociativa per la salute pubblica e l’organizzazione sanitaria in Italia, sulla scorta di altre esperienze europee simili come quella spagnola. La crisi finanziaria sta inducendo i decisori italiani a politiche di contenimento drastico della spesa pubblica, e anche nel nostro Paese la sanità, finora sostanzialmente risparmiata, potrebbe diventare un obiettivo di crescente razionamento delle risorse con le relative conseguenze sulla salute e il rischio che queste ricadano sui gruppi più vulnerabili. In questo scenario è possibile che le competenze e le professioni della sanità pubblica non abbiano adeguate capacità di promuovere il proprio ruolo e il valore delle proprie raccomandazioni. La crisi potrebbe anche essere una finestra di opportunità importante per innovazioni nelle politiche, nel mondo economico e sociale e nei comportamenti delle persone, innovazioni che potrebbero rivelarsi positive per la salute delle comunità, a patto che si riconosca il ruolo anticiclico degli investimenti sul capitale umano, di cui la promozione della salute e la protezione dalla malattia sono il fulcro fondamentale. In Italia un governo di salute nazionale composto prevalentemente da accademici e tecnici dovrebbe essere sensibile a questi argomenti, ma la fretta imposta dalla gravità della crisi spesso impone semplificazioni pericolose anche ai più leali sostenitori dell’Evidence Based policy making. Del resto non è scontato che i professionisti della sanità pubblica sappiano ricercare e produrre queste prove, cioè offrire soluzioni Evidence Based e patrocinarne i risultati nell’agenda pubblica. Le voci delle professioni della sanità pubblica singolarmente prese sono troppo deboli, non sempre assonanti e spesso distratte dai contingenti interessi di categoria.
Un'alleanza per colmare le lacune
La proposta di creare una Federazione italiana per la salute pubblica serve proprio a colmare queste lacune di creazione di conoscenze, di crescita delle competenze, di elaborazione di consenso e di pressione sull’agenda pubblica. Un’alleanza può proporsi di coinvolgere per questi scopi le intelligenze e le professionalità che, nelle Università e nei centri di ricerca, producono idee innovative e formano professionisti capaci, e di includere gli operatori di sanità pubblica che lavorano nei distretti e nei dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie locali, negli ospedali, nelle agenzie nazionali e regionali e nelle organizzazioni internazionali, con il coinvolgimento dei clinici, sia di medicina generale che gli specialisti, senza trascurare l’ascolto dei cittadini e dei pazienti che devono essere adeguatamente informati dell’evoluzione in atto e dei rischi di un futuro in cui la sanità pubblica sia fortemente ridimensionata. In effetti i partner che lanciano l’iniziativa sono i professionisti della medicina generale, quelli dell’igiene, quelli della statistica e dell’epidemiologia clinica, quelli delle direzioni sanitarie ospedaliere e dei distretti, quelli del management in sanità e quelli del technology assessment.
Cosa farà l'AIE?
La segreteria dell’AIE propone ai suoi associati di partecipare come socio fondatore di questa federazione, invita a visitare il sito dell’Associazione dove si possono leggere anche la proposta di statuto e il documento di intenti, e promuove uno scambio di opinioni in modo da arrivare all’assemblea del congresso di ottobre a Bari con una discussione informata. Proposte e riflessioni debbono essere inviate all'indirizzo e-mail: giuseppe.costa@epi.piemonte.it
Giuseppe Costa
Presidente AIE