Attualità
23/04/2021

Un compagno per il mio nuovo viaggio professionale

Durante il mio corso di laurea non ho mai sentito parlare di rischio clinico e, sebbene con qualche apertura, gli insegnamenti riflettevano una ferrea impostazione deterministica: da un fatto ne derivava logicamente un altro. Raro il riferimento al fattore umano, in un rapporto tra medico e paziente perlopiù di tipo gerarchico. Durante la specializzazione in medicina legale, seguendo l’attività di contenzioso, il mondo del rischio clinico ha attirato il mio interesse, ma era purtroppo considerata un’occupazione ancillare, sottotono rispetto alla brillante attività autoptica. Non mi sono persa d’animo. Ho cercato di approfondire le mie conoscenze nel settore e, con la promulgazione della legge Gelli-Bianco1 e di quella su consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento,2 temi quali sicurezza delle cure e centralità della persona nel processo assistenziale mi hanno sempre più coinvolta.

Ho iniziato da poco la mia carriera professionale in una UO di medicina legale dedita alla gestione della responsabilità professionale e al rischio clinico e sono stata subito coinvolta, come auditrice, in quello che può definirsi un significant event audit (SEA). Ho appreso questo concetto leggendo il volume Textbook of Patient Safetyand Clinical Risk Management.3 Sono stata letteralmente affascinata da come specialisti di diversi settori analizzavano il caso dal proprio punto di vista, con notevoli diversità. Si tratta di un approccio che porta alla luce le criticità e motiva quanto sia necessaria la presenza di un buon risk manager che conduca gli audit in un’atmosfera assolutamente not blame. L’immagine del formaggio esplicita bene che i sanitari che lavorano in prima linea, spesso additati come capri espiatori, in realtà sono “gli eredi” di errori avvenuti a monte, concatenatisi fra loro fino al verificarsi dell’evento avverso. Alla luce delle diverse tipologie di incident, ho capito quanto siano rilevanti nel garantire la sicurezza del paziente le non-technical skills in healthcare, mutuate dal mondo dell’aviazione: consapevolezza della situazione e percezione del rischio, decision-making, comunicazione e spirito di squadra; abilità ben delineate dagli autori che fanno la differenza nell’outcome di una prestazione sanitaria.

Gli autori, nel complesso, propongono una visione dinamica dell’assistenza sanitaria in un’ottica di prevenzione e relazione, in cui i pazienti sono visti come persone e non più solo come organi malati. Bellissima la definizione di viaggio, contenuta nel capitolo «The Patient Journey», in cui i diversi punti di vista di una stessa storia sottolineano la necessità di coinvolgere attivamente il paziente, vero protagonista, sempre più consapevole e informato, purtroppo spesso mal informato, nell’intento di “democratizzare” la sanità. 

La seconda parte del Manuale è potenzialmente di grande aiuto nell’analisi delle vicende cliniche oggetto di contenzioso; testimonia quanto siano complesse e sfaccettate le realtà delle diverse specialità e fornisce spunti da attuare nel caso di un incident reporting. Citando solo alcuni esempi, nel capitolo «Safety and Risk Management in Mental Health» si discute della necessità di prevedere misure aggiuntive di contenzione e isolamento, certamente molto delicate umanamente e normativamente. Gli eventi avversi, in questo ambito, talvolta esitano in suicidi, aggressioni, gravi intossicazioni da farmaci e sono di non trascurabile frequenza, ma – come esplicitano gli autori – potenzialmente prevenibili con accorgimenti strutturali mirati e formazione idonea del personale coinvolto. In «Patient Safety in Radiology», si presentano temi ancora poco conosciuti come la radioprotezione e la peculiare pericolosità della risonanza magnetica, legata al campo magnetico statico, al suo gradiente e alle radiofrequenze; temi complessi di cui è importante avere consapevolezza. Nel capitolo sulla preparedness, scritto in era COVID-19, si espongono lucidamente i fatti intercorsi dallo scoppio della pandemia a oggi, compreso il ruolo di social media e politica, in uno scenario in cui si è dimostrato quanto siano importanti una comunicazione veritiera e tempestiva unita alle 4 abilità della resilienza: rispondere, monitorare, imparare, anticipare. Questa esperienza ha avuto anche interessanti risvolti, portando alla riduzione delle infezioni da parte di enterobatteriacee multiresistenti grazie agli innumerevoli dispositivi di protezione impiegati per contrastare la diffusione di SARS-CoV-2. Le infezioni nosocomiali rientrano negli eventi talvolta prevenibili, seppur più difficilmente di altri, e non sono mere complicanze dell’assistenza; ne deriva la rilevanza di un atteggiamento proattivo da parte dei sanitari. Una questione che è ben esposta in «Infection Prevention and Control», capitolo redatto in un momento precedente alla pandemia.

Questo Textbook si rivela preziosa fonte di strumenti assai utili per la pratica quotidiana, poiché fornisce elementi chiave per leggere le sfaccettate vicende assistenziali nell’ottica della sicurezza delle cure, per apprezzare e valorizzare ogni volta le peculiarità del caso concreto, per mettere in atto i comportamenti più idonei. Personalmente, da neospecialista in medicina legale, ho letto con avidità il contributo «Brief Story of a Clinical Risk Manager», in cui si ripercorre la storia del rischio clinico declinata in un’esperienza personale, non priva delle difficoltà che immancabilmente connotano tutto ciò che di nuovo si propone sullo scenario pubblico. Ne ho tratto sostegno per un cammino professionale accattivante, di respiro internazionale, in cui attraverso le azioni del risk management si dà voce ad aspetti spesso trascurati dell’assistenza sanitaria e si pongono le basi per nuovi, stimolanti obiettivi verso una sanità integrata e attenta ai bisogni di persone e comunità.

Conflitti di interesse dichiarati: nessuno.

Bibliografia

  1. Legge n. 24 dell’08.03.2017 “Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie”. GU Serie Generale n. 64 del 17.03.2017.
  2. L. n. 219 del 22.12.2017 “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”. GU Serie Generale n. 12 del 16.01.2018.
  3. Donaldson L, Ricciardi W, Sheridan S, Tartaglia R (eds). Textbook of Patient Safetyand Clinical Risk Management. New York, Springer, 2020. Versione digitale disponibile in open access all’indirizzo: https://link.springer.com/book/10.1007/978-3-030-59403-9
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