Attualità
11/08/2018

Parole e cambiamento

Da questo numero di E&P

maggio-agosto 2018;42(3-4):243-250

Obesità infantile: meglio prevenire…
Childhood obesity: prevention is better…

Rita Simi e collaboratori presentano uno studio sulle tendenze temporali del sovrappeso e dell’obesità nei bambini in età scolare in Toscana in un periodo di quasi 15 anni (2002-2016). In questa regione, la frazione di bambini obesi o in sovrappeso si è ridotta dal 32% al 28%, ma ciò che più conta è che la frazione dei bimbi obesi è diminuita, passando dal 10% al 6%. È una buona notizia, che deve essere considerata da chi ha responsabilità di sanità pubblica.
Come ci ricordano gli Autori, il problema del sovrappeso e dell’obesità nei bambini è preoccupante per i rischi alla salute che ne conseguono: da adulti questi bambini avranno un rischio elevato di insorgenza di malattie croniche quali l’ipertensione e le malattie coronariche).
In 15 Paesi europei dove il fenomeno è stato indagato, ci dicono gli Autori, si stima che tra il 6% e il 31% dei ragazzi e il 5% e il 21% delle ragazze sia obeso. È vero anche che in diverse nazioni, da quando al fenomeno è stata data grande attenzione, le tendenze sono in miglioramento o almeno non si stanno più aggravando.

Da questo numero di e&p

maggio-agosto 2018;42(3-4):235-242

HIV-AIDS: verso l’unificazione dei sistemi di sorveglianza
HIV-AIDS: towards the unification of the surveillance systems

Nei decenni scorsi, l’AIDS, patologia riconosciuta da oltre trent’anni, è stata oggetto di grande attenzione. Al suo esordio, negli anni Ottanta, ci si trovava ad affrontare l’insorgenza di una patologia trasmissibile in un’epoca in cui si era ormai convinti che nel mondo occidentale ci si sarebbe occupati soltanto di patologie non trasmissibili, quali le patologie cardiovascolari e il cancro causato da fattori esogeni (per esempio, fumo, inquinamento atmosferico, alimentazione scorretta). La sanità pubblica, quindi, negli anni seguenti si occupò con attenzione di tale fenomeno e investì ampie risorse, affinché la malattia fosse attentamente studiata, e l’impegno proseguì fino a che se ne scoprì l’associazione con la positività al virus HIV, che ne anticipa l’esordio.
Vincenza Regine e collaboratori presentano un primo rapporto sulla descrizione dei sistemi di sorveglianza HIV nelle regioni italiane, suggerendo alcuni interessanti interventi per migliorare il sistema di controllo della patologia nel Paese. Gli Autori riferiscono che ogni anno in Italia si segnalano circa 4.000 nuove diagnosi di HIV e 800 casi di AIDS e che nel Paese è presente un numero crescente di persone con HIV trattate con le terapie antiretrovirali, dunque ben controllate nel possibile progredire della patologia.
È interessante notare che, nella valutazione globalmente positiva dell’adeguatezza dei sistemi di sorveglianza HIV, l’informatizzazione è presente in più della metà delle regioni e che le restanti regioni, che utilizzano un sistema cartaceo, sono distribuite equamente nelle tre macroaree del Paese (Nord, Centro e Sud e isole).
In consonanza con lo scopo di questa sezione, gli Autori elencano una serie di suggerimenti utili che dovrebbero essere raccolti. Tra tutti, pensiamo qui di rilanciare la ripetuta urgente indicazione che si provveda a un intervento legislativo che permetta di unificare il sistema di sorveglianza HIV e AIDS per «intervenire sui gap preventivi e assistenziali, impostando tempestivamente piani di diagnosi, assistenza, cura e prevenzione più adeguati».

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