Attualità
11/04/2017

Medicina Democratica, 40 anni di lotte per la salute

Giulio Alfredo Maccacaro fu un uomo di grandi idee e proposte: oltre 40 anni orsono fondò nel nostro Paese un’organizzazione per la democrazia in medicina che prese il nome di Medicina Democratica, movimento di lotta per la salute (MD). Maccacaro fondò e diresse anche la rivista scientifica che state leggendo.

A distanza di anni, con lo spirito di ricercare nel passato le radici per un’epidemiologia e una medicina sociale del futuro, ho intervistato l’attuale presidente di MD Piergiorgio Duca, professore ordinario di statistica medica all’Università degli studi di Milano, e Fulvio Aurora, giornalista, da sempre uno dei principali animatori del movimento, ora formalmente Associazione Medicina Democratica Onlus. Lo scopo? Delineare per i lettori di E&P, soprattutto per i più giovani, un ritratto di questa organizzazione ripercorrendone, seppure per sommi capi, la storia lungo i suoi 40 anni di vita.

MD nel panorama italiano

MD fu il tentativo di uscire da una medicina di classe: la classe di chi ha il potere economico. E di porre le basi per una scienza medica indipendente, per chi la vuole praticare. Con MD, dunque, si è avviata una riflessione sulla possibile relazione tra la medicina e la classe operaia – la classe senza potere – e sulla costante relazione tra medicina e potere, economico e politico.

A innescare questo processo fu una lettera inviata da Maccacaro agli ordini dei medici, un documento di critica radicale alla politica medica tradizionale, destinato a divenire un manifesto delle politiche che seguirono. A partire dall’etica.

A quell’epoca, gli anni Settanta, le sperimentazioni erano sfrenate e senza regole; si richiamò, quindi, il valore del Codice di Norimberga contro le sperimentazioni umane messe in atto dai medici nazisti. Un codice che ridiede alla medicina il ruolo di scienza per l’uomo e che di fatto è il riferimento di ciò che ora sono conosciuti come comitati etici. Si mise in luce l’importanza della prevenzione ricordando l’affondamento del Titanic, dove a morire furono prevalentemente i poveri, ammassati nella terza classe, ai quali venne impedito l’uso di uno strumento di prevenzione, la barca di salvataggio. Il giuramento di Ippocrate fu richiamato nel suo vero valore. Si sottolineò, inoltre, il legame tra malattia e ambiente, tra malattia e lavoro: ci si impegnò in una lotta alla nocività. Ma soprattutto, si diede l’avvio a un ripensamento del ruolo del medico costruendo un’alleanza con il movimento operaio e studentesco: un riferimento attuale per chi rivendica un ruolo soggettivo per pazienti e cittadini impegnati a essere protagonisti nella promozione del diritto alla salute.

Insomma, MD ha avuto negli anni un ruolo di stimolo nella società e alcuni dei valori che ha agitato sono ora elementi di una cultura comune. Non è stato né un sindacato né un patronato. Ha cercato di penetrare i movimenti che la società stava producendo tentando di trasmettere il valore della scienza e della cultura: ha operato principalmente per la promozione della salute nei luoghi di lavoro, per la difesa dell’ambiente e per un’organizzazione democratica della sanità.

Gli albori

Prima degli anni Settanta un gruppo di medici si era posto nelle Università il problema di modificare i paradigmi allora vincenti in medicina, che vedevano la scienza medica lontana dalle persone e asservita al potere. Ma si trattò di interventi cattedratici, senza uno sviluppo. Il vero cambiamento fu avviato da un soggetto scientifico, Giulio Maccacaro, in collaborazione con un’altra persona, il soggetto tecnico, espressione dei consigli di fabbrica: Luigi Mara, che da poco ci ha lasciato.

MD è figlia di quegli anni Settanta colmi di speranze di trasformazione. Nacque forse con quella che è ora ricordata come la “Mozione di Castellanza”, dove, nel 1975, un centinaio di realtà attive nel sociale si propose di avviare un movimento di lotta per la salute, la cui nascita fu ufficializzata al convegno del maggio 1976, durante il quale Maccacaro tenne la relazione introduttiva.

La partecipazione e la forza del movimento vennero favoriti da quegli anni particolari. Si pensò a una medicina “dei piedi scalzi”, alla costante collaborazione tra intellettuali e classe operaia: un movimento che trovò alleati nel mondo intellettuale come Adriano Olivetti, Giovanni Berlinguer, ma anche tra gli psicologi, gli psichiatri (che crearono Psichiatria Democratica), la medicina del lavoro. Nacque così anche la rivista Medicina Democratica e una schiera di militanti che da allora ne hanno animato la storia.

La storia

  • Nascita ed espansione (1976-1985). La prima fase, di riflessione critica e avanzamento, inizia con il congresso di Bologna del 1976, che vede la partecipazione di migliaia di persone. Quel periodo di espansione dura sino al 1977 e accompagna gli anni successivi all’incidente all’Icmesa di Seveso. In seguito, il movimento si concentra sull’analisi dei rapporti tra medicina e potere: in questo contesto il gruppo di Castellanza e Luigi Mara svolgono un lavoro importante per definire il ruolo del movimento nella società.
  • Crisi (1985). L’avvio di organizzazioni come la Società nazionale degli operatori della prevenzione (SNOP) rappresenta un elemento di crisi in quanto mette, nei fatti, in discussione l’unione tra esperti grezzi, classe operaia ed esperti di scienza.
  • Mantenimento (1985-2010). In questa fase il Movimento deve affrontare anche difficoltà economiche. Ma ciò non gli impedisce di intervenire nella preparazione della riforma sanitaria e di essere sempre presente laddove si verifichino episodi di inquinamento ambientale con figure di esperti grezzi o uomini di scienza che svolgono un ruolo importante di raccordo con l’intero movimento. Si parla della Montedison in Toscana con Augusto Puccetti, della Montedison di Marghera con l’operaio Gabriele Bortolozzo, e poi di Manfredonia, Ciriè – e via via tutte le località che hanno subìto pesanti episodi di inquinamento da sostanze nocive – e delle lotte a fianco del popolo inquinato. Diventa chiaro in questi frangenti il ruolo del movimento: favorire le inchieste e partecipare costantemente alla vicenda giudiziaria. è il periodo delle presidenze di Tonino D’Angelo e Maurizio Portaluri.
  • Il presente. Negli ultimi anni il movimento si caratterizza anche per la strenua difesa del servizio sanitario pubblico e il richiamo costante alla partecipazione come elemento di conoscenza fondamentale utile per il cambiamento.

Le battaglie più importanti

MD ha seguito le vicende italiane portando avanti battaglie per la promozione della salute. Ha avuto un ruolo fondamentale nel Comitato di Seveso, nato dopo il disastro dovuto all’incidente presso l’Icmesa del 1976, che causò la fuoriuscita e la dispersione di una nube di diossina inquinando i terreni circostanti l’azienda e obbligando all’evacuazione di un territorio poi non più abitabile. L’evento portò alla promulgazione della direttiva europea 82/501/CEE, nota anche come «Direttiva Seveso», che diede un primo quadro giuridico per affrontare i disastri causati all’ambiente e alla salute umana dall’industria, quando essa risponde solo o prevalentemente all’interesse del profitto. Il gruppo di Castellanza, uno dei più attivi del movimento, propose il metodo della validazione consensuale – dove il dato scientifico, cosiddetto oggettivo, deve essere validato con la propria soggettività da chi subisce le ripercussioni dell’evento – che tanto ruolo ebbe in numerose battaglie per un ambiente più sano.

MD negli anni ha sempre sedimentato un po’ della propria proposta, anche se, complessivamente, è stata incapace di promuovere la partecipazione al livello che tale proposta richiedeva. Ma ancora oggi si batte perché venga riconosciuta la dignità della persona, si affermi il consenso informato in medicina, si rafforzi la presenza dei comitati etici, si allontani l’idea del profitto dalla medicina, si realizzi appieno la Costituzione.

Il mondo esterno

  • Il rapporto con la politica. Essendo un soggetto attivo nella società, MD ha avuto un costante rapporto con la politica. Più orientato d’altra parte verso singoli esponenti o partiti, a volte marginali, che della sua battaglia hanno colto lo spirito. Lo stesso Maccacaro fu più volte invitato nell’agone politico, che rifiutò sempre, pensando che il suo ruolo, come è poi stato per MD, fosse di fungere da lievito per un’idea della medicina vicina alle persone, non asservita al potere, partecipata, autodeterminata. Alcune leggi – su tutte la 833, la legge di riforma sanitaria, e poi la legge sull’amianto – sono state principalmente il risultato di un impegno di MD a fianco di parlamentari che portarono al successo le proprie iniziative.
  • Il rapporto con l’Accademia. Si tratta di rapporti sporadici, ma mai interrotti, con singoli soggetti di rilievo nazionale e internazionale nelle Università di Milano, Torino, Venezia, Roma, Perugia.
  • Il rapporto con il sindacato. A volte, quando il sindacato è stato in grado di affermare in pieno il proprio ruolo istituzionale in favore della classe lavoratrice, dicendo che «la salute non si vende», MD si è trovata a fianco del movimento sindacale. Ma quando il gruppo di Castellanza negli anni Ottanta fu colpito dalla repressione, soltanto un gruppo di sindacalisti dell’area milanese si schierò al suo fianco, garantendone di fatto la continuità.
  • Il rapporto con l’epidemiologia. La relazione con il mondo dell’epidemiologia è stata costante, vicendevole e proficua. MD è lievito di idee, considera la scienza uno strumento fondamentale per la vita dell’uomo, ma riconosce che essa non è oggettiva, e che anche nei suoi metodi dipende dagli interessi che la guidano.
  • I rapporti a livello internazionale. MD ha sempre mantenuto rapporti con movimenti simili a livello internazionale: nei primi anni in particolare con l’école Disperse de Santé in Francia, poi con gruppi e movimenti analoghi in Germania, Belgio, Svizzera. Con alcuni di loro venne organizzata una settimana nell’isola greca di Cos alla riscoperta delle basi della medicina. Delegazioni vennero inviate in Libano, Eritrea, Nicaragua. Poi ci furono la rivisitazione del giuramento di Ippocrate e la partecipazione, negli anni Duemila, al movimento dei movimenti, con una presenza attiva nei social forum di Firenze, Parigi, Porto Alegre.
  • L’impegno in campo giudiziario. La partecipazione di MD alle vicende processuali nasce con la vicenda Montedison a Porto Marghera. Per l’impulso di Luigi Mara, MD ha poi partecipato a tutte le vicende giudiziarie più rilevanti a livello nazionale in difesa della salute, contro la nocività e per una medicina partecipata. Il popolo inquinato sa di trovare in MD un difensore perché ci sia il rimborso del danno e la giustizia riconosca che la lesione alle persone a causa dell’inquinamento, oppure in ambito lavorativo, venga punita.

Ecco quale è stata la storia e qual è il presente di Medicina Democratica.
Alla fine della chiacchierata, ho chiesto a Piergiorgio Duca e Fulvio Aurora, che erano presenti alla nascita di MD e tuttora sono attivi nel movimento, che cosa abbia dato loro questa esperienza: «Ci ha offerto lo spazio per un impegno permanente e un costante arricchimento personale. Ci ha aiutato a sentirci coinvolti, ad avere interesse alla scienza, alle misure, alla statistica, a pensare globalmente e agire localmente».

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