Le relazioni pericolose degli epidemiologi
Il 18 dicembre 2013 Le Monde ha ospitato un articolo dedicato al tema dei conflitti di interesse in epidemiologia a partire dai risvolti etici della possibile designazione di Paolo Boffetta, epidemiologo di fama internazionale, a capo del Centro di Ricerca in Epidemiologia e Salute della Popolazione (CESP, INSERM-Université Paris-Sud).
- Primo articolo di Le Monde, 18.12.2013:
Epidémiologie: des liaisons dangereuses - Secondo articolo di Le Monde, 31.01.2014: Polèmique autour d'une nomination au sommet de l'épidémiologie française
Aggiornamenti: il ritiro della candidatura
- Le Monde, 30.01.2014:Epidémiologie : retrait d'une candidature contestée
- Science, 7 Febbraio 2014: Top Choice for French Post Drops Out in Industry Flap
Questi i commenti arrivati in redazione in ordine cronologico
Una sintesi e qualche proposta. Lettera a E&P di Fabrizio Bianchi, 28.12.2013
Epidemiologia, «liaisons dangereuses» e sanità pubblica. Intervento di Rodolfo Saracci, 24.01.2014:
Commento di Liliana Massocchi, primo commento libero arrivato sul sito
Commento di Eugenio Paci, direttore di E&P
Segnalazione di Franco Carnevale
Commento di Dario Mirabelli, COR Piemonte, Università e AO S.G.Battista, Torino
Commento di Paolo Giorgi Rossi, SI epidemiologia, AUSL Reggio Emilia
Commento di Fulvio Aurora, Medicina Democratica, Milano
AGGIORNAMENTI 18 febbraio 2014
Carteggio K.Ruff (attivista RightOn) / J.Janssens (direttore Eur J Cancer Prevention)
Risposte di Rodolfo Saracci ai commenti precedenti
ALTRI ARTICOLI sul tema
Lo scienziato che perdona il diesel e la diossina. Riccardo Staglianò. Il Venerdì di Repubblica 28.02.2014
L'industria a difesa del prodotto. Pizzichi & Mozzichi di Salute, blog di Amelia Beltramini. 12.02.2014
«Caro Direttore, non senza sorpresa e preoccupazione ho letto su Le Monde del 18 dicembre 2013 un articolo del giornalista Stéphane Foucart intitolato Epidémiologie: des liaisons dangereuses dedicato al tema delle connessioni etiche della possibile designazione di Paolo Boffetta a capo del Centro di Ricerca in Epidemiologia e Salute della Popolazione (CESP, INSERM-Université Paris-Sud)...» (leggi tutto)
«Due recenti articoli de Le Monde,1,2 critici di alcune attività di un epidemiologo italiano (Paolo Boffetta) candidato alla direzione del Centre d’épidémiologie et Santé des Populations (CESP) a Parigi, sono sostanzialmente centrati sui conflitti di interesse (le liaisons dangereuses) tema di frequenti discussioni in seno all’AIE e in Epidemiologia&Prevenzione. Il primo articolo compare nella sezione «Scienza e tecnica» del giornale, rubrica «Etica». Il CESP è articolato in una decina di diverse unità e, come il nome stesso indica, è un centro di ricerca epidemiologica per la sanità pubblica e non di epidemiologia punto e basta. Con un’espressione alla moda potremmo dire «ricerca epidemiologica transizionale alla sanità pubblica», attraverso le funzioni di riferimento e consulenza, oltre che di ricerca e formazione del personale, per le questioni di sanità pubblica. Per questa ragione sposterò qui l’attenzione dal piano etico a quello dei ruoli sociali di quanti operano con funzioni diverse nella sanità pubblica...» (leggi tutto)
«La lettura dell’articolo di Le Monde ha risposto indirettamente ai dubbi che sollevavo in merito alla credibilità dei periti di parte (privata) nel commento che avevo inviato al comunicato stampa AIE sull’ILVA lo scorso 26 luglio.
Ma com’è possibile che persone con questi enormi conflitti di interesse facciano da periti in processi importanti come quello dell’ILVA (e non solo, stando a quanto riportato dall’articolo di Le Monde) senza che nessuno in Italia ne parli?
Come cittadina che si occupa di ambiente sono pienamente d’accordo con quanto sostiene Fabrizio Bianchi in merito alla necessità di informare la società “sulla natura dei conflitti di interesse emersi finora e su altri meno noti che riguardano Boffetta e La Vecchia (consulenti in Italia di società come ILVA e ENI) e altri consulenti”.
E mi duole constatare che (per quanto abbia cercato in rete) sulla stampa italiana non siano apparsi articoli sull’argomento e, tanto meno, prese di posizione chiare da parte della comunità scientifica in generale e dell’epidemiologia in particolare.
Per i cittadini che si battono ogni giorno sui propri territori per salvaguardare l’ambiente e la salute delle persone sarebbe importante sentire che la comunità scientifica è presente su temi di questa importanza. In caso contrario, lo scotto da pagare è molto salato, per tutti: è la percezione, peraltro già ampiamente diffusa, del mondo scientifico/accademico come “avversario” colluso con gli interessi più forti. Ed è un vero peccato. Lo dico come biologa». (Liliana Massocchi, Corsico, MI)
«Giustamente il commento della dott.ssa Massocchi all’articolo di Bianchi lamenta il silenzio che in Italia persiste sulla questione del conflitto di interesse che coinvolge l’epidemiologia Italiana, al centro del caso sollevato da un giornale prestigioso come Le Monde. Epidemiologia &Prevenzione ha ritenuto necessario portare a conoscenza dei nostri lettori questo episodio e il commento di Fabrizio Bianchi perché è utile che si agisca...» (leggi tutto)
A proposito dell’“affaire” La Vecchia-Boffetta segnalo ai lettori di E&P la lettera inviata alla “European Cancer Prevention Organisation” (ECPO). Il testo è stato proposto, tra gli altri, da Kathleen Ruff di “RightOn Canada”, attivista anti-amianto. E'molto indicativo che più che gli accademici e i ricercatori siano le organizzazioni che difendono le vittime (in questo caso delle vittime dell'amianto) a mobilitarsi per affrontare i problemi sollevati dai conflitti di interesse.
La lettera riporta “serious scientific and ethical improprieties” che compaiono “in an article on asbestos by Drs. Carlo La Vecchia and Paolo Boffetta, which was published by the ECPO’s official journal, the European Cancer Prevention Journal. La Vecchia is joint Editor-in-Chief of the journal and a member of the ECPO’s International Advisory Board. The article distorts the scientific evidence, claiming that continued exposure to asbestos causes no additional risk of mesothelioma. The article falsely states that the authors had no conflict of interest, when they had been paid by a company, charged with criminal offenses for the deaths of a number of its workers from mesothelioma, to put forward this same argument in court, which would allow the current company managers to have impunity for the deaths. The article falsely states that it was funded by the Italian Cancer Research Association (AIRC), thus adding an advantageous air of legitimacy to the article and its arguments. AIRC has confirmed that it gave no funding whatsoever for the article. The article violates the conflict of interest and ethical requirements of ECPO and goes directly against ECPO’s stated goals to prevent cancer and to help cancer victims. The letter calls on ECPO to dismiss Dr. La Vecchia from the positions he holds with them”.
Il contributo di Rodolfo Saracci mi ha indotto a diverse riflessioni che desidero provare a condividere.
Lo spostamento del fuoco dal piano etico a quello dei ruoli sociali ha arricchito la discussione. Ma d'altro lato non sono proprio i ruoli sociali una delle fonti da cui scaturiscono diritti e doveri, e con ciò uno dei determinanti delle nostre concezioni etiche? Il lavoro clinico richiede di prendere decisioni sotto il vincolo di ottenere il massimo beneficio probabile ed il minimo danno probabile per il paziente, in una posizione chiaramente non neutrale e, al contrario, dalla parte del paziente. D’altra parte questo stato di cose non corrisponde solo al ruolo sociale del medico – se vogliamo al contratto sociale che ne definisce il ruolo –ma anche al codice di deontologia medica, che comunemente poniamo sotto la rubrica “etica”. Penso perciò che il contributo di Rodolfo Saracci sia stato importante dal punto di vista etico.
Ho trovato stimolante l’idea che i periti delle parti di un processo per malattia professionale rinuncino tendenzialmente all’imparzialità, e che il consulente del datore di lavoro rinunci anche alla non neutralità – intesa nel senso di porsi dalla parte del paziente. Se è così, e la mia limitata esperienza m’insegna che tende ad essere così, e se il consulente dell’industria è un medico, non siamo di fronte a forme più o meno accentuate di contraddizione con il ruolo sociale del medico? In altri termini quel consulente non si trova in una situazione di doppia fedeltà, da una parte quella cui dovrebbe attenersi in quanto medico e dall’altra quella – inconciliabile con la prima – cui accetta di sottostare a favore della controparte del paziente?
Mi interessa però particolarmente un ulteriore e differente aspetto, quello della posizione in cui si trova chi si presti al ruolo di consulente tecnico della pubblica accusa... (Leggi tutto)
Non voglio entrare nel merito della questione sollevata da Le Monde sulla nomina di Paolo Boffetta a direttore del CESP, perché non conosco il caso e potrei dare solo un giudizio basato su quello che ho letto in questi giorni. Voglio invece riportarvi alcune riflessioni che mi ha portato a fare lo splendido articolo di Rodolfo Saracci.
La distinzione fra imparzialità e neutralità è illuminante e deve guidare ogni nostra scelta sia negli obiettivi di ricerca (non neutrali), sia nei metodi (imparziali). Il problema, però, è come si inserisce la questione dei falsi positivi nella nostra imparziale non neutralità. Infatti, i primi a esasperare il concetto dei falsi positivi non sono stati ricercatori in campo ambientale a tutela di interessi economici, ma sono stati epidemiologi e metodologi che lavoravano in agenzie governative per frenare le spinte dell’industria a immettere nuove tecnologie sul mercato.
Credo che in questo campo porre l’attenzione sui falsi positivi sia spesso necessario per tutelare talvolta la salute pubblica, più spesso la sostenibilità del servizio sanitario. E qui di nuovo troviamo il concetto fondamentale della non neutralità. Ma in questo caso per essere non neutrali nella stessa direzione di tutela degli interessi pubblici dovremo adottare di volta in volta due differenti metri di giudizio (direi due pesi e due misure): uno teso alla specificità (evitare a tutti i costi i falsi positivi) in caso di farmaci e dispositivi, l’altro teso alla sensibilità (evitare i falsi negativi) quando si parla di fattori di rischio (ma talvolta lo stesso principio si applica alla valutazione degli interventi di prevenzione primaria)... (Leggi tutto)
«Non avrai altra scienza al di fuori della mia, onorerai la scienza e il potere». È in questi termini che Giulio Maccacaro, in un intervento del 1973, descrive il rapporto tra scienza e potere.
Una citazione che si è imposta al seguito dell’esperienza che, come Medicina Democratica (MD), abbiamo maturato in questi ultimi anni e che si inserisce bene nella discussione che si è aperta intorno al caso del professor Paolo Boffetta... (Leggi tutto)
Ringrazio Dario Mirabelli per avere sottolineato la radice sociale degli obblighi etici e per i suoi commenti quanto mai pertinenti sulla posizione dei diversi periti nel concreto della situazione italiana. Posso solo aggiungere che quanto ho scritto è solo un’impostazione in termini generali indirizzata a individuare i fondamenti delle diverse posizioni: chiaramente la concreta espressione di questi fondamenti è funzione del sistema giuridico, e più specificamente della procedura penale, vigente in un Paese.
Eugenio Paci sottolinea le responsabilità istituzionali nella valutazione dei possibili conflitti di interesse dei professionisti...(Leggi tutto)
- Carteggio K.Ruff (attivista RightOn) / J.Janssens (direttore Eur J Cancer Prevention) (vd. anche la segnalazione di F. Carnevale qui sopra)
- prima lettera di K. Ruff (e altre 140 persone) a Janssen e ai membri del Board del Eur J Cancer Prev
- risposta di Janssen a Ruff
- replica di Ruff a Janssen
- Sulla questione dei conflitti di interesse rimandiamo il lettore anche al dibattito seguito alla pubblicazione del Comunicato Stampa dell'AIE su Taranto.