Arsenico dai rubinetti: siamo a rischio?
Scientific Committee on Health and Environmental Risks
L’esposizione ad alte concentrazioni di arsenico (200-2000 μg/L) nell’acqua potabile è stata associata ad aumento di tumori polmonari e della pelle, ma i dati epidemiologici disponibili per livelli di As<100 μg/L non sono conclusivi. L’arsenico non reagisce con il DNA e si può quindi considerare che la sua azione cancerogena sia mediata da un meccanismo indiretto con ‘soglia’ (Kitchin and Wallace, 2008; Kitchin and Conolly, 2010). Perciò l’estrapolazione lineare dalle alte alle basse dosi, sulla quale si basano i dati più allarmanti sugli effetti dell’arsenico, comporta una significativa sovrastima dei possibili rischi ed è in contrasto con le osservazioni epidemiologiche più recenti (Mink et al., 2008; Meliker et al., 2010; Baastrup et al., 2008; Chen et al., 2010). Lo SCHER ha concluso che, sulla base dei dati disponibili, l’esposizione per 3 anni a livelli di arsenico fino a 50µg/L corrisponderebbe a un aumento di rischio di tumore < 1/106, considerato non significativo. La valutazione dello SCHER è quindi rassicurante circa il rischio per la popolazione delle aree interessate. Tuttavia, adottando un approccio cautelativo, la CE ha accordato deroghe solo per valori di arsenico fino a 20 µg/L.
A causa della scarsa informazione da parte delle autorità locali, la diffusione da parte dei media della decisione della CE ha scatenato nella popolazione eccessivi allarmismi non giustificabili sul piano scientifico, ancorché comprensibili sul piano emotivo.
Una politica di comunicazione dei rischi con un linguaggio comprensibile ai non addetti ai lavori e una maggiore trasparenza delle Istituzioni avrebbe sicuramente giovato.
Avendo precisato questi aspetti, sembra opportuno esprimere adesione totale alla strategia europea di progressivo miglioramento della qualità delle acque, attraverso l’attuazione di misure di riduzione di fattori di rischio, inclusi i livelli di arsenico nell’acqua potabile.