Articoli scientifici
15/09/2011

Uso di medicinali e stili di vita tra gli adolescenti italiani

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Note: HBSC è uno studio transnazionale promosso dall’Ufficio europeo dell’OMS. Coordinatore internazionale per lo studio 2005/2006: Candace Currie, Università di Edinburgo; Data Bank Manager: Bente Wold, Università di Bergen; coordinatore nazionale: Franco Cavallo, Università di Torino.

Introduzione

È ormai piuttosto diffuso tra gli adolescenti il ricorso a medicinali per alleviare i sintomi causati da disturbi comuni quali mal di testa, mal di stomaco, difficoltà ad addormentarsi e nervosismo.1,2 Sebbene l’uso di farmaci possa rivelarsi utile per curare le malattie, un utilizzo scorretto o eccessivo rappresenta una minaccia allo stato di salute, per via degli effetti tossici e collaterali associati a tali sostanze,3 e il pericolo potenziale si aggrava allorché si tratta di persone ancora in fase di crescita e sviluppo come gli adolescenti. Inoltre, studi recenti hanno dimostrato come negli ultimi anni si sia assistito a un incremento da parte degli adolescenti in relazione all’uso di medicinali, malgrado non si siano registrati aumenti per quanto riguarda la prevalenza dei corrispondenti sintomi.4,5

L’uso di medicinali costituisce, dunque, un importante problema di sanità pubblica;1,6 ciò nonostante la ricerca sull’argomento è carente, e i pochi studi presenti si concentrano per lo più sulle differenze di genere.1,7 Da questi emerge come, in molti Paesi, tali differenze risultino significative solo per quanto riguarda i farmaci per il mal di testa e il mal di stomaco, più utilizzati dalle ragazze che non dai ragazzi, ma non rispetto ai medicinali per alleviare le difficoltà ad addormentarsi e il nervosismo. Altri predittori indagati sono stati lo status socioeconomico,8-10 l’appartenenza a minoranze etniche11 e lo stato di salute percepito.12 Anche in Italia sono pochi gli studi che hanno esaminato tale fenomeno in adolescenza, e questi si sono per lo più focalizzati sul sintomo, in particolare sulla relazione che intercorre tra i sintomi del mal di testa e lo stress, il sostegno sociale13 e la percezione di ingiustizia da parte degli insegnanti,14 o sul ruolo della famiglia nel consumo di farmaci da banco in generale.15

Recentemente, uno studio condotto da Andersen e colleghi16 ha esaminato l’associazione tra alcuni comportamenti a rischio, quali la frequenza degli episodi di ubriacature e l’abitudine al fumo, e il ricorso ai farmaci in un campione di ragazzi danesi di età compresa tra gli 11 e i 15 anni. Entrambi i comportamenti a rischio sono risultati associati all’uso di medicinali, e ciò indipendentemente dalla prevalenza dei sintomi corrispondenti. Gli autori hanno così suggerito di considerare l’assunzione di farmaci da parte degli adolescenti come un comportamento a rischio.

Date queste premesse, un primo obiettivo di questo studio è quello di fornire una stima della prevalenza d’uso di medicinali per il mal di testa, mal di stomaco, difficoltà ad addormentarsi e nervosismo in un campione nazionale rappresentativo di ragazzi in età scolare di 13 e 15 anni. Inoltre, viene indagata l’associazione tra alcune abitudini salutari, quali praticare attività fisica regolarmente e fare colazione durante i giorni di scuola, o scorrette, come il consumo di tabacco e gli episodi di ubriacature, e il ricorso ai medicinali per gli specifici disturbi presi in esame, controllando, in accordo con le indicazioni provenienti dalla letteratura, l’effetto del genere, dell’età e dello status socioeconomico.

Metodo

I dati sono parte di un più ampio studio denominato Health Behaviour in School-aged Children (HBSC), un’indagine multicentrica internazionale coordinata dall’Ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità. Lo scopo è quello di approfondire, tramite la somministrazione di un questionario self-report, le conoscenze circa lo stato di salute e i comportamenti a essa legati nei preadolescenti e negli adolescenti.17 Il protocollo internazionale di ricerca prevede che, in ciascun Paese partecipante, l’indagine venga effettuata, e replicata ogni quattro anni, su di un campione rappresentativo nazionale di ragazzi appartenenti alle seguenti fasce di età: 11, 13 e 15 anni. I questionari, redatti in inglese da un’equipe internazionale e tradotti nelle diverse lingue dei Paesi che aderiscono alla ricerca, vengono somministrati nelle scuole dagli insegnanti a seguito di un’apposita formazione. Il tempo impiegato dai partecipanti per la compilazione del questionario oscilla tra i quarantacinque minuti e l’ora.

Procedura

Il protocollo internazionale di ricerca prevede l’utilizzo di un campionamento denominato cluster sampling (campionamento a grappolo)18 nel quale la classe scolastica, selezionata casualmente tra quelle presenti nella lista fornita dal MIUR, rappresenta l’unità di campionamento primaria. Le classi sono stratificate nelle fasce di età prese in considerazione sulla base del grado di istruzione (scuole secondarie di I e II grado) e dell’area geografica di appartenenza (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole).

Nel presente lavoro non sono stati presi in considerazione gli undicenni in quanto a livello nazionale si è scelto di non includere le domande relative all’uso di medicinali per la fascia dei più giovani al fine di non appesantire troppo il questionario. Vengono, dunque, utilizzati i dati italiani relativi ai tredicenni e ai quindicenni, e sono stati presi in considerazione esclusivamente i quesiti relativi alle frequenze d’uso di medicinali (per disturbi quali mal di testa, mal di stomaco, difficoltà ad addormentarsi e nervosismo), allo status socioeconomico, all’attività fisica, al fare o meno colazione durante i giorni di scuola, al consumo di tabacco e agli episodi di ubriacature.19 La rispondenza per classe è risultata pari al 66,48%.

Partecipanti

I dati presentati in questo studio si riferiscono ai questionari somministrati nel 2006 all’interno del territorio nazionale. A seguito delle consuete operazioni di pulitura del dataset, che hanno seguito le indicazioni fornite dal protocollo di ricerca internazionale (per esempio esclusione dei casi che non riportano il genere di appartenenza o dei questionari per gran parte incompleti; per maggiori dettagli si veda www.hbsc.org), sono stati presi in considerazione per le analisi l’89.3% dei questionari ricevuti. Il campione finale si compone così di 2 667 soggetti (50.1% maschi; età media pari a 14.8 anni, DS = 1.03) appartenenti a 80 scuole secondarie di I grado e 84 secondarie di II grado: il 49.1% di essi ha 13 anni e il 50% 15 anni; per il restante 0.9% tale dato è mancante. L’età media per ciascuna delle due fasce d’età è, rispettivamente, di 13.8 (DS = 0.30) e 15.8 anni (DS = 0.33). Relativamente alla distribuzione geografica, il 33.0% dei partecipanti proviene dal Nord Italia, il 25.3% dal Centro e il 41.7% dal Sud o dalle Regioni insulari.

Misure

  • Uso di medicinali. Per rilevare la frequenza d’uso di medicinali sono state prese in considerazione le risposte ai seguenti item: “Nell’ultimo mese hai preso medicine o farmaci per i seguenti disturbi: (a) mal di testa, (b) mal di stomaco, (c) difficoltà ad addormentarsi, (d) nervosismo?”*. Le risposte, originariamente distribuite su una scala a 3 punti (da 1 “no” a 3 “sì, più di una volta”), sono state ricodificate per le analisi, in accordo con quanto fatto da precedenti studi,1,4,16 in 1 “no”, 2 “sì, almeno una volta”.
  • Attività fisica. La pratica regolare di attività fisica è stata misurata tramite l’item: “Quante volte, nel tuo tempo libero, fai esercizio fisico in modo così intenso da rimanere senza fiato o sudare?” Le risposte sono distribuite su una scala ordinale a 7 punti (da 1 “ogni giorno” a 7 “mai”), successivamente ricodificate in 1 “mai o meno di una volta alla settimana” e 2 “almeno una volta alla settimana”.
  • Colazione. Tale abitudine è stata indagata tramite l’item: “Di solito, quante volte fai colazione durante i giorni di scuola?”. Le risposte, originariamente disposte su una scala a 7 modalità (da 1 “non faccio mai colazione nei giorni di scuola” a 7 “tutti i giorni di scuola”), sono state dicotomizzate in 1 “mai o meno di un giorno alla settimana” e 2 “almeno un giorno alla settimana”.
  • Consumo di tabacco. Tale comportamento è stato misurato tramite l’item: “Attualmente quanto spesso fumi?”. Le risposte si dispongono su una scala a 4 punti (da 1 “tutti i giorni” a 4 “non fumo”), e sono state successivamente ricodificate in 1 “non fumo o meno di una volta alla settimana” e 2 “almeno una volta alla settimana”.
  • Ubriacature. Gli episodi di ubriacature sono stati rilevati attraverso l’item: “Qualche volta hai bevuto tanto da essere davvero ubriaco?”. Le risposte sono distribuite su una scala a 5 punti (da 1 “no mai” a 5 “sì, più di 10 volte”), e sono state ricodificate in 1 “no mai” e 2 “almeno una volta”.
  • Stato socioeconomico. Lo status socioeconomico è stato indagato come proxy del livello di istruzione del padre attraverso l’item: “Che titolo di studio ha tuo padre?”. Le risposte si dispongono su una scala a 5 modalità, da 1 “elementare” a 5 “laurea”.
  • Analisi statistiche. In primo luogo, è stata stimata la ricorrenza all’uso di medicinali per il mal di testa, mal di stomaco, difficoltà ad addormentarsi e nervosismo per genere di appartenenza e fascia di età, valutando la significatività statistica delle differenze osservate attraverso il chi-quadrato di Pearson, nonché la distribuzione per area geografica di provenienza. È stata stimata, inoltre, la prevalenza delle variabili relative agli stili di vita (attività fisica, colazione, consumo di tabacco, ubriacature) per genere, fascia di età e area di provenienza.

Successivamente, l’associazione tra le variabili prese in esame è stata indagata tramite l’analisi di regressione logistica binaria per blocchi, utilizzando l’uso di medicinali come variabile dipendente. Sono state condotte analisi separate per ciascun tipo di medicinali ed è stato controllato l’effetto del genere, dell’età e dello status socioeconomico. Nel primo blocco sono stati inseriti il genere, l’età e il livello di istruzione del padre; nel secondo sono state aggiunte le variabili inerenti l’abitudine a fare colazione durante la settimana e la pratica di attività fisica; infine, nel terzo modello sono stati inclusi i comportamenti legati al consumo di tabacco e agli episodi di ubriacature.

Risultati

Le tabelle 1 e 2 mostrano le proporzioni di adolescenti che in un mese sono ricorsi a medicinali per il mal di testa, mal di stomaco, difficoltà ad addormentarsi e nervosismo, suddivisi per genere di appartenenza e fascia di età (tabella 1) o per area geografica di provenienza (tabella 2); in tali tabelle vengono, inoltre, presentate le stime delle variabili relative agli stili di vita.

In generale, i medicinali più utilizzati sono quelli per il mal di testa (35.6%) e il mal di stomaco (22.6%), e le differenze di genere risultano statisticamente significative per entrambi i farmaci: infatti, per quanto riguarda i primi, sono ricorsi a essi il 30% dei maschi e il 41.2% delle femmine (χ2=35.41, p <0.001), mentre per i secondi il 16,2% dei maschi e il 29% delle femmine (χ2= 61.39, p <0.001). I farmaci per alleviare le difficoltà ad addormentarsi e il nervosismo sono, invece, adoperati meno di frequente: le percentuali si attestano attorno al 3% per i primi e al 45% per i secondi, e non vi sono differenze statisticamente significative tra maschi e femmine. Inoltre, l’aumentare dell’età non comporta cambiamenti significativi per quanto riguarda la prevalenza d’uso di nessuno dei tipi di medicinali in esame. Osservando la distribuzione sul territorio, sembra che al Nord vi sia un uso inferiore di medicinali per i disturbi di natura somatica, rispetto alle Regioni del Centro e del Sud.

In tabella 3 viene presentata l’influenza delle variabili relative agli stili di vita degli adolescenti sull’uso, nell’ultimo mese, di farmaci per attenuare i disturbi causati da mal di testa, mal di stomaco, difficoltà ad addormentarsi e nervosismo, controllando per il genere, l’età e lo status socioeconomico.

Per quanto concerne i medicinali per il mal di testa, nel blocco 1 emerge come le femmine (OR = 1.6) li utilizzino più di frequente rispetto ai maschi. Inoltre, all’aumentare del livello di istruzione del padre diminuisce la probabilità di ricorrere a tali farmaci (OR = 0.9); l’età, invece, non esercita alcun effetto. Nei modelli successivi, l’effetto del genere e del livello di istruzione del padre rimangono significativi. Inoltre, il secondo blocco mostra l’importanza del fare colazione durante i giorni di scuola (OR = 0.7), mentre nel blocco 3 si evidenzia come gli adolescenti che intraprendono comportamenti a rischio, quali fumare (OR = 1.4) o ubriacarsi (OR = 1.2), presentino maggiori probabilità di ricorrere all’uso di medicinali per il mal di testa, rispetto a coloro che dichiarano di non mettere in atto siffatte condotte.

Rispetto all’uso di farmaci per il mal di stomaco, le femmine hanno una probabilità doppia (OR = 2.2), rispetto ai coetanei maschi, di ricorrervi (blocco 1), e tale associazione rimane significativa allorché vengono aggiunte, nei modelli successivi, le restanti variabili. Praticare attività fisica regolarmente (OR = 0.6) e l’abitudine a fare colazione durante la settimana (OR = 0.7) risultano negativamente associati all’uso di medicinali per il mal di stomaco (blocco 2), mentre il consumo di tabacco ne aumenta la probabilità (OR = 1.6). Gli episodi di ubriacature, invece, non sembrano influenzare l’utilizzo di tali farmaci.

Nella regressione per il ricorso ai medicinali per attenuare le difficoltà ad addormentarsi, l’unica associazione significativa è rappresentata nel terzo modello dagli episodi di ubriacature, che si rivelano positivamente associati (OR = 2.1). Infine, riguardo i farmaci per il nervosismo, il praticare attività fisica almeno una volta alla settimana (blocco 2) esercita un modesto contributo, che però scompare a seguito dell’inclusione nel blocco 3 delle condotte comportamentali a rischio, dove emerge un’associazione tra le ubriacature nel corso della vita (OR = 2.0) e la probabilità di ricorrere a tali tipologie di farmaci.

Discussione

Il primo obiettivo del presente studio era di fornire una stima della prevalenza d’uso di medicinali per alcuni disturbi comuni tra i tredicenni e i quindicenni italiani. In accordo con precedenti studi,1,4,12,16 si evidenziano percentuali diffuse per quanto riguarda l’utilizzo di medicinali per il mal di testa e il mal di stomaco, mentre i farmaci per alleviare le difficoltà ad addormentarsi e il nervosismo sembrano essere utilizzati meno frequentemente. I dati presenti a livello internazionale1 evidenziano come il consumo di medicinali in adolescenza vari molto da un Paese all’altro; nonostante ciò, dai risultati di questo studio l’Italia sembra collocarsi al di sotto delle media internazionale, sia per i maschi sia per le femmine, per quanto riguarda il ricorso ai farmaci per il mal di testa (rispettivamente, 30% e 41.2% in Italia vs 35.7% e 46.7% media HBSC senza l’Italia), le difficoltà ad addormentarsi (3.3% e 3.4% in Italia vs 6.5% e 6.2% media HBSC senza l’Italia) e il nervosismo (4.2% e 5.3% in Italia vs 6.7% e 6.9% media HBSC senza l’Italia), e leggermente al di sopra rispetto a quelli per il mal di stomaco (16.2% e 29% in Italia vs 14.9% e 27.4% media HBSC senza l’Italia).

I risultati del presente contributo sembrano confermare quanto ampiamente documentato in letteratura circa il fatto che la pratica dell’automedicazione inizi proprio durante la fase adolescenziale.20-22 In particolare, gli analgesici, primo fra tutti il paracetamolo, rappresentano la categoria di medicinali più comunemente utilizzata.23-26 Tale dato può trovare in gran parte spiegazione nel fatto che la maggior parte di questi rientrano nella gamma dei cosiddetti “farmaci da banco”, e possono quindi essere facilmente acquistati da chiunque, in quanto non richiedono la prescrizione del medico.16,27 Una facile accessibilità ai medicinali sembra quindi giocare un ruolo cruciale: infatti, diversi studi hanno dimostrato una forte correlazione tra la presenza di farmaci da banco e il loro utilizzo; ciò accade specialmente per gli adolescenti,2,28 che rappresentano la categoria di persone che maggiormente si serve di tali tipologie di prodotti per alleviare i più comuni disturbi di natura somatica quali, appunto, il mal di testa e il mal di stomaco.15,27

Rispetto alle differenze di genere, emerge come le ragazze ricorrano più soventemente dei maschi ai medicinali per il mal di testa e il mal di stomaco: tale discrepanza può, con ogni probabilità, essere imputabile agli squilibri ormonali causati dal ciclo mestruale.29 Sempre a conferma di quanto già presente in letteratura,4,12,16 non emergono, invece, differenze di genere rispetto al ricorso alle altre tipologie di medicinali. Differentemente da quanto riportato da altri lavori,4,16 nel presente campione non si registrano cambiamenti, per quanto concerne l’utilizzo di tutti i tipi di medicinali presi in considerazione, nel passaggio tra una fascia di età e l’altra. Bisogna sottolineare, però, come, a differenza degli altri, in questo studio non siano stati inclusi gli undicenni, non considerando in questo modo la fase cruciale, in particolare per le ragazze, della pubertà.

Il secondo obiettivo di questo lavoro era di esaminare l’associazione tra alcuni comportamenti legati alla salute e l’uso di medicinali. Il ricorso ai farmaci per il mal di testa e il mal di stomaco viene mitigato dall’abitudine a fare colazione durante i giorni di scuola, il che sottolinea l’importanza di un’alimentazione corretta, soprattutto in una fase, come è quella dell’adolescenza, in cui il corpo non ha ancora completato il suo processo di maturazione. È ampiamente documentato in letteratura come la sana pratica della colazione sia indicativa di una miglior qualità dell’alimentazione nel complesso e si leghi negativamente ai comportamenti a rischio;30 l’associazione negativa riscontrata in questo studio tra l’abitudine della colazione e l’uso di medicinali potrebbe, dunque, riflettere in generale stili di vita più salutari. Anche l’attività fisica, che dai risultati di questo studio sembra proteggere dall’uso di farmaci per il mal di stomaco, viene tradizionalmente associata a migliori indici di benessere psicosociale.31

Solitamente, è proprio in questa fase di vita che vengono acquisiti la maggior parte dei comportamenti legati alla salute.32 Rispetto alle condotte a rischio, tra le principali rientrano il fumo e gli episodi di ubriacature33 che, in questo studio così come in altri,16,34,35 risultano associati all’uso di alcune tipologie di medicinali. Ciò suggerisce un possibile effetto cumulativo tra tutti questi agiti che potrebbe riflettere una più ampia e generale strategia di coping, attuata per far fronte agli elementi stressanti che caratterizzano la quotidianità.36,37 L’assunzione di farmaci potrebbe così affiancarsi a quella di altre sostanze come modo per riuscire a sostenere le difficoltà e le richieste provenienti dall’ambiente circostante. Tale ipotesi sembra ancora più plausibile se si considera che è stato dimostrato come spesso in adolescenza non vi sia corrispondenza tra l’uso di medicinali e i sintomi equivalenti.4,5

La natura cross-sectional dello studio non ha, però, permesso di andare oltre al fatto di stabilire che vi sia un’associazione tra l’uso di medicinali e le variabili psicosociali prese in considerazione. Non ha consentito, dunque, di definirne la direzione, vale a dire se il ricorso ai farmaci avvenga come conseguenza di determinati stili di vita o viceversa. Si sottolinea così la necessità di includere l’esame di tali variabili in studi di tipo longitudinale.

Altri limiti riguardano la specifica natura dei dati di tipo self-report: la validità dei questionari può risentire del recall bias; in aggiunta, l’utilizzare solamente informazioni autoriportate dagli adolescenti aumenta la possibilità di sottostima dei fenomeni, per via di possibili risposte legate a questioni di desiderabilità sociale. Per il futuro, pertanto, si auspica di poter affiancare alle misure autoriportate anche una rilevazione più oggettiva delle stesse.

Inoltre, il questionario HBSC non è stato costruito specificamente per l’uso di medicinali, ma è finalizzato a un approfondimento circa lo stato di salute e i comportamenti salutecorrelati in senso lato e, pertanto, alcuni degli item, tra cui quelli sul ricorso ai farmaci, risultano non particolarmente approfonditi per indagare fenomeni specifici. Tra i limiti del presente lavoro rientra, dunque, il non aver consentito di distinguere tra farmaci prescritti e da banco, o di individuare gli specifici medicinali utilizzati da ciascun rispondente. Tuttavia, il focus è sui comportamenti, pertanto tale tipologia di studio si rivelava la scelta più appropriata.38 Ancora, la non specificità degli indicatori utilizzati non ha permesso di determinare con certezza, ma solo di ipotizzare, che le differenze di genere riscontrate per quanto concerne il ricorso ai medicinali per il mal di testa o di stomaco, e non per le altre tipologie di farmaci, siano legate al periodo del ciclo mestruale. Infine, in letteratura vi sono controversie legate all’uso del solo livello di istruzione per riferirsi allo status socioeconomico;39 pertanto, si auspica in futuro di poter affiancare altri indicatori. Tra i vantaggi di questo studio, invece, si annoverano l’uso di misure standardizzate e l’ampio campione incluso, rappresentativo della realtà italiana. Inoltre, dal momento che i dati rientrano all’interno di un’indagine multicentrica internazionale, è possibile il confronto tra diverse realtà.

Conclusioni

I fattori di rischio e di protezione presi in considerazione da questo studio e l’uso di medicinali rappresentano espressioni molto diverse tra loro, ma sono accomunate dal fatto che gran parte dei comportamenti che prendono piede in adolescenza tendono a consolidarsi, o rafforzarsi, nelle fasi della vita successive, e possono quindi avere importanti ripercussioni, sia a breve sia a lungo termine, sulla salute delle persone.32 Ancora, diversi studi in letteratura hanno documentato come gli adolescenti manifestino spesso la tendenza a sottostimare i potenziali rischi per la propria salute e abbiano relativamente scarse conoscenze riguardo ai medicinali e ai loro effetti.22,40,41 Per completare il quadro, l’uso congiunto di farmaci e altre sostanze (per esempio alcol, tabacco) aggrava gli effetti avversi già associati a essi. Da qui l’importanza di studiare tale fenomeno in questa fascia di età. I risultati del presente studio mostrano come il ricorso ai medicinali, specie a quelli mirati a trattare disturbi di natura somatica comuni come il mal di testa e il mal di stomaco, rappresenti una condotta piuttosto diffusa tra i tredicenni e i quindicenni italiani. Per di più, sembrano sostenere l’ipotesi, già avanzata da Andersen e colleghi,16 che il ricorso ai farmaci possa essere visto come un comportamento a rischio in adolescenza; tale affermazione richiede però estrema cautela. Considerando inoltre che i fattori di rischio tendono spesso ad avere effetti cumulativi tra loro,42 emerge la necessità di ulteriori studi per cercare di comprendere le ragioni che possono portare gli adolescenti a un uso indiscriminato di medicinali, così come i fattori che possono moderare tale condotta. Infine, si evidenzia la necessità di includere negli interventi di educazione all’uso di sostanze per gli adolescenti una parte inerente i medicinali, di modo che possano acquisire conoscenze per un loro corretto utilizzo e prendere consapevolezza rispetto a quelli che sono i rischi collegati a un uso improprio o all’abuso.

Conflitti di interesse: nessuno

Nota*: Lo studio si concentra sul comportamento di uso di farmaci e, pertanto, non distingue tra farmaci prescritti o da banco e non richiede ai partecipanti di indicare la tipologia o i costituenti dei medicinali assunti; inoltre, non essendo altrimenti specificato, la scelta di quali prodotti/sostanze includere o meno tra i medicinali e in quale categoria è a discrezione dei partecipanti (si pensi, per esempio, ai prodotti omeopatici o, per le ragazze, agli analgesici utilizzati nei giorni del ciclo mestruale).

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