Articoli scientifici
14/02/2016

Quando ricerca e raccomandazioni cliniche sono in (momentanea) contraddizione: la valutazione dello screening del tumore polmonare per soggetti ad alto rischio in Europa e negli Stati Uniti

Il tumore del polmone è la prima causa di morte per malattia neoplastica in Italia. Negli ultimi decenni, i tassi di incidenza sono diminuiti, ma, a causa dell’invecchiamento della popolazione, il numero di decessi per questa patologia è costante nel tempo. I tassi di sopravvivenza a 5 anni sono nel frattempo rimasti bassi, con un massimo osservato del 17%. Nel 2011 sono stati pubblicati i risultati dello studio americano National Lung Screening Trial (NLST) randomizzato, controllato (TC vs. RX toracica), che mostrano una riduzione di mortalità per causa del 20%, in un totale di circa 53.000 soggetti. In Europa sono stati avviati 7 studi randomizzati il cui follow-up è ancora in corso: lo studioNelson, con circa 16.000 arruolati, è il più grande e i primi risultati sono attesi prossimamente. Negli Stati Uniti, la US Service PreventiveTask Force, agenzia governativa di valutazione, ha raccomandato l’offerta di screening a soggetti a rischio, e lo screening per il tumore del polmone è stato adottato all’interno del sistemaMedicare. In base a questi protocolli, lo screening dovrebbe essere offerto a soggetti ad alto rischio fino a 74 oppure 80 anni di età. In Europa, le raccomandazioni che scoraggiano lo screening per il tumore del polmone non sono state modificate in nessuno degli Stati membri. L’implementazione è condizionata da una valutazione di tecnologia e soprattutto dalla valutazione delle migliori strategie di selezione per i soggetti ad alto rischio, inclusi gli esposti ad amianto, attraverso studi prospettici di valutazione.

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