Articoli scientifici
10/03/2025

«Non esco più»: un’analisi del ritiro sociale volontario tra gli studenti 15-19enni italiani

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Introduzione

Il ritiro sociale volontario sta acquisendo attenzione agli occhi della comunità scientifica per le dimensioni che sembra progressivamente assumere e per le conseguenze sul benessere delle persone e della comunità. Alla fine del Novecento, il fenomeno è stato identificato nel contesto giapponese con il termine “hikikomori”, con riferimento alla condotta di isolamento dal mondo esterno, disinvestendo dai legami sociali con amici e conoscenti. Diversi autori si sono interessati al significato che le interazioni online e la crescente pervasività delle tecnologie digitali mostrano avere nella diffusione e riconfigurazione del fenomeno, in particolare alla luce del ruolo che hanno assunto negli anni della pandemia di COVID-19.1-3 Inizialmente considerata una culture-bound syndrome,4,5 è stata più di recente osservata anche in altri Paesi, incusa l’Italia, suggerendo che questi modelli di comportamento si stiano diffondendo soprattutto nei Paesi sviluppati.6-8 Dal 2005, sono stati descritti casi clinici e studi non solo in Asia, ma anche in Nord e Sud America, Europa e Oman.9-13
La letteratura indica che si tratta perlopiù di giovani, di sesso maschile, che trascorrono gran parte del tempo nella propria camera o abitazione e talvolta utilizzano internet come strumento principale di comunicazione con il mondo esterno.5,7 Tuttavia, è ormai provata l’esistenza di diverse sottotipizzazioni della condotta di ritiro sociale volontario nelle diverse culture di appartenenza.14 Negli Stati Uniti, risulta prevalentemente associata a percezione di solitudine e uso di sostanze, mentre in India è associata ad ampio uso dei social network,15 facendo spazio all’idea che possa essere declinato in base alle caratteristiche che la società contemporanea ha assunto nei diversi Paesi.16 Tra le conseguenze per la salute identificate si registrano l’aumento ponderale,17 la compromissione del ciclo sonno-veglia, la graduale perdita di competenze comunicative, fino alla compromissione delle competenze sociali,18 nonché le ripercussioni a lungo termine sulla salute mentale per l’alienazione dovuta a uno stato cronico di solitudine.19
La condizione hikikomori è spesso associata a bassa autostima, ansia, depressione e, talvolta, a quadri psichiatrici di tipo psicotico,5,20,21 rendendo difficile districare sintomi e comportamenti in larga parte sovrapponibili e identificare l’impatto fattoriale delle condizioni comorbili sull’equilibrio di salute. La ricerca prevalente, di taglio medico-psichiatrico,9 dibatte se l’hikikomori sia un’evoluzione di disturbi mentali preesistenti o una sindrome autonoma,5 trattabile come patologia soggettiva.22 Al contrario, un approccio educativo e sociale propone di demedicalizzare il fenomeno,23 interpretandolo come uno stallo di tutti e quattro i compiti evolutivi specifici della fase dell’adolescenza, derivante da una fragilità narcisistica alimentata da ideali interiorizzati durante la fase dello splendore infantile.24
Nel 2019, Kato e colleghi5 hanno proposto l’inserimento della sindrome hikikomori all’interno del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders suggerendo criteri diagnostici che includono un marcato isolamento all’interno della propria abitazione che perdura per un tempo di almeno 6 mesi, tale da causare la compromissione del funzionamento quotidiano.25 Kato propone anche diversi livelli di gravità basandosi sulla frequenza delle uscite.5
Analogamente, Crepaldi26 identifica tre fasi di progressione: evitamento iniziale della scuola e della socialità, evoluzione verso attività solitarie selettive e, infine, ritiro completo. 
Wong et al.27 distinguono il ritiro primario, caratterizzato da isolamento volontario senza psicopatologie, e quello secondario, associato a disturbi psichici preesistenti.
Nonostante l’interesse crescente, la letteratura presenta pochi studi sulla diffusione del fenomeno. Per contribuire a colmare questa carenza, il presente studio analizza prevalenza e caratteristiche del fenomeno in Italia tra gli studenti di età compresa tra i 15 e i 19 anni. La fase evolutiva che caratterizza lo sviluppo di questa fascia d’età predispone i soggetti a componenti stressogene comunemente associate con la scelta di ritiro sociale, quali aspettative sociali ed economiche, costruzione identitaria e di genere.28 La popolazione del ciclo scolastico superiore costituisce un campione peculiare, dal momento che la compilazione del questionario avviene in classe interessando quindi solo ragazzi che (ancora o nuovamente) frequentano la scuola. Tuttavia, studiare il fenomeno nel contesto della scuola consente di cogliere alcune caratteristiche del suo divenire e strutturarsi, indispensabili per rendere più efficace l’intervento istituzionale.
Lo studio vuole anche analizzare i fattori associati al fenomeno e al rischio di mettere in atto il comportamento, così da identificare gli ambiti sui quali può essere più rilevante concentrare lo sforzo preventivo.

Metodi

I dati provengono da ESPAD®Italia, uno studio campionario nazionale condotto annualmente dal 1999 per monitorare i comportamenti a rischio tra gli studenti delle scuole superiori di secondo grado. Il disegno di studio è trasversale e la partecipazione è totalmente anonima e volontaria, attraverso un questionario autosomministrato in ambiente scolastico. La popolazione oggetto di studio comprende gli studenti di età 15-19 anni che frequentano istituti di istruzione secondaria di secondo grado, pubblici e paritari. Il questionario è compilato in classe sotto la supervisione dell’insegnante. Le scuole campionate vengono arruolate attraverso procedura postale e/o telefonica per fissare la conduzione della rilevazione nei mesi di marzo-maggio. Il campionamento include un metodo casuale e stratificato a tre stadi (stratificazione geografica, stratificazione degli istituti, selezione casuale delle classi), con le classi scolastiche che costituiscono l’unità finale di campionamento. Questa procedura assicura la rappresentatività a livello nazionale e la generalizzabilità dei risultati. Maggiori informazioni sulla metodologia ESPAD®Italia sono disponibili altrove.29 
Lo studio aderisce alle linee guida etiche europee e nazionali e ha ricevuto l’approvazione etica (n. 0027159/2019) dal Comitato per l’etica e l’integrità della ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Per analizzare l’andamento temporale della prevalenza del ritiro sociale volontario in Italia, sono state incluse le tre annualità di raccolta dati disponibili (2021-2023), con le numerosità campionarie mostrate in tabella 1. 
Il numero di missing per le variabili sesso ed età è inferiore al 3,5%.

Tabella 1. Caratteristiche del campione ESPAD®Italia. Anni 2021-2023.
 

Il tasso di rispondenza elevato e costante negli anni suggerisce un rischio limitato di bias di selezione. Le informazioni raccolte attraverso gli insegnanti indicano che i non partecipanti comprendono studenti assenti per motivi contingenti (malattia o impegni occasionali), senza consenso dei genitori per partecipare allo studio o che scelgono volontariamente di non partecipare per motivi non raccolti.

Misure

Variabili dipendenti

Agli studenti è stato chiesto «Nell’arco della tua vita, senza considerare il lockdown dovuto all’emergenza sanitaria da COVID-19, ti è mai capitato di non uscire di casa per un tempo significativo, senza andare a scuola e/o frequentare amici e/o conoscenti?». Le risposte possibili erano «No», «Sì» e «No, ma avrei voluto». Chi ha risposto positivamente ha indicato la durata dell’isolamento rispondendo alla domanda condizionata «Per quanto tempo sei rimasto volontariamente isolato? Meno di una settimana; 1-2 settimane; 1-2 mesi; 3-5 mesi; 6 mesi o più». La prevalenza di isolamento sociale volontario per almeno 6 mesi è calcolata come percentuale di rispondenti «6 mesi o più» alla domanda condizionata tra coloro che hanno risposto «Sì» alla domanda principale. Partendo da questi due item, è stata costruita la variabile dipendente “hikikomori vita” che individua i ragazzi che si sono isolati per un periodo di tempo di almeno 6 mesi nel corso della vita vs coloro che non si sono isolati o sono rimasti isolati per un periodo di tempo inferiore ai 6 mesi (n. 24.288).
Agli studenti è stato domandato «Durante la settimana, escludendo quando vai a scuola, quanto spesso lasci la tua stanza e/o esci di casa (es. per andare in giro con gli amici, praticare attività sportiva, bisogni personali)? Rispondi facendo riferimento solo ai periodi in cui NON ci sono state restrizioni dovute alla pandemia COVID-19». Le possibili risposte erano «Non lascio mai la mia stanza; 1 o meno giorni a settimana; 2-3 giorni a settimana; 4 o più giorni a settimana». La seconda variabile dipendente (“ritiro corrente”) individua coloro che hanno risposto «Non lascio mai la mia stanza», considerati attualmente a rischio di sviluppare ritiro sociale volontario, indipendentemente dall’eventuale appartenenza al gruppo “hikikomori vita”.

Variabili indipendenti

L’analisi ha esplorato una gamma di fattori sociodemografici, comportamentali e relazionali.
I fattori sociodemografici comprendono:

  • sesso;
  • età, trattata come variabile continua;
  • condizione economica famigliare riferita dai partecipanti alla domanda «Come valuti economicamente la tua famiglia rispetto alle altre famiglie italiane?» (opzioni di risposta: «Tantissimo al di sopra, Molto al di sopra, Al di sopra, Circa lo stesso, Al di sotto, Molto al di sotto, Tantissimo al di sotto») e categorizzata in due livelli: “bassa” e “medio-alta”;
  • composizione famigliare, rilevata con la domanda «Quali di queste persone vivono in casa con te?» (opzioni multirisposta: «Vivo da solo, Padre, Partner/marito di mia madre, Madre, Partner/moglie di mio padre, Fratello/i e/o sorella/e, Nonna/o e/o nonni, Altra/o parente, Convivente/i non parente/i») categorizzata in “famiglia tradizionale” (almeno padre e madre) e “non tradizionale” (altre soluzioni abitative).

Le variabili relazionali includono:

  • sentirsi sostenuti affettivamente, categorizzato in “di rado/quasi mai” o “qualche volta/quasi sempre”;
  • altri fattori riguardanti il rapporto con i compagni di classe, come sentirsi escluso e mancanza di piacere nel frequentare qualcuno.

Tra i fattori comportamentali analizzati sono inclusi:

  • i consumi di sostanze: uso giornaliero di tabacco, di alcol nel mese e di psicofarmaci prescritti nella vita;
  • il gioco ai videogame a rischio, analizzato con lo Screening Test for Problematic Gaming (STPG);30
  • l’uso di internet a rischio, misurato con lo Short Problematic Internet Use Test (SPIUT);31
  • il coinvolgimento nel cyberbullismo come vittima e in zuffe o risse nel corso della vita. 

Altre variabili individuali riguardano:

  • il rendimento scolastico, rilevato con la domanda «Quale dei seguenti giudizi descrive meglio il tuo andamento scolastico nell’ultimo quadrimestre?» («Ottimo, Buono, Medio: più che sufficiente, sufficiente, appena sufficiente, Basso: insufficiente, molto insufficiente, pessimo») classificato come “basso” (insufficiente o gravemente insufficiente) o “medio/alto” (da appena sufficiente a ottimo);
  • l’indice di massa corporea (IMC), stratificato in “sottopeso/normopeso” e “sovrappeso/obeso” secondo i valori WHO z-score a ciascuna età (tra 15 e 19 anni) + 6 mesi.32

Analisi statistiche

Per osservare i trend di prevalenza è stato eseguito il Royston p trend test per l’andamento lineare delle proporzioni.
Una regressione logistica multivaribile è stata condotta per ciascuna variabile indipendente, controllando per sesso ed età (tabella S3, vedi materiali supplementari online). Una selezione di variabili effettuata sulla base delle analisi eseguite e della letteratura scientifica di riferimento, è stata inclusa nei due modelli di regressione logistica multivariabile utilizzati per far emergere le caratteristiche associate agli outcome “hikikomori vita” e “ritiro corrente” sul campione aggregato 2021-2023. 
Per tenere in considerazione la stratificazione del campione e il clustering a livello di classe è stato utilizzato il modulo Complex Samples di SPSS che consente di specificare il disegno di studio, inserendo le variabili di stratificazione (area geografica e istituto scolastico), la variabile di cluster (classe) e il peso campionario.
Le analisi sono state eseguite con Stata 13 e SPSS 26.

Risultati

La distribuzione delle caratteristiche del campione per variabile di outcome è mostrata nelle tabelle S1 e S2 (vedi materiali supplementari online).
Nel 2023, la prevalenza di isolamento volontario per almeno 6 mesi nel corso della vita è stata del 2,0% (IC95% 1,8-2,2). Il fenomeno è leggermente più diffuso tra le ragazze (2,2% vs 1,8% ragazzi; p=0,021).

Figura 1. Prevalenza di isolamento sociale volontario per almeno 6 mesi nel corso della vita e ritiro corrente: trend percentuale. Anni 2021-2023.
 

L’andamento temporale tra il 2021 e il 2023 mostrato in figura 1 mette in rilievo una diminuzione non significativa della prevalenza di isolamento volontario per almeno 6 mesi rispetto al 2022, sebbene superiore al dato rilevato nel 2021 (p x trend = 0,065).
La figura 1 mostra anche l’andamento del “ritiro corrente”, pari a 11,3% (IC95% 10,0-12,6) nel 2023, che risulta invece raddoppiata rispetto al 2021 (p x trend <0,001). In questo caso, la diffusione è maggiore tra i ragazzi (13,1% vs 9,1% ragazze; p <0,001).
Dai modelli di regressione multivariabile che tengono in considerazione le variabili indipendenti selezionate (tabella 2), emerge che l’outcome “hikikomori vita” si associa positivamente a sentirsi esclusi dai compagni di classe (OR 1,17; IC95% 1,14-4,12) e a insoddisfazione nel rapporto con i propri amici (OR 2,18; IC95% 1,34-3,53). Essere stati vittima di cyberbullismo è associato a una maggiore probabilità di “hikikomori vita” (OR 1,76; IC95% 1,09-2,87), così come l’uso di internet a rischio (OR 1,08; IC95% 1,03-1,13). 
Per l’outcome “ritiro corrente”, le analisi mostrano associazione positiva con il non aver piacere nel frequentare qualcuno (OR 3,63; IC95% 2,27-5,79). Risulta invece un’associazione negativa con il rendimento scolastico medio/alto (OR 0,50; IC95% 0,31-0,80) e con l’aver preso parte a zuffe o risse (OR 0,55; IC95% 0,43-0,71).
Entrambi gli outcome sono associati positivamente all’avere una famiglia non tradizionale (“hikikomori vita”: OR 1,64; IC95% 1,00-2,71; “ritiro corrente”: OR 2,57; IC95% 1,94-3,41) e giocare eccessivamente ai videogame (“hikikomori vita”: OR 1,28; IC95% 1,07-1,53; “ritiro corrente”: OR 1,12; IC95% 1,00-1,25) e negativamente al consumo di alcol nel mese (“hikikomori vita”: OR 0,58; IC95% 0,37-0,91; “ritiro corrente”: OR 0,56; IC95% 0,44-0,71).

Tabella 2. Fattori associati alle condizioni “hikikomori vita” e “ritiro corrente”: odds ratio (OR) e relativi intervalli di confidenza al 95%.
 

Discussione

Nel 2023, il 2,0% gli studenti 15-19enni ha riferito di aver esperito il ritiro sociale volontario per almeno 6 mesi nel corso della vita. Una prevalenza esigua, ma non trascurabile, corrispondente a circa 50.000 tra ragazzi e ragazze del ciclo scolastico superiore, stando ai dati annuali degli iscritti forniti dal Ministero dell’Istruzione.29
Sebbene la rilevazione si limiti al setting scolastico, potendo intercettare solo quanti hanno già esperito il comportamento nel corso della vita fino ai 15-19 anni, nonché coloro che sono a rischio di svilupparlo al momento corrente, una rilevazione puntuale e sistematica nel tempo può fornire contezza della diffusione del fenomeno per orientare gli sforzi preventivi.
Stime italiane non ufficiali dedotte dall’affluenza di casi alle varie agenzie sociosanitarie indicano circa 100.000 giovani adulti, soprattutto di sesso maschile. Sorprende, dunque, che i risultati qui presentati indichino una quota femminile superiore sia tra gli hikikomori sia tra i ritirati correnti, confermando altri dati indiziari.33 Per quanto concerne il “ritiro corrente”, i trend hanno mostrato un incremento importante tra il 2021 e il 2023, che merita un monitoraggio continuo. 
L’andamento divergente dei due fenomeni sottende una differenza sostanziale tra i due outcome. Per quanto il meccanismo di difesa del ritiro rappresenti un denominatore comune e si possa supporre che in una certa quota i due fenomeni siano in continuità, non dobbiamo ritenere che il ritiro corrente preluda necessariamente all’hikikomori. Infatti, potrebbe portare ad altre configurazioni patologiche, così come risolversi spontaneamente, dopo un buon uso del momento di tregua del “ritiro corrente”.

Maschile e femminile

Diversi studi rilevano che le aspettative sociali spesso portano a sottovalutare l’isolamento nelle donne, poiché i ruoli tradizionali di genere normalizzano il loro ridotto impegno sociale, tanto che un certo grado di isolamento potrebbe risultare trascurato o considerato socialmente accettabile. Al contrario, tra i maschi, il ritiro sociale è più facilmente patologizzato.34,35 La stereotipizzazione culturale rende la timidezza e la discrezione femminili più conformanti rispetto a quelle maschili.36 Questi fattori, pur in diversa misura, appartengono sia alla cultura occidentale sia a quella nipponica.37 Yong sottolinea che le alte aspettative di ruolo e prestazione che convergono sul genere maschile nella società giapponese contribuiscono a peggiorare le condizioni di salute mentale degli uomini ritirati. Viceversa, le donne che si ritirano possono ricevere minore enfatizzazione sociale, che le protegge dalla stigmatizzazione, portando quindi a trascurare il problema.37 Inoltre, il ritiro sociale femminile in adolescenza sembra essere meno prodromico di una cronicizzazione, apparendo più funzionale alla risoluzione di dismorfofobie, a manovre di evitamento per ridefinire relazioni interpersonali o all’elaborazione di episodi depressivi reattivi.38,39 Queste considerazioni possono in parte spiegare la disparità di genere registrata in letteratura nella prevalenza degli hikikomori e, di contro, l’allineamento quantitativo dell’isolamento sociale volontario registrato nel presente studio.
Il rapporto internazionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla salute mentale registra in Italia un’incidenza elevata di problematiche psicologiche tra le ragazze e un divario di genere nella salute mentale particolarmente accentuato.40 Questo gap potrebbe contribuire a inquadrare il fenomeno come possibile esito del divario di genere nella salute mentale e nel benessere tra gli adolescenti.

Ritiro sociale volontario e variabili relazionali

Si evince una fatica diffusa nei rapporti coi coetanei, anche se in maniera differenziale tra i due outcome. Sebbene la direzione delle associazioni sia la stessa, la condizione “hikikomori vita” si associa alla sensazione attuale di esclusione da parte dei pari e all’insoddisfazione nelle relazioni amicali, mentre il “ritiro corrente” risulta fortemente associato al non provare piacere nel frequentare altre persone. Esperienze di cyberbullismo nella vita sono associate alla condizione “hikikomori vita”, ma non al “ritiro corrente”, dove l’associazione mostra una direzione opposta. Questi risultati sono congruenti con la letteratura che vede le difficoltà relazionali con i pari come la principale causa del ritiro in Europa, diversamente dal Giappone e altri Paesi asiatici, dove stress da prestazioni scolastiche, aspirazioni genitoriali e problematiche familiari sono più rilevanti.41,42

Ritiro sociale e abuso di internet

Cerniglia et al.43 hanno sottolineato la relazione tra dipendenza da internet e salute mentale negli adolescenti, in parte sovrapponibile a condizioni quali il ritiro sociale volontario, conflitti familiari, perdita di controllo, sentimenti di rabbia, sintomi di angoscia. La ricerca qualitativa sul fenomeno tende a interpretare l’abuso di internet più come l’effetto che non la causa del ritiro, mettendo in evidenza gli aspetti di risorsa potenziale delle connessioni in rete per la persona ritirata.44 L’abuso di gaming online, in particolare, funge da facilitazione della scelta del ritiro, rendendo più confortevole l’ambiente di rifugio, diventando successivamente fattore di rinforzo positivo nel mantenimento del comportamento.45

Ritiro sociale e comportamento violento

L’associazione positiva con l’aver preso parte a comportamenti violenti può apparire in contraddizione con la condotta di autoesclusione. In realtà, i processi di esternalizzazione/internalizzazione della rabbia e del conflitto possono tipicamente avvicendarsi a quell’età nella ricerca del sollievo psichico. L’acting out violento risulta funzionale alla scarica di aggressività latente, come può anche essere espressione dell’ansia di accettazione da parte dei pari che prevale sulle resistenze a tale comportamento.46 Agiti violenti della persona ritirata sociale non sono infrequenti all’interno del contesto familiare.47 Viceversa, il “ritiro corrente” ha mostrato un’associazione indiretta con i comportamenti violenti nella vita, a suggerire una connotazione differenziale dei due fenomeni.

Ritiro sociale e IMC

Sovrappeso e obesità sono sia concausa sia possibile conseguenza della condotta di ritiro sociale. Il sovrappeso è spesso correlato a dismorfofobia e a condotte di evitamento.38 Lo stile di vita totalmente sedentario e l’alimentazione spesso sregolata di chi si è ritirato possono comportare l’aumento ponderale. Tuttavia, il disegno cross-sectional del presente studio non consente inferenze causali e i risultati vanno considerati come mera associazione tra la condizione attuale di sovrappeso/obesità e la condizione di “ritiro corrente”. Anche l’outcome “hikikomori vita” mostra la stessa direzione di associazione, sebbene le due variabili non siano necessariamente concomitanti nel tempo.

Ritiro sociale e psicofarmaci

Una revisione sistematica del 201948 ha valutato la prevalenza del fenomeno a livello globale e la concomitanza con la presenza di sintomi psichiatrici maggiori, portando in luce la sovrapposizione delle condotte di ritiro con un vastissimo spettro di disturbi.
L’associazione positiva rilevata nell’analisi qui riportata tra “hikikomori vita” e la pregressa prescrizione di psicofarmaci supporta l’ipotesi dell’hikikomori secondario, per cui il comportamento rappresenterebbe una manifestazione o conseguenza di un disturbo psichiatrico.25 Tuttavia, la prescrizione di psicofarmaci non risulta associata al “ritiro corrente”, mostrando anzi direzione inversa, condizione che potrebbe essere prodromica di un rischio di isolamento volontario anche in assenza di comorbilità psichiatriche. Questo risultato si pone nel solco dell’ipotesi opposta, che vede la necessità di considerare l’hikikomori come un nuovo disturbo psichiatrico primario.5,11,49
Alternativamente, si può ipotizzare che il “ritiro corrente” rappresenti una manifestazione visibile di problemi psicologici più complessi, che potrebbero non essere stati individuati da parte di scuola, famiglia o servizi di salute mentale. Questo approccio mette in luce la possibilità che molti adolescenti stiano affrontando problematiche di salute mentale significative che richiedono attenzione, ma che possono rimanere non riconosciute.

Limiti e punti di forza dello studio

I risultati del presente studio dovrebbero essere interpretati alla luce delle limitazioni comuni alle rilevazioni campionarie. Le informazioni raccolte si basano su risposte autoriferite non confermate attraverso metodi oggettivi. Inoltre, il disegno trasversale dello studio preclude la possibilità di trarre inferenze causali dalle associazioni rilevate. Per quanto riguarda la problematicità dei modelli di utilizzo di internet e di videogame, le scale SPIUT e STPG mancano di un cut-off clinico, perciò il punteggio derivante è stato utilizzato nell’analisi come variabile continua.
La scelta di effettuare una rilevazione nel setting scolastico potrebbe sollevare obiezioni relative all’intercettabilità della problematica, poiché è plausibile che individui con livelli più elevati di isolamento o con condizioni psicologiche più vulnerabili abbiano minore probabilità di partecipare allo studio. Tuttavia, la scelta del contesto scolastico è attentamente ponderata, da una parte sulla necessità di utilizzare una metodologia standardizzata e solida quale ESPAD®Italia, dall’altra sulla possibilità di intercettare un momento topico nella vita dell’adolescente in cui il fenomeno assume la sintomatologia più acuta e caratterizzante. Anche se potenzialmente i risultati di prevalenza sono passibili di una sottostima dovuta a un bias di non risposta dei casi attualmente usciti dalle maglie del tessuto scolastico, questa ricerca è la prima a esplorare quantitativamente il fenomeno in Italia e a proporre una rilevazione sistematica annuale nella popolazione scolastica del ciclo superiore, ponendo così le basi per un monitoraggio necessario della problematicità e delle sue evoluzioni nel tempo.

Conclusioni

Lo studio ha fornito la prima stima quantitativa del ritiro sociale volontario nella popolazione studentesca 15-19enne italiana, mettendo in luce che il fenomeno è una realtà preoccupante tra gli adolescenti italiani, con un impatto significativo sul benessere mentale e sociale dei giovani. Il dato in controtendenza, relativo alla lieve prevalenza femminile del fenomeno, richiede un approfondimento che prenda in considerazione sia la stereotipizzazione dei ruoli sia la possibile maggiore aspecificità motivazionale nella fase di insorgenza della problematica.
Fattori come la percezione di esclusione sociale, i comportamenti online problematici e l’uso di psicofarmaci sono fortemente associati con il fenomeno. L’inclusione di strategie educative nelle scuole può rappresentare un passo cruciale per identificare e supportare gli studenti a rischio, promuovendo maggiore integrazione sociale e benessere.

Conflitti di interesse dichiarati: nessuno.

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