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23/12/2020

Malattie croniche e rischio di ammalarsi di COVID-19 sintomatica: risultati di uno studio case-population su un campione di casi in AUSL Toscana Centro

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Introduzione: la pandemia di COVID-19 costituisce un’importante sfida per i sistemi sanitari di tutto il mondo, con poco meno di 10.000 casi in Toscana e circa 4.500 in AUSL Toscana Centro all’11.05.2020. Diversi sono i fattori di rischio segnalati, tra cui età, genere maschile e alcune cronicità come ipertensione, diabete, malattie respiratorie e cardiovascolari. Tuttavia, l’importanza relativa delle cronicità preesistenti è ancora da approfondire.
OBIETTIVI:
valutare il ruolo delle malattie croniche nel rischio di sviluppare forme clinicamente evidenti (almeno lievi) di infezione da SARS-CoV-2 nella popolazione della AUSL Toscana Centro.
DISEGNO:
studio case-population.
SETTING E PARTECIPANTI:
è stato considerato come “caso” un soggetto con tampone positivo al SARS-CoV-2 con stato clinico almeno lieve residente nella AUSL Toscana Centro, come “controllo” sono considerati tutti i soggetti residenti nella AUSL Toscana Centro al 01.01.2020. Sono esclusi dall’analisi gli under 30 e i pazienti ospiti di residenze sanitarie assistite.
PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME:
l’analisi valuta l’effetto di genere, età, tumori e delle principali cronicità sull’insorgenza di un’infezione con sintomi almeno lievi tramite il calcolo di odds ratio (OR) con modelli di regressione logistica univariata e multivariata (per produrre OR aggiustati per possibili confondenti).
RISULTATI: tra i 1.840 casi, rispetto alla popolazione generale, è maggiore la presenza di uomini e di persone con più di 60 anni di età. Quasi tutte le patologie croniche considerate sono più frequenti tra i casi, rispetto alla popolazione generale. In generale, un malato oncologico o cronico, a parità di genere ed età, ha il 68% di rischio in più di risultare positivo con sintomatologia almeno lieve. Molte delle patologie considerate mostrano un effetto sul rischio di ammalarsi di COVID-19 in forma sintomatica, che permane anche una volta aggiustato per l’effetto delle altre comorbilità del paziente. Tra le principali, sono annoverate l’insufficienza cardiaca, i disturbi psichiatrici, il morbo di Parkinson e le malattie reumatiche.
CONCLUSIONI:
questi risultati, se da una parte confermano alcune evidenze già emerse in altri studi sulla casistica dei pazienti COVID-19, dall’altro aggiungono informazioni sul rischio riconducibile alle principali patologie croniche nella popolazione, riferito alle forme sintomatiche e depurato dall’effetto dell’anzianità, del genere o dell’eventuale copresenza di più malattie. Queste stime di rischio dovrebbero auspicabilmente guidare interventi di prevenzione da parte dei servizi territoriali per proteggere in maniera mirata i pazienti cronici affetti dalle patologie più a rischio.

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