Industrial contaminated sites and health: results of a European survey
INTRODUZIONE: i siti industriali contaminati (ICS) sono stati riconosciuti come un importante problema di salute, poiché implicano l’esposizione a numerosi fattori di stress ambientali, normalmente distribuiti in modo non uniforme all’interno della popolazione. La COST Action on Industrially Contaminated Sites and Health Network (ICSHNet) è una rete di esperti a livello europeo finalizzata a chiarire le lacune di conoscenza, le necessità e le priorità per meglio caratterizzare l’impatto che gli ICS hanno sull’ambiente e sulla salute.
OBIETTIVI: valutare la disponibilità di informazioni e studi riguardanti i siti industriali contaminati presenti nei Paesi appartenenti alla rete ICSHNet, prendendo in considerazione in particolare l’accessibilità ai dati ambientali, sanitari e demografici, e la disponibilità di strumenti di ricerca e valutazione.
METODI: per valutare la disponibilità di dati, è stato sviluppato un questionario chiamato Action questionnaire (AQ), basato su questionari precedenti utilizzati in altri progetti europei e sulla consultazione di esperti. L’AQ, contenente 84 item organizzati in 8 sezioni, è stato adattato creando una versione on-line tramite il software LimeSurvey. L’indagine è stata condotta inviando l’AQ a 47 partecipanti scelti all’interno della rete ICSHNet, che avevano precedentemente contribuito a costruire una lista di 99 ICS.
RISULTATI: sono state raccolte informazioni da 81 siti sui 99 inizialmente selezionati, segnalati da 45 partecipanti provenienti da 27 Paesi (l’82% dei Paesi presenti nella rete ICSHNet). Le attività inquinanti predominanti sono state lo smaltimento dei rifiuti (46%) e le industrie chimiche (37%), che interessano tutti i comparti ambientali, ma in modo più estensivo le acque superficiali e sotterranee (70%) e il suolo (68%).
Le principali categorie di contaminanti che interessano comparti ambientali sono i metalli pesanti e gli idrocarburi clorurati, ma anche BTEX (benzene, toluene, etilbenzene e xilene) e inquinanti atmosferici (per esempio, particolato, SOx). La valutazione del rischio sulla salute umana è stato l’approccio metodologico prevalentemente utilizzato per caratterizzare gli impatti sulla salute (32%), seguito da studi epidemiologici (26%) e valutazione di impatto ambientale (12%). La bassa numerosità nella risposta, in riferimento sia alla disponibilità di dati sia alle metodologie, potrebbe essere dovuta all’assenza di dati o al fatto che la persona che li ha comunicati (i più erano provenienti dal settore della sanità pubblica) non era in grado di ottenere informazioni esaustive di tipo ambientale.
CONCLUSIONI: i risultati dell’indagine suggeriscono che è di cruciale importanza migliorare la raccolta e l’accesso ai dati specifici ambientali, sanitari e demografici legati agli ICS. In questo modo, sarà possibile soddisfare i requisiti metodologici per meglio analizzare l’impatto sulla salute degli ICS.