Epidemia di COVID-19: l’esperienza della struttura socio sanitaria territoriale provinciale di Mantova
OBIETTIVI: Descrivere l’andamento dell’epidemia di COVID-19 presso gli ospedali dell’ASST di Mantova nel periodo febbraio 2020-aprile 2021.
DISEGNO: studio osservazionale.
SETTING E PARTECIPANTI: sono stati raccolti i dati delle SDO di tutti i pazienti ricoverati negli ospedali dell’ASST dal 26.02.2020 al 30.04.2021 con diagnosi di COVID-19. Inoltre, sono stati raccolti i dati dei pazienti valutati nei Pronto soccorso e non ricoverati
PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: i dati delle SDO sono incrociati con i dati di laboratorio per la diagnosi di infezione. I reparti di ricovero sono stati classificati in “bassa intensità” e in “media/alta intensità”. Il confronto è stato esteso anche in relazione alle diverse fasi dell’epidemia.
RISULTATI: sono stati ricoverati 2.738 pazienti, tra i quali si sono osservati 510 decessi (17,3%), mentre altri 1.736 pazienti sono stati valutati presso i Pronto soccorso senza essere ricoverati. Tra questi ultimi, si sono osservati 166 decessi (9,6%). Tra i ricoverati, la classe di età prevalente è stata ≥65 anni, con una tendenza a una riduzione nella terza ondata. La proporzione di ricoveri in reparti a media/alta intensità è aumentata in modo significativo nella seconda ondata rispetto alla prima. La mortalità osservata ha subito una significativa riduzione nella seconda e terza ondata nelle aree a bassa intensità (da 21,9% a 14,3% a 12,7%) (p<0,001), mentre è rimasta sostanzialmente costante nelle aree a media/alta intensità (28,0%, 29,6% e 28,3%). La mortalità dei pazienti con oltre 65 anni è stata del 26,7%. Il genere femminile ha manifestato una minore mortalità (OR 0,690; IC95% 0,560-0,840), nonché una minore incidenza di ricoveri in media/alta intensità (OR 0,556; IC95% 0,459-0,673) in tutte le fasi considerate. Infine, includendo anche i pazienti non ricoverati, la mortalità generale osservata è stata del 15,1%.
CONCLUSIONI: si è osservato un peggior outcome sia in termini di mortalità sia di gravità della malattia per il genere maschile rispetto al femminile e per le età più avanzate, nonché un miglioramento significativo degli esiti nella seconda e terza ondata rispetto alla prima.