Articoli scientifici
26/04/2010

Cosa dicono i nuovi dati sull'incidenza del cancro in Africa settentrionale

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Introduzione

Per lungo tempo, un solo Registro tumori nell’Africa del Nord ha contribuito quasi regolarmente con i propri dati alla serie dei volumi Cancer Incidence in Five Continents (CI5): il Registro algerino di Sétif, dal 1986. La volta che il Registro di Sétif ha segnato il passo (non è stato incluso nel volume 8), è stato avvicendato da quello di Algeri, che vi ha fatto la sua unica apparizione. L’Algeria è stata così il solo Paese della regione a offrire indicatori di incidenza con continuità. Pochi altri Registri in area nordafricana hanno in passato pubblicato i loro dati attraverso monografie locali, sicuramente informative, ma di circolazione limitata e incostante al di fuori dei rispettivi Paesi. Il quadro è cambiato completamente nel corso dell’ultimo anno, quando si è raggiunto un totale di sette aree i cui dati di incidenza, di qualità buona o accettabile, sono stati pubblicati su CI5, o su riviste peer reviewed, o su siti web, o almeno attraverso accurate pubblicazioni locali ottenibili via e-mail su richiesta agli autori.1-9 Tutti i quattro Paesi mediterranei del Maghreb (Marocco, Algeria, Tunisia, Libia) e l’Egitto sono ora serviti da uno o più Registri tumori che osservano popolazioni di medie o grandi dimensioni: la tabella 1 fornisce una sintesi dei loro dati, assieme a un confronto con i corrispondenti valori italiani, presi come esempio del livello dell’incidenza in Europa.1-10 La proporzione di popolazione attualmente coperta in Nord Africa varia dal 4,5% per l’Egitto al 26,4% per la Libia, con una media del 9,7% per l’intera regione, allorché la corrispondente copertura si attestava in passato intorno all’1%. A titolo di confronto si consideri che un livello di copertura di registrazione simile all’attuale nordafricano è stato raggiunto in Italia alla metà degli anni Ottanta.11 Fra i registri nordafricani, alcuni osservano popolazioni urbane (Algeri, Rabat, Casablanca, per esempio), altri intere province, e dunque campioni completi della geografia umana nazionale: città, villaggi, oasi, popolazioni nomadiche (è il caso di Garbiah, Benghazi, Sud Tunisino).



Figura 1. Paesi nordafricani e loro registri tumori.
Figure 1. North Africa countries and their Cancer registries. 

I dati

Il modello di rischio di cancro mostrato da questi dati appare decisamente peculiare. In ciascuno dei Paesi del Nord Africa il tasso di incidenza complessivo varia, in entrambi i sessi, fra un quarto e meno della metà (ed è in media un terzo) di quello correntemente osservato in Europa12 e per esempio in Italia.10 Per il tasso complessivo, le variazioni fra Paesi nordafricani sono molto minori della loro comune differenza rispetto all’Europa. Anche la distribuzione fra sedi tumorali nei Paesi considerati è piuttosto omogenea, con poche eccezioni, come l’alto livello di incidenza del tumore della vescica e del fegato negli uomini a Garbiah, in Egitto, o quello del cancro della mammella nelle donne ad Algeri. Altre differenze rilevanti sono il gradiente Est-Ovest nel rischio di tumori della cervice uterina e l’alto tasso di linfomi non Hodgkin nei dati egiziani. In entrambi i sessi i tumori più frequenti sono più o meno gli stessi che sono osservati (o erano osservati ancora recentemente) in Europa, con l’unica eccezione notevole del cancro dello stomaco. Questo quadro è completamente differente da quello che è conosciuto per l’Africa subsahariana, dove i tumori connessi ad agenti infettivi sono largamente i più frequenti. D’altronde, i quattro Paesi del Maghreb mediterraneo e l’Egitto sono tanto ampiamente paragonabili per aspetti demografici, economici e socioculturali,13 quanto sono diversi dai Paesi dell’Africa nera. Così che le somiglianze osservate non sono sorprendenti e appaiono coerenti con ciò che si conosce sulla distribuzione dei fattori di rischio e di protezione nella regione: limitata industrializzazione, minore inquinamento atmosferico da mezzi di trasporto e da fonti di riscaldamento, osservanza delle proibizioni religiose (al consumo di alcool e, sebbene in minor misura, di tabacco), controllo igienico tradizionale delle malattie infettive, dieta mediterranea, comportamenti sessuali e riproduttivi protettivi nei confronti dei tumori ginecologici.


Tabella 1. Tassi d’incidenza (x 100.000) nei Paesi del Nord Africa standardizzati per età (popolazione mondiale).
Table 1. Incidence rates (x 100,000) age-standardised (world population) in North Africa Countries.

 

La qualità

Nelle diverse forme delle loro rispettive pubblicazioni, questi dati sono generalmente accompagnati da sufficienti indicatori di qualità della registrazione, sebbene manchi il rapporto mortalità/incidenza per la indisponibilità di dati centralizzati di mortalità nei Paesi del Maghreb (disponibili invece in Egitto), e sebbene manchi di conseguenza l’indicatore della proporzione di casi registrati in base al solo certificato di morte. Gli altri indicatori tradizionali di qualità (proporzione delle verifiche morfologiche, distribuzioni per sede ed età, ventaglio delle fonti di informazione) raggiungono generalmente livelli di qualità buoni o accettabili. Rispetto alla completezza dei dati, la possibilità di mancato accesso alla diagnosi e alle cure sembra potersi escludere, in particolare nelle agiate aree urbane, come per esempio le città di Rabat o Sousse. Un certo grado di sotto-registrazione non può invece essere escluso, ma esso non dovrebbe rivelarsi molto influente rispetto alle grandi differenze di livello tra questi tassi e quelli europei, aspetto che costituisce il motivo principale del loro interesse. La citata indisponibilità di dati correnti di mortalità renderà non facile il compimento del secondo passo di evoluzione di questi Registri, quello della produzione di indicatori di sopravvivenza (e della futura derivazione di quelli di prevalenza) attraverso l’incrocio con i dati di mortalità. Non facile, però, non significa impossibile, e risulta che qualche registro Maghrebino stia tentando con tenacia la faticosa via del follow-up individuale dei casi incidenti.

Uno sforzo autoctono

L’istituzione dei Registri tumori nella regione è stata, in quasi tutti i casi considerati, una decisione del ministero o del-l’autorità sanitaria locale; l’aiuto internazionale di istituzioni (IARC in particolare), di consorzi, di società scientifiche (IACR, per esempio) o di singoli colleghi di altri registri, ha sicuramente fornito aiuto tecnico e scientifico in diverse occasioni, mentre le risorse economiche sono state quelle nazionali. Un poco differenti sono stati il caso del Registro di Garbiah, uno (con altri registri dell’area mediorientale) dei risultati del considerevole impegno messo in atto dallo statunitense National cancer institute attraverso il consorzio Middle East cancer consortium,14 e quello del Registro di Benghazi, dove decisiva è stata la cooperazione con il Registro tumori di Modena. L’Unione internazionale contro il cancro ha fornito aiuti indiretti, intervenendo con alcuni programmi sperimentali (di prevenzione primaria e secondaria) nei quali l’utilizzo dei dati dei registri era implicito, e il contributo degli epidemiologi dei registri implicato. Non risulta invece facile valutare quanto sia stato propulsivo il ruolo dell’Ufficio mediorientale dell’OMS. Infine, crediamo meriti segnalare al lettore italiano che il quinto Paese dell’Unione Maghrebina, la Mauritania, vede da qualche tempo in corso il tentativo di avviare anche nel proprio territorio un Registro tumori.

Conflitti di interesse: nessuno

Nota. Il lettore interessato ad acquisire i rapporti dei Registri tumori di Rabat, Casablanca e Benghazi1,2,7 può rivolgersi ai loro autori, i cui indirizzi e-mail sono reperibili presso gli autori del presente articolo.

Bibliografia

    1. Tazi MA, Benjaafar N, Er-Raki A. Registre des cancers de Rabat. Incidence des Cancers à Rabat. Année 2005. Edition 2009.

       

    2. Benider A, Bennani Othmani M, Harif M et al. Registre des cancers de la Région du grand Casablanca. Année 2004. Edition 2007.

       

    3. Hamdi Chérif M, Guerra D, Abdellouche D et al. Cancer incidence in Sétif 1998-2002. In: Curado MP, Edwards B, Shin HR, Storm H, Ferlay J, Heanue M, Boyle P (eds) Cancer incidence in five continents Vol. IX. Lyon, IARC Scientific publications N. 160, 2008. Per i periodi precedenti si veda anche: Parkin DM, Whelan SL, Ferlay J, Storm H. Cancer incidence in five continents, Vol. I to VIII. IARC CancerBase N. 7, Lyon, 2005 (accessibile dal sito IARC).

       

    4. Hammouda D, Bouhadef A, Aoun M et al. Cancer incidence in Alger 1993-97. In: Parkin DM, Whelan SL, Ferlay J et al.: Cancer incidence in five continents. Vol. VIII. IARC Scientific publications N. 155, Lyon 2002.

       

 

    1. http://www.sante.dz/insp/registre-tumeurs-alger-2006.pdf

 

  1. Korbi S, Hmissa S, Jaidane L et al., Cancer incidence in Sousse 19982002. In: Curado MP, Edwards B, Shin HR et al.: Cancer incidence in five continents Vol. IX . Lyon, IARC Scientific publications N. 160, 2008.

     

  2. El Mistiri M, El Mangush M, El Sahli N. Cancer incidence and mortality in Eastern Libya, 2004. Benghazi Cancer Registry.

     

  3. El Mistiri M, Verdecchia A, Rashid I et al. Cancer incidence in Eastern Libya: the first report from the Benghazi Cancer registry, 2003. Int J Cancer 2007; 120(2): 392-97.

     

  4. Amal SI, Hany H, Kadry I et al. Cancer incidence in Gharbiah 19992002. In: Curado MP, Edwards B, Shin HR et al.: Cancer incidence in five continents Vol. IX. Lyon, IARC Scientific publications N. 160, 2008.

     

  5. http://www.registri-tumori.it/cms/

     

  6. Zanetti R, Crosignani P, Rosso S. Il cancro in Italia, volume II. 1988-92. Il Pensiero Scientifico editore, 1997: pg. 4.
  7. Ferlay J, Bray F, Pisani P, Parkin DM. GLOBOCAN 2002: Cancer incidence, mortality and prevalence worldwide. IARC CancerBase N. 5. version 2.0, IARCPress, Lyon 2004. http://www-dep.iarc.fr/

     

  8. http://indexmundi.com/

     

  9. http://mecc.cancer.gov/

     

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