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18/10/2024

Contenimento della diffusione del COVID-19 nella popolazione immigrata: una revisione sistematica dell’efficacia degli interventi

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Introduzione: la diffusione del SARS-CoV-2 nella popolazione ha amplificato gli effetti delle disuguaglianze di salute a svantaggio dei gruppi più vulnerabili, come gli immigrati. Valutare gli interventi di contenimento del COVID-19 tra gli immigrati è stato essenziale per definire nuove strategie a favore di politiche sanitarie più eque, inclusive ed efficaci in grado di migliorarne i livelli di salute.
Obiettivi: fornire una sinossi sistematica degli interventi di comprovata efficacia per contenere l’impatto del COVID-19 nella popolazione immigrata.
Metodi: le fonti dei dati hanno incluso i principali database bibliografici. Utilizzando un protocollo di studio, già condiviso con la comunità scientifica internazionale, due ricercatori indipendenti hanno esaminato le diverse citazioni e individuato gli studi che hanno valutato quali interventi fossero eleggibili. Data l’eterogeneità dei possibili interventi, è stata effettuata solo una sintesi narrativa.
Risultati: sono stati individuati tre studi eleggibili che hanno valutato interventi di prevenzione del COVID-19 nella popolazione immigrata. Il primo studio modellizza l’incidenza della malattia in un campo profughi in Grecia, in risposta a interventi di settorializzazione delle persone nell’accesso ai servizi, di uso della mascherina, di identificazione precoce e dell’isolamento dei casi e dei loro familiari e di limitazione della libertà di circolazione all’interno del campo. Il secondo ha valutato l’efficacia chemioprofilattica di idrossiclorochina, ivermectina, iodopovidone, zinco e vitamina C in un gruppo di lavoratori immigrati di un dormitorio cittadino a Singapore. Il terzo ha valutato un intervento per aumentare le somministrazioni di vaccino in una comunità ispanica immigrata negli Stati Uniti, spostando la sede dell’offerta del vaccino capillarmente sul territorio e nei contesti in cui abitualmente la comunità immigrata accede ai servizi cittadini. I risultati dei primi due studi suggeriscono un’efficacia di alcuni interventi proposti ancorché in parte superati per la diffusione della vaccinazione di massa. Il terzo mostra una riduzione dell’esitazione vaccinale ed effetto a cascata sull’adesione alla vaccinazione.
Conclusioni: la revisione sistematica ha identificato pochi studi eterogenei tra loro, che non ha consentito la generalizzazione dei risultati. La scarsità della produzione scientifica probabilmente non rispecchia il numero di esperienze più o meno efficaci messe in campo. Per affrontare un’eventuale ripresa dell’epidemia o per fronteggiare nuove emergenze, sarà necessario basarsi su evidenze indirette e la comunità scientifica dovrebbe sentire maggiormente la responsabilità di valutare e rendere disponibili le esperienze maturate sul campo. Una costante attività di monitoraggio delle evidenze che si renderanno intanto disponibili permetterà l’aggiornamento dei risultati che suggeriranno misure di prevenzione sempre più consolidate da utilizzare come modello per il controllo dell’incidenza del COVID-19 nella popolazione immigrata durante un’eventuale ripresa dell’epidemia e per applicazione in altri contesti emergenziali simili.

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