Allattamento: salute, prevenzione e biosostenibilità
Recentemente, numerose ricerche in ambito di neuroscienze e di microbioma umano indicano il periodo primale (dalla fase preconcezionale ai primi anni di vita del bambino) come di importanza fondamentale per il futuro dell’individuo, aprendo nuovi scenari per la comprensione dei processi alla base della salute umana. Negli ultimi trent’anni la rappresentazione sociale dell’alimentazione infantile si è spostata dalla normalità dell’allattamento alla normalità dell’uso di formule artificiali e del biberon. Anche il pensiero e la produzione scientifica ne sono stati influenzati: emerge, infatti, una netta dominanza di studi per dimostrare i vantaggi del latte materno rispetto alle formule artificiali piuttosto che i rischi di queste ultime rispetto alla norma biologica. Il latte materno condiziona la salute del bambino anche attraverso il suo microbioma. La colonizzazione microbica, già iniziata nella fase intrauterina, prosegue attraverso il canale vaginale al momento della nascita, durante il contatto pelle a pelle subito dopo la nascita, con le prime poppate di colostro e con l’allattamento. L’esposizione microbica dei neonati fornita dalla madre influenza lo sviluppo del microbiota del bambino, programmandone di fatto la salute futura. Tuttavia, riscrivere la normalità biologica implica anche un cambio di paradigma e una revisione di prassi consolidate come la separazione sistematica madre-bambino alla nascita, l'imposizione di orari e durata dell’allattamento, come avviene ancora in molti punti nascita. L’allattamento ha delle implicazioni economiche e all’aumento della sua prevalenza sono associati risparmi significativi di risorse, in termini di ricoveri ospedalieri e cure mediche evitabili, a carico sia del bambino sia della mamma. Allattare o meno è il risultato di interazioni sociali complesse e non il semplice esito di una scelta individuale. Tuttavia, qualsiasi strategia rivolta all’aumento della prevalenza dell’allattamento come obiettivo di salute pubblica deve essere orientata all’empowerment e al riconoscimento della competenza della madre e del bambino. Per questo, professionisti e attori della comunità devono apprendere il linguaggio della promozione della salute, che non si basa sulla prescrizione del comportamento adeguato, ma valorizza il bisogno espresso dalla persona, dalle sue preferenze e dal suo sistema di valori.