P-value e probabilità di direzione dell'effetto
Il valore di p (p-value) nella letteratura scientifica e biomedica è stato criticato, in quanto il suo uso inappropriato ha portato a un’erronea classificazione dei risultati in “significativi” e “non significativi”. Molto è stato scritto in proposito ed è riassunto nelle prese di posizione delle più importanti società scientifiche intorno al 2016. A oggi, tuttavia, sono poche le misure alternative usate e si osserva solo una retorica riproposizione delle critiche piuttosto che un reale cambiamento nella pratica scientifica. Nel presente contributo mostriamo in modo semplice come riportare, al posto del p-value (la forza dell’evidenza empirica contro l’ipotesi nulla), la probabilità della direzione dell’effetto, cioè la forza dell’evidenza empirica a favore di un’ipotesi alternativa direzionale. Nel contesto della ricerca scientifica, riportare la probabilità della direzione dell’effetto è di più facile comprensione e mantiene l’attenzione sull’effetto in studio piuttosto che sul valore sotto ipotesi nulla che a volte ha poco significato o è stato usato in maniera opportunistica o rituale nel calcolo della dimensione del campione. La proposta non è da intendersi come alternativa all’uso dell’intervallo di confidenza, ma come una metrica probabilistica da usare al posto del p-value quando ci riferiamo a particolari ipotesi da saggiare.