Rubriche
21/12/2014

Tributo a Mervyn Susser

Mervyn Susser è nato il 26 settembre 1921 a Johannesburg, in Sudafrica, se ne è andato il 14 agosto 2014 a Hastings, vicino a New York. Aveva 92 anni e la sua vita è stata ricca e fruttuosa, come si augura a chiunque giunga a questa età. Mervyn, figlio di un ebreo lituano emigrato in Sudafrica che gestiva una pensione vicino  a una miniera, gioca con bambini bianchi e neri in un Paese diviso dall’apartheid. All’università studia inglese e lettere classiche prima di partire per l’Europa e il Nord Africa con le truppe sudafricane che affiancavano gli alleati nella Seconda guerra mondiale. Dopo questa esperienza Mervyn abbandona i sogni letterari, sposa Zena Stein nel 1949 e si laurea in medicina nel 1950. Mervyn e Zena erano oppositori dell’apartheid e per questo nel 1956 sono costretti a lasciare il Sudafrica per l’Inghilterra e poi gli Stati Uniti dove, nel 1966,  Susser diventa direttore del Dipartimento di epidemiologia della Columbia University. Susser in Sudafrica non si considerava un epidemiologo, la disciplina era in divenire, ma la pubblicazione del suo primo libro Sociology in Medicine, nel 1962, sancì la sua reputazione di epidemiologo e di innovatore. Nel suo libro più autorevole Causal Thinking in the Health Sciences: Concepts and Strategies of Epidemiology del 1973, Susser analizza la transizione in corso nell’epidemiologia, con il passaggio del focus dalle malattie infettive a quelle croniche. All’inizio degli anni Ottanta l’HIV si diffonde a New York, Mervyn e Zena sono i primi epidemiologi a studiare l’epidemia anche in Sudafrica, dove organizzano una conferenza su  AIDS e HIV nel 1990, quando l’apartheid si avvicinava alla fine. L’ultimo libro che scrivono insieme nel 2009 Eras in Epidemiology: The Evolution of Ideas” descrive l’evoluzione  storica dell’ epidemiologia.

Come ricorda il nipote,1 Mervyn e Zena parlavano dei loro spostamenti dal Sudafrica alla Gran Bretagna e poi a New York, loro destinazione finale, sottolineando che non si erano mai sentiti inglesi o americani e che non appartenevano a nessun luogo, ritenendosi ovunque sudafricani sfollati. A Hastings  sull’Hudson  Mervyn e Zena Stein avevano trovato il luogo che volevano diventasse la “casa” loro e della numerosa famiglia (4 figli e molti nipoti), e vedevano questa come un campo di transito per i sudafricani.
I numerosi necrologi pubblicati dopo la morte di Mervyn, sia in sedi scientifiche2-5 sia in prestigiosi quotidiani,6,7 offrono dettagli biografici e dell’attività epidemiologica, svolta sempre in stretta collaborazione con Zena. Da non perdere è «A conversation with Mervyn Susser» del 2003 su Epidemiology.8

Susser in Italia

È un onore ricordare che Mervyn aveva con gli epidemiologi italiani un legame privilegiato. Nel 1989 aveva ideato e poi insegnato al Corso «Epidemiologia e Sanità Pubblica» organizzato dall’Istituto superiore di sanità. I direttori erano Mervyn Susser e Alfredo Zampieri, che tanto ha fatto perché ci fosse una  epidemiologia  italiana; tra i docenti compaiono Pietro Comba, Giuseppe Costa, Maria Luisa Moro e Francesco Taroni. Quando il 27 aprile 1994 si tennero le prime elezioni democratiche in Sudafrica, Mervyn,  precedentemente invitato al XVIII Congresso dell’Associazione italiana di epidemiologia che si teneva proprio in quei giorni a Baveno, votò negli USA per non mancare all’impegno preso con gli epidemiologi italiani. Insomma Mervyn Susser è stato un gigante dell’epidemiologia e se noi vediamo più lontano è perché stiamo sulle sue spalle.

NOTE:

  1. N.D.
  2. http://www.acepidemiology.org/node/256/
  3. Susser & Galea. Am J Epidemiol 2014;180(10):961-963
  4. http://www.epimonitor.net/Mervyn-Susser-Dies-At-92.htm
  5. http://ieaweb.org/dr-mervyn-susser-obituary/
  6. http://www.nytimes.com/2014/08/27/us/mervyn-susser-92-dies-studied-illness-and-society.html?_r=0
  7. http://opencuny.org/kreniske/files/2014/08/Mervyn-Susser-obit-Daily-News-ZA.pdf
  8. http://www.mailman.columbia.edu/sites/default/files/A-Conversation-With-Mervyn-Susser-Columbia-University.pdf
Approfondisci su epiprev.it Vai all'articolo su epiprev.it Versione Google AMP