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09/03/2021

Ricordo di Claudio Minoia

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Claudio Minoia ci ha lasciati. Chi si è occupato di prevenzione e di tossicologia da esposizione a metalli pesanti e sostanze come l’alluminio lo ha conosciuto (è autore di oltre 40 libri sull’argomento) sin dagli anni Ottanta. Molti hanno avuto l’opportunità di apprezzarne le grandi capacità organizzative, lo spessore scientifico e il trascinante entusiasmo espresso anche nella realizzazione di due dei suoi ultimi progetti relativi alla pubblicazione di un volume sull’amianto (Amianto: un fantasma del passato o una storia infinita?) e di uno sulla silice (Esposizione ambientale e occupazionale a silice libera cristallina: ieri, oggi, domani). Attraverso questi lavori, ha voluto fare il punto sulle attuali conoscenze e sulla prevenzione degli effetti di questi diffusi cancerogeni, anche al fine di metterle a disposizione di coloro i quali si occupano ancora di rischi per la salute nei luoghi di lavoro e nell’ambiente.

E qui sta la sua grandezza: pensare a un’opera che diffondesse e rendesse disponibili le conoscenze scientifiche sinora consolidate, al di là degli usuali canali di informazione.
Entrambe queste opere, con contributi scientifici originali, sono state autoprodotte e intendono fare il punto – in particolare per l’Italia – di quanto si conosce e su quanto si è finora fatto riguardo ai danni derivanti da esposizione ad amianto e silice, partendo dalla loro storia, dai determinanti della malattia, dalla diagnosi, fino alle misure preventive e di controllo. Ma, soprattutto, si sottolinea cosa sarebbe necessario fare per prevenire le malattie da loro causate, raccogliendo le riflessioni di esperti, ricercatori, professori universitari, medici del lavoro, storici della salute, giuristi e sindacalisti, per un totale di oltre 100 autori.

Una caratteristica dei volumi relativi all’amianto e alla silice, che riflette la personalità scientifica di Claudio, è la forte motivazione ad affrontare i problemi con approccio multidisciplinare. In particolare, i contributi relativi a monitoraggio ambientale e biologico, medicina del lavoro, tossicologia ed epidemiologia concorrono a presentare al lettore un quadro integrato delle questioni, fondato sulla consapevolezza che è proprio dall’accostamento delle diverse metodologie d’indagine che si arriva alla comprensione dei meccanismi eziologici e patogenetici sui quali fondare gli interventi di prevenzione.
I volumi, curati dai maggiori esperti italiani in materia, rappresentano un originale e, sinora, unico esempio di divulgazione scientifica collettiva, a disposizione di tutti quelli che intendano conoscere meglio questi rischi lavorativi e ambientali gravemente sottovalutati e misconosciuti, ma vuole anche essere un forte J’accuse rispetto alle mancate azioni di prevenzione («ogni ammalato ne è una prova vivente»), dovute all’assenza di pianificazione nazionale, ma anche alla carenza di risorse umane e strutturali di tutto il sistema italiano della prevenzione nei luoghi di lavoro e dai rischi ambientali.
L’intera opera di Claudio, dunque non solo i suoi scritti, ma anche – e forse soprattutto – la sua prassi, si caratterizza fortemente in termini di indipendenza e di perseguimento di un impegno professionale a favore delle vittime della nocività del lavoro e dell’inquinamento ambientale. Questa visione del mondo lo ha portato in varie circostanze ad affrontare conflitti per difendere i principi del suo impegno, innanzitutto etico.

Chi ha avuto l’opportunità e la fortuna di conoscere e frequentare Claudio ha, inoltre, potuto apprezzare le sue indubbie qualità artistiche, che manifestava attraverso la scultura del legno e la sua passione nello scrivere romanzi. Prima tra tutte va, però, ricordata la sua grande umanità e curiosità che, nel lavoro, si manifestava nella voglia di conoscere e coinvolgere il maggior numero di persone.
Claudio Minoia era nato a Giussago (Pavia) nel 1951 e si era laureato in biologia all’Università di Pavia. Dal 1974 al 2013 ha diretto il Laboratorio di tossicologia di un IRCCS. Lascia la moglie Rosy e il figlio Luca Simone, ai quali va l’affetto dei lettori di E&P.

Fulvio Cavariani e Pietro Comba

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