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24/06/2022

Nascere in Italia durante la pandemia di COVID-19

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La pandemia di SARS-CoV-2 è stata, negli ultimi 2 e più anni, l’evento che ha maggiormente inciso non solo sulla salute, ma anche – e soprattutto – sulle abitudini di vita, la sanità e la vita pubblica in generale. Ne ha risentito anche l’evento nascita, non solo per le donne e i neonati che si sono ammalati.
In questo contributo, riportiamo alcuni dati riferibili alla realtà italiana, contestualizzandoli solo brevemente rispetto agli altri Paesi.

L'impatto della pandemia sulla natalità

Benché siano disponibili dati solo fino a settembre 2021, appare chiaro come la pandemia e, presumibilmente, le misure di contenimento adottate abbiano accelerato la tendenza al calo delle nascite già in atto da anni.1 I primi effetti sulle nascite riferibili ai concepimenti del lockdown dei mesi di marzo e aprile 2020 si osservano a partire da novembre 2020. Nel dettaglio, i primi 10 mesi del 2020 mostrano una diminuzione del 2,5% e il calo diventa più accentuato a partire da novembre (-8,3% e -10,7%, rispettivamente, in novembre e dicembre).  
Il calo delle nascite, continuato in modo consistente fino a febbraio 2021, poteva essere un fenomeno dovuto al posticipo di solo pochi mesi dei piani di genitorialità, ma, poiché il calo è stato riscontrato, benché in misura minore, anche nei mesi successivi, i dati suggeriscono l’abbandono, anche nel medio termine, della scelta riproduttiva. Come la pandemia, la diminuzione delle nascite ha colpito dapprima il Nord del Paese, mentre in corrispondenza della seconda ondata il calo ha interessato maggiormente il Sud e le isole.1 I nati da genitori stranieri sono diminuiti in modo più consistente rispetto ai nati da genitori italiani.
Per quanto riguarda l’età materna, è interessante osservare come la crisi abbia agito in modo diverso sulle scelte riproduttive. In Italia, Paese dove si diventa genitori sempre più tardi, la contrazione delle nascite, fino a ottobre 2020, si è vista soprattutto per le giovanissime (-5,6%), mentre per le donne di 45 anni e più si è assistito addirittura a un aumento (+7,1%). Nei mesi successivi si è avuta una forte riduzione, invece, nelle donne più mature, dovuta presumibilmente anche alla chiusura e al ridimensionamento dell’attività dei centri di procreazione medicalmente assistita (PMA).1
Anche nel contesto internazionale, la pandemia è stata accompagnata da un calo significativo dei tassi di natalità grezzi, oltre quello atteso, in 7 dei 22 Paesi considerati nel lavoro di Aassve et al., con diminuzioni particolarmente significative nell’Europa meridionale: Italia (-9,1%), Spagna (-8,4%) e Portogallo (-6,6%).2 Rispetto al forte calo nell’Europa meridionale, la relativa stabilità delle nascite nell’Europa settentrionale indica il ruolo delle politiche a sostegno delle famiglie e dell’occupazione nel ridurre l’impatto sulle nascite. Lo stesso fenomeno si è osservato all’interno del nostro Paese, dove infatti l’impatto, in generale, sembra essere stato sentito maggiormente dalle persone con condizione meno solida nel mondo del lavoro.1

Nascita pretermine e natimortalità

La nascita pretermine – prima delle 37 settimane di età gestazionale (EG) – è una delle principali cause di mortalità neonatale e infantile; i nati gravemente pretermine (prima delle 32 settimane di EG) sono anche a maggior rischio di disabilità soprattutto motorie e cognitive. È, quindi, rilevante studiarne l’andamento durante la pandemia. Una prima metanalisi su 31 studi, pubblicati fino a gennaio 2021, osservava una lieve diminuzione delle nascite pretermine nei Paesi ad alto reddito, ma non in quelli a basso reddito, dove si metteva in evidenza, invece, un aumento della natimortalità.3 Una review più recente ha confermato un minore rischio di nascita pretermine solo in studi su singoli centri o a valenza regionale, ma non in studi a livello nazionale e non ha confermato globalmente un aumento di natimortalità.4 Nelle conclusioni è stata auspicata la pubblicazione di studi su casistiche più numerose e in Paesi largamente interessati dalla pandemia, quali Regno Unito e Italia. 
In Italia, l’andamento delle nascite pretermine è stato recentemente confrontato nei due periodi, quello pandemico (da marzo 2020 a marzo 2021), con 362,129 nati vivi, e quello pre-pandemia (anni 2017-2019), con 1.117.172 nati vivi, in 10 Regioni italiane (84,3% delle nascite) che disponevano dei dati del certificato di assistenza al parto (CedAP).5 L’analisi dei dati ha mostrato un trend in diminuzione per tutte le categorie di nati pretermine dal 2017 in avanti, e un’ulteriore diminuzione a partire da marzo 2020, in corrispondenza dell’entrata in vigore di numerose restrizioni a livello di popolazione. I dati sono stati analizzati tramite regressione logistica uni e multivariata, che ha confermato una probabilità minore di nascere pretermine durante il periodo pandemico. Non è stato riscontrato un contemporaneo aumento di nati morti. Risultati simili sono stati recentemente pubblicati in uno studio di popolazione nel Regno Unito. 
I fattori associati alla nascita pretermine sono molteplici e solo alcuni presenti nei dati CedAP; nella casistica italiana, ha giocato un ruolo presumibilmente la chiusura o la forte diminuzione di attività dei centri di PMA nei mesi di marzo-maggio 2020, che può essere stata responsabile di un picco negativo di nati pretermine riscontrato a fine 2020. Altri fattori non analizzati in questo contesto e che sarebbe importante studiare sono quelli legati alla modifica degli stili di vita: meno vita sociale e maggiore riposo delle gravide, diminuzione delle infezioni. 

Le buone pratiche del percorso nascita

Fin dall’inizio della pandemia, l’Istituto superiore di sanità e le società ostetrico-ginecologiche, pediatriche e neonatologiche hanno fornito indicazioni basate sui riscontri della letteratura, in seguito aggiornate,6 sui percorsi assistenziali, non solo durante la gravidanza, ma anche nel periodo periparto. La cura della donna e del neonato e l’osservanza di buone pratiche, quali la presenza di una persona a supporto della donna in sala parto, il contatto pelle a pelle subito dopo il parto e la promozione dell’allattamento hanno rappresentato un problema nelle prime fasi della pandemia per le donne positive a SARS-CoV-2, anche se asintomatiche.7 Quanto la riorganizzazione dei servizi e dei percorsi di presa in carico abbia influito sull’osservanza di queste pratiche nella popolazione generale delle donne che hanno partorito durante le ondate epidemiche nelle diverse parti del Paese è più difficile da studiare. Alcuni dati preliminari di uno studio promosso dal Gruppo di lavoro dell’Associazione italiana di epidemiologia “Salute della donna e dei primi 1000 giorni” e che si è basato sia sui dati CedAP sia su interviste suggeriscono che la presenza di una persona a supporto della donna in sala parto ha subito un calo durante la prima ondata pandemica, senza un ritorno ai livelli pre-COVID, mentre non sembra esserci stato un sostanziale impatto sull’allattamento  (dati non pubblicati).

Conflitti di interesse dichiarati: nessuno.

Bibliografia

  1. Alessandro Rosina, Corrado Bonifazi, Chiara Ludovica Comolli et al. L’impatto della pandemia di COVID-19 su natalità e condizione delle nuove generazioni. Secondo rapporto del Gruppo di esperti “Demografia e Covid-19”. Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le politiche della famiglia, febbraio 2022.
  2. Aassve A, Cavalli N, Mencarini L, Plach S, Sanders S. Early assessment of the relationship between the COVID-19 pandemic and births in high-income countries. Proc Natl Acad Sci U S A 2021;118(36):e2105709118.
  3. Chmielewska B, Barratt I, Townsend R et al. Effects of the COVID-19 pandemic on maternal and perinatal outcomes: a systematic review and meta-analysis. Lancet Glob Health 2021;9(6):e759-72.
  4. Yang J, D’Souza R, Kharrat A et al. Coronavirus disease 2019 pandemic and pregnancy and neonatal outcomes in general population: A living systematic review and meta-analysis (updated Aug 14, 2021). Acta Obstet Gynecol Scand 2022;101(1):7-24.
  5. Rusconi F, Puglia M, Pacifici M et al. Pregnancy outcomes in Italy during COVID-19 pandemic: a population-based cohort study. Authorea 17.04.2022.
  6. Giusti A, Zambri F, Marchetti F et al. Indicazioni ad interim per gravidanza, parto, allattamento e cura dei piccolissimi di 0-2 anni in risposta all’emergenza COVID-19. Rapporto ISS COVID-19, 5 febbraio 2021. Roma, Istituto Superiore di Sanità, 2021.
  7. Donati S, Corsi E, Salvatore MA et al. Childbirth Care among SARS-CoV-2 Positive Women in Italy. Int J Environ Res Public Health 2021;18(8):4244.
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