Le cicatrici dell’anima: il costo nascosto della violenza psicologica
La violenza è un fenomeno sociale e culturale che ha afflitto l’umanità lungo il corso della storia.
I fattori in cui affonda le proprie radici possono essere svariati e variegati, inclusi conflitti politici, sociali ed economici. In molte società, la violenza è normalizzata e trasmessa di generazione in generazione attraverso la socializzazione. I bambini che crescono in ambienti violenti spesso imparano che la violenza è un modo accettabile per risolvere i conflitti o per ottenere ciò che vogliono. Questi bambini possono interiorizzare tale comportamento e replicarlo da adulti, perpetuando così il ciclo della violenza.
Oggetto di questo contributo è un tipo specifico di violenza: quella cronica che si perpetra tra le mura domestiche.
Si tratta di un problema diffuso e insidioso, che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Questo tipo di violenza può assumere molte forme, tra cui l’abuso fisico, emotivo, sessuale ed economico.
Le radici della violenza cronica all’interno delle famiglie possono essere complesse e multifattoriali. Talvolta, la violenza può essere il risultato di dinamiche familiari disfunzionali o di problemi di salute mentale o dipendenza da sostanze stupefacenti da parte dell’aggressore. Altre volte, può essere il risultato di disuguaglianze di potere e controllo all’interno della relazione.
Le vittime di abuso domestico possono soffrire di lesioni fisiche, traumi psicologici, depressione, ansia e disturbi post-traumatici da stress. I bambini che crescono in un ambiente violento possono essere particolarmente vulnerabili e possono subire danni emotivi duraturi che influenzano il loro sviluppo cognitivo, emotivo e sociale.
Lontano dagli occhi…
La violenza domestica non sempre lascia segni visibili di abuso. Esiste un tipo di violenza che, sebbene non lasci lividi o cicatrici evidenti, può essere altrettanto dannoso e subdolo: la violenza psicologica. Questa forma di abuso si insinua silenziosamente nelle dinamiche relazionali, minando la salute mentale e l’autostima delle vittime senza lasciare tracce fisiche visibili.
La violenza psicologica in ambito domestico si manifesta attraverso una serie di comportamenti e tattiche manipolative volte a controllare, manipolare o intimidire la vittima: l’isolamento sociale, la ridicolizzazione, l’umiliazione, la colpa, la minaccia, il controllo e la manipolazione emotiva. Gli aggressori possono anche negare o minimizzare l’esperienza delle vittime, invalidare i loro sentimenti e creare un clima di paura e insicurezza costante.
Ciò che rende la violenza psicologica così subdola è la sua natura invisibile agli occhi esterni. Le vittime possono trovarsi intrappolate in una spirale di abuso emotivo senza che nessuno intorno a loro si renda conto della gravità della situazione. La mancanza di prove fisiche tangibili può anche rendere più difficile per le vittime ottenere aiuto o lasciare la relazione abusiva. La solitudine è una delle condizioni maggiormente vissute da parte delle vittime di violenza cronica psicologica. I tratti caratterizzanti sono precisamente delineati e descrivibili:
- isolamento emotivo: le vittime di violenza psicologica spesso si sentono emotivamente isolate e distanti dagli altri. Si può avere la sensazione di non essere compresi o supportati dagli altri, anche se fisicamente circondati da persone;
- bassa autostima: la violenza psicologica può erodere l’autostima e la fiducia in se stessi della vittima. Gli insulti, le critiche costanti e la manipolazione emotiva dell’aggressore possono far sentire alla vittima di non essere abbastanza buona o degna di amore e rispetto;
- senso di colpa e vergogna: le vittime possono sentirsi in qualche modo responsabili per l’abuso subito o aver paura di essere giudicate o non credute dagli altri se parlano della loro esperienza;
- paura costante: le vittime possono vivere con una costante sensazione di paura e ansia riguardo alle azioni e alle reazioni dell’aggressore;
- disturbi emotivi e psicologici: la violenza psicologica può causare gravi problemi emotivi e psicologici nelle vittime, che possono sviluppare depressione, ansia, disturbo da stress post-traumatico e altri disturbi legati al trauma;
- difficoltà nelle relazioni interpersonali: le vittime possono avere difficoltà a fidarsi degli altri e a stabilire relazioni sane e soddisfacenti a causa del trauma subito; possono anche ripetere schemi dannosi di comportamento nelle relazioni future a causa dei modelli di interazione appresi durante l’abuso;
- difficoltà nel prendere decisioni: a causa del controllo coercitivo dell’aggressore, le vittime possono avere difficoltà a prendere decisioni autonome e a seguire i propri desideri e bisogni, possono sentirsi paralizzate dalla paura delle conseguenze negative delle loro scelte.1
Esistono numerose evidenze scientifiche che collegano lo stato di violenza psicologica cronica con una serie di patologie e problemi di salute mentale.
Alcuni studi hanno suggerito che l’esposizione alla violenza psicologica può essere associata a un aumento del rischio di sviluppare malattie cardiache e altri problemi cardiaci.2 Lo stress cronico derivante dalla violenza psicologica può influenzare negativamente il sistema cardiovascolare, aumentando la pressione sanguigna e i livelli di cortisolo nel sangue.
La violenza psicologica può essere correlata anche a differenti tipi di disturbi gastrointestinali, come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS), ulcere e altri problemi digestivi. Lo stress e l’ansia derivanti dall’abuso psicologico possono influenzare negativamente la funzione digestiva e causare sintomi gastrointestinali.3
Gli individui che hanno subito violenza psicologica possono essere più inclini a sviluppare disordini del sonno come insonnia, disturbo da apnea del sonno e disturbi del sonno in fase REM. Lo stress emotivo e l’ansia associati alla violenza psicologica possono interferire con il sonno e causare disturbi del sonno cronici.4
Le vittime di abuso psicologico possono sperimentare sintomi di depressione, ansia e disturbo da stress post-traumatico (PTSD) a causa dello stress cronico e del trauma emotivo causati dall’abuso.5
Alcuni studi hanno anche messo in evidenza una correlazione tra la violenza psicologica e l’insorgere di dolore cronico, come mal di testa cronico, dolore muscoloscheletrico e dolore pelvico cronico. Lo stress cronico e l’ansia derivanti dall’abuso psicologico possono contribuire alla percezione e all’esperienza del dolore cronico nelle vittime.6
La violenza contro le donne ne altera la biologia
Il Progetto EpiWE (“Epigenetics for Women”) è condotto dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e ha lo scopo di identificare a livello biologico le alterazioni e i danni derivanti dalla violenza. Lo studio pilota, pubblicato su Healthcare,7 ha permesso di identificare alcuni marcatori epigenetici associati al PTSD nelle donne che sono sopravvissute alla violenza in ambito relazionale e/o sessuale.
Confrontando un campione di 62 donne che avevano subito violenza con uno di 50 che non l’aveva subita, è emerso che la violenza provoca l’ipermetilazione di tre geni legati al funzionamento della memoria, dell’apprendimento e della risposta allo stress.7 Il progetto di ricerca prevede, ora, il coinvolgimento di altri centri per aumentare la numerosità campionaria e per valutare, nel tempo, la possibile variazione dell’intero epigenoma delle pazienti, anche attraverso la raccolta di campioni biologici in una biobanca dedicata.
Alla luce dell’argomento trattato in questa rubrica e all’importanza della tematica, vogliamo lasciare i nostri lettori con una riflessione: solo un approccio multidisciplinare, multicentrico e multisettoriale, che integri la ricerca scientifica con la rigorosa analisi statistica e con il livello clinico e assistenziale sul territorio, potrà consentire di rafforzare la rete dei servizi territoriali per una presa in carico precoce e di lungo periodo. La ricerca EpiWE si prefigge di intercettare, attraverso lo studio dell’intero epigenoma, i segni predittivi della suscettibilità a sviluppare malattie non trasmissibili, croniche e invalidanti per garantire una migliore qualità della vita in salute.
Conflitti di interesse dichiarati: le autrici fanno parte del progetto EpiWE.
Bibliografia
- Lausi G, Burrai J, Baldi M et al. Decision-Making and Abuse, What Relationship in Victims of Violence? Int J Environ Res Public Health 2023;20(10):5879.
- Suglia SF, Sapra KJ, Koenen KC. Violence and cardiovascular health: A systematic review. Am J Prev Med 2015;48(2):205-12.
- Riedl D, Beck T, Exenberger S et al. Violence from childhood to adulthood: The influence of child victimization and domestic violence on physical health in later life. J Psychosom Res 2019;116:68-74.
- Gallegos AM, Trabold N, Cerulli C, Pigeon WR. Sleep and Interpersonal Violence: A Systematic Review. Trauma Violence Abuse 2021;22(2):359-69.
- Galovski TE, Smith BN, Micol RL, Resick PA. Interpersonal violence and head injury: The effects on treatment for PTSD. Psychol Trauma 2021;13(3):376-84.
- Lutgendorf MA. Intimate Partner Violence and Women’s Health. Obstet Gynecol 2019;134(3):470-80.
- Piccinini A, Bailo P, Barbara G et al. Violence against Women and Stress-Related Disorders: Seeking for Associated Epigenetic Signatures, a Pilot Study. Healthcare (Basel) 2023;11(2):173.