Rubriche
04/08/2014

Lavoro e lavoratori nell’arte figurativa italiana

«Sono nato povero e ho dovuto interrompere gli studi a diciotto anni, perché le quaranta lire che costituivano il mio primo guadagno mensile servivano molto in casa. Ho lavorato e lavoro con tenacia, con amore, con frenesia, ed è appunto per riconoscenza verso il lavoro, che è sempre stata la mia ragione di vita, che ho invitato alcuni pittori italiani a trattare questo argomento nel loro linguaggio. Il tema è, secondo il mio parere, fra i più elevati». Così Giuseppe Verzocchi, imprenditore italiano di inizio Novecento, racconta come è nata in lui l’idea di creare un percorso artistico dedicato al delicato, ma sempre attuale, tema del lavoro.
Fra divinità, nobili e politici, nella pittura trovano spazio i lavoratori di ogni tempo. I nostri lettori questa volta potranno fare un tuffo nelle forme e nei colori dell’arte. Dalla rappresentazione delle Arti e Mestieri medievali nei bassorilievi di chiese e palazzi, passando per il lavoro contadino e degli operai delle prime industrie, fino ad arrivare ai giorni nostri, in un connubio di realismo, neocubismo, espressionismo e astrattismo, ogni lavoro trova il suo spazio nel panorama artistico. Fil rouge di questo percorso iconografico è – come già dimostrato nelle parole di Verzocchi – la dignità che viene accordata ai lavoratori in ogni momento storico.

Photogallery con le opere selezionate da Franco Carnevale

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