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04/08/2014

La prevalenza di fumatori e le vendite di sigarette confezionate si riducono, ma aumentano le disuguaglianze sociali e l’uso di tabacchi trinciati

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In Italia la prevalenza di fumatori è da lungo tempo in diminuzione grazie alle misure di controllo del tabagismo, previste dalla strategia della Convenzione quadro per il controllo del tabacco, adottate negli ultimi decenni.1 Tale Convenzione individua nell’applicazione di politiche fiscali, e all’occorrenza di politiche dei prezzi, il principale mezzo per ridurre la domanda di prodotti del tabacco e la prevalenza di fumatori.2

È possibile osservare che la riduzione di fumatori in Italia non è uniforme in tutti i gruppi sociali. La figura 1 mostra che tra le persone che hanno molte difficoltà economiche ad arrivare alla fine del mese la prevalenza di fumatori non cala in modo statisticamente significativo (p =0,315), contrariamente a quanto accade tra coloro che hanno solo alcune difficoltà o nessuna (p <0,001 in entrambi i casi). Ciò può essere legato a fattori che vanificano l’effetto delle politiche di contrasto al tabagismo sui ceti meno abbienti.

I dati relativi alle vendite di trinciati per sigarette (disponibili solo a partire dall’ultimo trimestre 2009) mostrano che le vendite di questo tabacco, impiegato dai fumatori che si fanno le sigarette in proprio (principalmente sigarette rollate a mano), sono aumentate portando in pochi anni la quota del mercato del tabacco di sigarette occupata dai trinciati dall’1,8% al 4,9% (figura 2). Applicando la formula di conversione di 1 sigaretta rollata a mano =0,75 g di tabacco trinciato,3 la proporzione di sigarette rollate a mano rispetto al totale delle sigarette vendute risulta del 6,5%.

La diffusione dei trinciati, fumati prevalentemente dalle classi sociali meno abbienti,3,4 potrebbe essere stata, almeno in parte, la causa della mancata riduzione della prevalenza di fumatori tra le persone con difficoltà economiche in Italia. L’aumento delle vendite di trinciati è attribuito alle differenze di prezzo di cui godono i due differenti tipi di sigarette. L’attuale regolazione fiscale, infatti, fa sì che la tassa per un chilo di tabacco di sigarette confezionate ammonti complessivamente a 160-190 euro, mentre la tassa per un chilo di trinciati si aggira intorno ai 135 euro. Inoltre, dato che con un chilo di tabacco si producono 1.000 sigarette confezionate contro le 1.300-1.400 sigarette rollate a mano,3,4 per il consumatore finale la sigaretta rollata a mano può attualmente costare circa la metà della sigaretta confezionata.4,5

Questa falla nel sistema di regolazione della tassazione di diversi tipi di tabacco6 non dovrebbe essere sottovalutata per diversi motivi. Innanzitutto, le sigarette rollate a mano sono dannose almeno quanto quelle confezionate.3,7 In secondo luogo, il potenziale di crescita di questo segmento del mercato è elevato, come mostra l’esperienza di diversi Paesi in cui i fumatori che utilizzano prevalentemente sigarette rollate a mano sono una percentuale non trascurabile dei consumatori: l’8,4% in Europa, per arrivare fino al 27,3% in Gran Bretagna.3 Del resto, il consumo di questi prodotti sta aumentando in tutta Europa, verosimilmente a causa della crisi economica che può aver spinto i fumatori con difficoltà economiche a ricercare prodotti alternativi meno dispendiosi rispetto alle sigarette confezionate3,6 più che a smettere di fumare.8 Come è naturale, l’industria del tabacco già da tempo lavora per occupare e ampliare questo segmento di mercato attraverso lo sviluppo di prodotti, la valorizzazione della marca e le tecniche di distribuzione e marketing. Con tali premesse, c’è il rischio che in Italia si stabilizzi un’ampia fetta di consumatori di tabacchi trinciati composta in prevalenza da persone in precarie condizioni economiche.

Pertanto, in Italia, dove il prezzo reale delle sigarette, aggiustato per inflazione, è tra i più bassi dell’Europa occidentale e non aumenta da alcuni anni, anzi appare addirittura in diminuzione,9 raccomandiamo di aumentare l’imposizione fiscale per tutti i tipi di tabacco. È però prima necessario equiparare la tassazione fra i tabacchi trinciati e le sigarette confezionate.

Riferimenti bibliografici

  1. Legge n.75 del 18.03.2008. Ratifica della Convenzione quadro dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per la lotta al tabagismo fatta a Ginevra il 21 Maggio 2003. GU della Repubblica italiana, SO serie generale n.91 del 17.04.2008. Disponibile all’indirizzo: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_normativa_1397_allegato.pdf (ultimo accesso: 03.05.2014)
  2. IARC. IARC handbooks of cancer prevention: tobacco control. Volume 14. Effectiveness of tax and price policies for tobacco control. Lyon, International Agency for Research on Cancer, 2011.
  3. Gallus S, Lugo A, Colombo P, Ghislandi S, La Vecchia C, Gilmore AB. Roll-your-own cigarettes in Europe: use, weight and implications for fiscal policies. Eur J Cancer Prev 2014;23(3):186-92.
  4. Gallus S, Lugo A, Colombo P, Pacifici R, La Vecchia C. Smoking prevalence in Italy 2011 and 2012, with a focus on hand-rolled cigarettes. Prev Med 2013;56(5):314-8.
  5. Gallus S, Spizzichino L, Lugo A, Gorini G, La Vecchia C. Sales of different tobacco products in Italy, 2004-2012. Prev Med 2013;56(6):422-3.
  6. López-Nicolás Á, Cobacho MB, Fernández E. The Spanish tobacco tax loopholes and their consequences. Tob Control 2013;22(e1):e21-4.
  7. Edwards R. Roll your own cigarettes are less natural and at least as harmful as factory rolled tobacco. BMJ 2014;348:f7616.
  8. Gallus S, Ghislandi S, Muttarak R. Effects of the economic crisis on smoking prevalence and number of smokers in the USA. Tob Control 2013. doi:1136/tobaccocontrol-2012-050856. [Epub ahead of print]
  9. ISTAT. I.Stat Il tuo accesso diretto alla statistica italiana. Disponibile all’indirizzo: http://dati.istat.it (ultimo accesso: 03.05.2014).
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