La medicina al servizio della politica. Consigli di lettura
In estate, tempo di vacanze e di riposo, si possono leggere le novità di narrativa: il romanzo di Valérie Perrin (Tre, e/o edizioni), il premio Strega di Emanuele Trevi (Due vite, Neri Pozza), il sequel della saga dei Florio di Stefania Auci (L’inverno dei leoni, Nord), il prestigioso ultimo scritto di Roberto Galasso (Memè Schianca, Adelphi) oppure l’inedito di Saverio Strati (Tutta una vita, Rubettino). L’epidemiologo avvertito e istruito, tuttavia, non dovrebbe trascurare altri titoli nel campo della saggistica, di quella duratura e da conservare in libreria, per esempio quelli che vengono brevemente segnalati di seguito.
Risorgimento a due voci ovvero il medico politico
Milano, Edizioni Pantarei, 2021
202 pagine; 15,00 euro
Il libro intreccia le “vite parallele” di due medici con gli avvenimenti politici, quelli risorgimentali e poi dell’Italia unificata. La storia sociale degli italiani viene illustrata lasciando molto spazio alla biografia dei due personaggi e alle loro malattie.
Giovanni Lanza (1810-1882), da imprenditore agricolo, è più vicino ai problemi del mondo contadino; diventa presidente della Camera, ministro, capo del governo dal 1869 al 1873.
Agostino Bertani (1812-1886), più attento al mondo operaio e ai problemi di igiene del lavoro, è radicale e ha i suoi riferimenti politici in Carlo Cattaneo, Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi e Michail Bakunin. Nonostante le profonde diversità culturali e politiche, Lanza e Bertani militavano nello stesso movimento tanto invocato quanto disatteso, quello secondo il quale «Fatta l’Italia, bisognava curare gli italiani» e prevenire i loro morbi endemici, compresi i danni da lavoro.
Giorgio Cosmacini
Federica Montseny.
Una anarchica al governo della salute
Firenze, Le Lettere, 2021
184 pagine; 16,00 euro
L’autore vuole sfatare il luogo comune di vedere a priori l’anarchia come la matrice di ogni violenza eversiva dell’ordine costituito e consolidato, illustrando le contraddizioni tra gli anarchici, a partire dalla mala relacòn che si instaura tra Federica Montseny (1905-1994) e suo padre, Federico Urales (Joan Montseny, 1864-1942), anarchico “integerrimo”, quando la prima decide di appoggiare il governo “riformista” di Francisco Largo Caballero (1869-1946), diventando, dal novembre 1936 al maggio 1937 – quando gli anarchici usciranno dal governo – ministra della sanità e dell’assistenza sociale. La giovane è la prima donna a ricoprire quell’incarico in Europa ed è molto attiva, presentando anche numerose proposte di legge, mai accettate. Il libro è la storia politica, sociale, culturale e familiare di Federica fino al suo esilio in Francia; il cuore del racconto è la guerra civile spagnola, con la grande varietà di personaggi e di movimenti che la animano.
Chiara Giorgi, Ilaria Pavan
Storia dello stato sociale in Italia
Bologna, Il Mulino, 2021
519 pagine; 32,00 euro
Due giovani e brave storiche contemporanee si sono assunte il compito non lieve di raccontare nel secolo breve – dalla Prima guerra mondiale agli anni Ottanta del Novecento – l’evoluzione dello stato sociale, del welfare italiano, cioè di quel sistema che con i suoi tre pilastri (previdenza, sanità e assistenza) rappresenta il principale strumento di tutela dei diritti di cittadinanza in risposta a rischi e bisogni individuali e collettivi.
Si tratta di una narrazione complessiva e complessa che impiega con giusti e armonici toni vicende politiche, istituzionali, sociali, economiche e culturali sempre corredate da accurata documentazione.
...e non poteva mancare
Alberto Gaino
Il silenzio dell’amianto
Torino, Rosemberg&Sellier, 2021
327 pagine; 22,00 euro
Negli ultimi 24 anni del suo lavoro, Alberto Gaino, giornalista, si è occupato essenzialmente di cronaca giudiziaria, seguendo le principali inchieste della magistratura svoltesi a Torino. Offre alla lettura una monografia sull’amianto, una vera summa sull’argomento. I fatti, i documenti prodotti, le testimonianze, la galleria di personaggi, carnefici e vittime, giudici, avvocati, consulenti (alcuni, lo si dimostra, troppo manifestamente “di parte”), sindacalisti che entrano in scena sono tantissimi e di diverse epoche, gli avvenimenti e i giudizi si intersecano. Vengono trattati in maniera esauriente, in un panorama generale, i singoli classici casi-studio: Balangero, Casale Monferrato, Broni, Avellino, Taranto e la Puglia.
Gaino scrive con particolare passione delle responsabilità di singoli e delle società, della scienza asservita, dei travisamenti, dell’insipienza delle istituzioni, dell’indifferenza di chi non è direttamente colpito dal dramma, del rinvio di decisioni che agenzie internazionali e governi avrebbero dovuto adottare e non hanno adottato.