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03/04/2013

Informare i lavoratori in merito alla sicurezza serve!

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Fattori che favoriscono l'uso costante dei dispositivi di protezione individuale (modello di regressione logistica sui dati delle regioni partecipanti al modulo opzionale sulla sicurezza sul lavoro, PASSI 2010-2011 n. 13.625. Associazione espressa come OR).

Secondo i dati PASSI del 2010-2011, la maggior parte dei lavoratori utilizza i dispositivi di protezione individuale (DPI) quando occupata in lavorazioni che li richiedono: il 71% ha dichiarato di usarli sempre, il 15%quasi sempre e l’8%solo a volte. Il 6% ha riferito invece di non farne mai uso: il 3%perché non gli sono stati forniti e il restante 3% per altri motivi. L’utilizzo è più frequente tra i lavoratori che hanno ricevuto informazioni sulla prevenzione di infortuni e malattie professionali: 77%, contro il 60% di chi non le ha ricevute. Il modello di regressione logistica conferma l’associazione significativa tra uso dei DPI e l’aver avuto informazioni sulla prevenzione dei danni da lavoro.

Settori a maggior rischio e di particolare attenzione dei Servizi preventivi: edilizia, metalmeccanica, agricoltura, lavorazione del legno, sanità e trasporti.

La promozione della cultura della sicurezza in ambito lavorativo e la corretta percezione dei rischi sono fattori importanti nel processo di tutela di salute e sicurezza dei lavoratori, riconosciuti dagli ultimi Piani sanitari nazionali e dal DPCM del 17.12.2007, che recepisce il Patto Stato-Regioni per la tutela della salute e la prevenzione nei luoghi di lavoro. Alcuni Piani regionali per la prevenzione, tra cui quello della Regione Emilia-Romagna, hanno individuato settori, denominati “di interesse”, a cui dedicare maggiore impegno in termini di azioni di prevenzione e vigilanza, in quanto a più alto rischio: l’edilizia, la metalmeccanica, la lavorazione del legno, l’agricoltura, la sanità e i trasporti.

Dal 2010, nel sistema di sorveglianza PASSI è stato inserito un modulo sulla sicurezza sul lavoro al quale hanno aderito 17 Regioni: sono state raccolte 37.864 interviste relative a persone fra i 18 e i 69 anni che hanno dichiarato di lavorare (pari al 64% del campione complessivo); di questi, il 37% è impiegato nei settori definiti di interesse (4% settore agricolo, 9% metalmeccanica, 2% industrie del legno e della carta, 9% edilizia, 8% sanità, 5% trasporti). Le mansioni più rappresentate nel campione intervistato sono: operaio (30%) e impiegato (30%).

Principali risultati:

Percezione del rischio infortunistico

Il 27% dei lavoratori intervistati ha riferito una percezione alta o molto alta di rischio infortunistico. Questa percentuale sale al 43% tra i lavoratori che operano nei settori di interesse e tra gli operai e gli artigiani. Una percezione alta del rischio infortunistico è, inoltre, più diffusa tra chi ha ricevuto informazioni sulla prevenzione degli infortuni (32%; IC95% 31,0-32,6) rispetto a chi non le ha ricevute (21%; IC95% 20,3-21,8) e tra chi ha riferito di aver subito infortunio nell’ultimo anno (58%; IC95% 53,9-62,5) rispetto a chi non l’ha riportato (25%; IC95% 24,6-25,9). In particolare, all’aumentare dei giorni di assenza per infortunio aumenta la percezione del rischio (ha percezione alta o molto alta il 78% di chi si è assentato per più di 40 giorni). Tale percezione (alta o molto alta) presenta differenze geografiche, passando dal 25% del Nord, al 26% del Centro e al 31% del Sud; il gradiente rilevato si mantiene anche considerando gli intervistati che lavorano nei sei settori di interesse (38% al Nord, 44% al Centro, 51% al Sud, rispettivamente).

Percezione del rischio di malattia legata al lavoro

Il 20% dei lavoratori intervistati ha riferito una percezione alta o molto alta di rischio di malattia legata alla mansione ricoperta; questa percentuale è maggiore tra i lavoratori occupati nei settori di interesse (29%), in particolare nella sanità (42%).

I lavoratori che hanno ricevuto informazioni presentano una percezione del rischio lavorativo maggiore (ha percezione alta o molto alta il 25%; IC95% 24,2-25,9) rispetto a chi non le ha ricevute (17%; IC95% 15,9-17,2); l’alta percezione è risultata più diffusa anche tra i lavoratori che si sono assentati per malattie legate al lavoro negli ultimi 12 mesi (34%; IC95% 31,1-36,0) rispetto a coloro che non si sono mai assentati (18%; IC95% 17,2-18,5).

Informazioni su come prevenire gli infortuni o le malattie professionali

Il 56% dei lavoratori intervistati ha riferito di aver ricevuto informazioni di prevenzione: il 16% solo sugli infortuni, il 3% solo sulle malattie professionali e il 37% su entrambi. I lavoratori dei settori di interesse hanno dichiarato di aver ricevuto informazioni in percentuale statisticamente maggiore: 67% (IC95% 65,5-67,5) rispetto al 50% (IC95% 49,2-50,8) dei restanti settori.

È presente un lieve gradiente territoriale (58% Nord, 57% Centro, 52% Sud), rilevato anche nei settori di interesse (rispettivamente 69%, 67% e 62%). In particolare, le informazioni sulla prevenzione degli infortuni risultano fornite maggiormente nelle industrie metalmeccaniche (71%), nell’edilizia (68%) e nelle industrie di legno e carta (67%), mentre quelle sulla prevenzione delle malattie professionali nella sanità (55%) e nelle industrie metalmeccaniche (54%).

Le informazioni sono state date principalmente mediante corsi di formazione (62%) e materiali informativi o opuscoli specifici (35%) e meno da superiori o colleghi (14%) o da medici competenti (16%).

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