Informare i lavoratori in merito alla sicurezza serve!
Fattori che favoriscono l'uso costante dei dispositivi di protezione individuale (modello di regressione logistica sui dati delle regioni partecipanti al modulo opzionale sulla sicurezza sul lavoro, PASSI 2010-2011 n. 13.625. Associazione espressa come OR).
Secondo i dati PASSI del 2010-2011, la maggior parte dei lavoratori utilizza i dispositivi di protezione individuale (DPI) quando occupata in lavorazioni che li richiedono: il 71% ha dichiarato di usarli sempre, il 15%quasi sempre e l’8%solo a volte. Il 6% ha riferito invece di non farne mai uso: il 3%perché non gli sono stati forniti e il restante 3% per altri motivi. L’utilizzo è più frequente tra i lavoratori che hanno ricevuto informazioni sulla prevenzione di infortuni e malattie professionali: 77%, contro il 60% di chi non le ha ricevute. Il modello di regressione logistica conferma l’associazione significativa tra uso dei DPI e l’aver avuto informazioni sulla prevenzione dei danni da lavoro.
Settori a maggior rischio e di particolare attenzione dei Servizi preventivi: edilizia, metalmeccanica, agricoltura, lavorazione del legno, sanità e trasporti.
La promozione della cultura della sicurezza in ambito lavorativo e la corretta percezione dei rischi sono fattori importanti nel processo di tutela di salute e sicurezza dei lavoratori, riconosciuti dagli ultimi Piani sanitari nazionali e dal DPCM del 17.12.2007, che recepisce il Patto Stato-Regioni per la tutela della salute e la prevenzione nei luoghi di lavoro. Alcuni Piani regionali per la prevenzione, tra cui quello della Regione Emilia-Romagna, hanno individuato settori, denominati “di interesse”, a cui dedicare maggiore impegno in termini di azioni di prevenzione e vigilanza, in quanto a più alto rischio: l’edilizia, la metalmeccanica, la lavorazione del legno, l’agricoltura, la sanità e i trasporti.
Dal 2010, nel sistema di sorveglianza PASSI è stato inserito un modulo sulla sicurezza sul lavoro al quale hanno aderito 17 Regioni: sono state raccolte 37.864 interviste relative a persone fra i 18 e i 69 anni che hanno dichiarato di lavorare (pari al 64% del campione complessivo); di questi, il 37% è impiegato nei settori definiti di interesse (4% settore agricolo, 9% metalmeccanica, 2% industrie del legno e della carta, 9% edilizia, 8% sanità, 5% trasporti). Le mansioni più rappresentate nel campione intervistato sono: operaio (30%) e impiegato (30%).
Principali risultati:
Percezione del rischio infortunistico
Il 27% dei lavoratori intervistati ha riferito una percezione alta o molto alta di rischio infortunistico. Questa percentuale sale al 43% tra i lavoratori che operano nei settori di interesse e tra gli operai e gli artigiani. Una percezione alta del rischio infortunistico è, inoltre, più diffusa tra chi ha ricevuto informazioni sulla prevenzione degli infortuni (32%; IC95% 31,0-32,6) rispetto a chi non le ha ricevute (21%; IC95% 20,3-21,8) e tra chi ha riferito di aver subito infortunio nell’ultimo anno (58%; IC95% 53,9-62,5) rispetto a chi non l’ha riportato (25%; IC95% 24,6-25,9). In particolare, all’aumentare dei giorni di assenza per infortunio aumenta la percezione del rischio (ha percezione alta o molto alta il 78% di chi si è assentato per più di 40 giorni). Tale percezione (alta o molto alta) presenta differenze geografiche, passando dal 25% del Nord, al 26% del Centro e al 31% del Sud; il gradiente rilevato si mantiene anche considerando gli intervistati che lavorano nei sei settori di interesse (38% al Nord, 44% al Centro, 51% al Sud, rispettivamente).
Percezione del rischio di malattia legata al lavoro
Il 20% dei lavoratori intervistati ha riferito una percezione alta o molto alta di rischio di malattia legata alla mansione ricoperta; questa percentuale è maggiore tra i lavoratori occupati nei settori di interesse (29%), in particolare nella sanità (42%).
I lavoratori che hanno ricevuto informazioni presentano una percezione del rischio lavorativo maggiore (ha percezione alta o molto alta il 25%; IC95% 24,2-25,9) rispetto a chi non le ha ricevute (17%; IC95% 15,9-17,2); l’alta percezione è risultata più diffusa anche tra i lavoratori che si sono assentati per malattie legate al lavoro negli ultimi 12 mesi (34%; IC95% 31,1-36,0) rispetto a coloro che non si sono mai assentati (18%; IC95% 17,2-18,5).
Informazioni su come prevenire gli infortuni o le malattie professionali
Il 56% dei lavoratori intervistati ha riferito di aver ricevuto informazioni di prevenzione: il 16% solo sugli infortuni, il 3% solo sulle malattie professionali e il 37% su entrambi. I lavoratori dei settori di interesse hanno dichiarato di aver ricevuto informazioni in percentuale statisticamente maggiore: 67% (IC95% 65,5-67,5) rispetto al 50% (IC95% 49,2-50,8) dei restanti settori.
È presente un lieve gradiente territoriale (58% Nord, 57% Centro, 52% Sud), rilevato anche nei settori di interesse (rispettivamente 69%, 67% e 62%). In particolare, le informazioni sulla prevenzione degli infortuni risultano fornite maggiormente nelle industrie metalmeccaniche (71%), nell’edilizia (68%) e nelle industrie di legno e carta (67%), mentre quelle sulla prevenzione delle malattie professionali nella sanità (55%) e nelle industrie metalmeccaniche (54%).
Le informazioni sono state date principalmente mediante corsi di formazione (62%) e materiali informativi o opuscoli specifici (35%) e meno da superiori o colleghi (14%) o da medici competenti (16%).