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18/03/2014

Forte associazione fra depressione e svantaggio socioeconomico negli italiani

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Il disturbo depressivo maggiore è un disturbo che si presenta con tono dell’umore particolarmente basso per un periodo abbastanza lungo, sofferenza psicologica, fatica nel prendersi cura del proprio aspetto e della propria igiene, riduzione e peggioramento delle relazioni sociali, tendenza all’isolamento, difficoltà sul lavoro o a scuola, peggioramento del rendimento.

I sintomi più frequenti sono:

  • stato d’animo di tristezza, abbattimento;
  • perdita di piacere e interesse;
  • cambiamenti nell’appetito;
  • disturbi del sonno;
  • agitazione, irrequietezza o, al contrario, rallentamento;
  • riduzione dell’energia, facile stanchezza e spossatezza;
  • senso di valere poco, senso di colpa eccessivo;
  • difficoltà di concentrazione, incapacità di pensare lucidamente;
  • pensieri ricorrenti che non vale la pena di vivere o pensieri di morte e di suicidio.

In genere una persona depressa ha i sintomi appena riportati, non necessariamente tutti, ma almeno uno dei primi due e almeno cinque complessivamente.

Il sistema di sorveglianza PASSI (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia) è in grado di fornire informazioni su dimensione e caratteristiche di questo tipo di sofferenza nella popolazione adulta. PASSI si caratterizza come una sorveglianza in sanità pubblica che raccoglie di continuo informazioni sui comportamenti connessi alla salute nella popolazione adulta italiana di 18-69 anni di età, e tra i temi indagati vi sono anche i sintomi depressivi fondamentali (i sintomi di umore depresso e perdita di interesse o piacere per tutte – o quasi – le attività) utilizzando un test validato, il Patient Health Questionnaire-2 (PHQ-2).

Il PHQ-2 è uno strumento di screening derivato dal Patient Health Questionnaire-9 con soddisfacente sensibilità e specificità. In ambito clinico, tale test consente di individuare le persone con probabile disturbo depressivo da indirizzare ai servizi specialistici: solo in questo contesto e con strumenti diagnostici più accurati sarà possibile diagnosticare un disturbo depressivo. In ambito di sorveglianza, il PHQ-2 consente di individuare le persone con probabile disturbo depressivo. Con i dati rilevati vengono effettuate misure di prevalenza e di caratterizzazione delle persone “probabilmente” depresse per stato di salute fisica (diagnosi riferite di alcune fra le principali patologie croniche), per stili di vita e altri fattori anche sociali rilevati nello stesso sistema.

Nel 2012, una quota non trascurabile della popolazione adulta italiana in età lavorativa (18-64) pari al 6% riferisce sintomi depressivi. Questi sono significativamente più frequenti nelle donne e nelle persone con condizioni sociali e di salute vulnerabili (i più anziani, i meno istruiti, chi vive solo, chi soffre di una patologia cronica o risulta obeso), ma la dimensione economica risulta, tra le caratteristiche sociodemografiche indagate, la più fortemente associata alla presenza di disturbi depressivi.

La prevalenza di sintomi depressivi sembra non differire per macroaree di residenza; tuttavia emerge un chiaro gradiente geografico a sfavore delle regioni centro-settentrionali, a parità di dimensione socioeconomica, genere, età e condizioni di salute.

Esistono molte evidenze sulla relazione esistente tra crisi economica globale e aumento di disturbi e condotte psicopatologiche. La forte associazione fra sintomi depressivi e difficoltà economiche, che emerge anche dai dati PASSI, deve far riflettere sia perché in un periodo di crisi economica come quello attuale potrebbe causare un aumento di disturbi psicopatologici, sia perché il contenimento della spesa pubblica investe l’assistenza sanitaria e la prevenzione, rendendo possibile un peggioramento delle condizioni di salute di gruppi di soggetti più vulnerabili, come coloro che soffrono di sintomi depressivi.

Bibliografia

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  • http://www.epicentro.iss.it/passi/DepressioneContesto.asp
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