Rubriche
02/02/2018

Fare epidemiologia della ricerca per non disperdere le risorse del servizio sanitario nazionale

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Come si fa a sapere che la ricerca scientifica condotta in ambito sanitario non va dispersa? La riduzione delle risorse disponibili e l’aumento dei costi per la produzione di terapie innovative richiedono una continua verifica sul potenziale impatto che la ricerca scientifica può avere sulla salute in generale e nella pratica clinica in particolare.1
Motivazioni di tipo etico, economico o anche solo legate alla misurazione dell’efficienza dei processi selettivi delle proposte di ricerca in ambito sanitario giustificano ampiamente l’individuazione di indicatori per valutare la quantità e la qualità della ricerca scientifica prodotta da e per il Servizio sanitario nazionale (SSN).

Per un’epidemiologia della ricerca

In questo contesto, come può contribuire l’epidemiologia? Immaginando di applicare i metodi epidemiologici alla valutazione della diffusione e della qualità della ricerca, è possibile proporre sia misure di occorrenza sia di valutazione di impatto della ricerca. L’analisi della distribuzione temporale e spaziale degli studi di rilevanza sanitaria e delle loro caratteristiche può dare un importante contributo e fornire numeri e strumenti adatti a questo scopo. Si potrebbe anche chiamare metaricerca, ossia ricerca sulla ricerca medica stessa.
Lo stesso Ministero della salute, nell’ultimo bando per la ricerca finalizzata,2 ha introdotto nel processo di valutazione una procedura che cerca di selezionare le proposte in base al potenziale impatto sull’SSN. In pratica, dopo una prima selezione (triage), il processo di peer review adottato si basa, oltre che sulla validità scientifica e sulla fattibilità della proposta, anche su una seconda revisione effettuata da esperti nazionali. Questi ultimi devono assegnare a ogni proposta un punteggio che tenga conto dei seguenti elementi:

  • rispondenza del progetto alle finalità del bando;
  • potenziale rilevanza dei risultati per l’SSN;
  • trasferibilità nell’SSN e valutazione dei tempi di ricaduta finale sul paziente;
  • congruità e coerenza economica del progetto.

Questo approccio, per quanto lodevole negli intenti, presenta diverse criticità. Tra quelle più rilevanti, vi è il fatto di sommare i risultati derivanti dalla valutazione tecnico-scientifica al potenziale impatto sull’SSN. In questo modo, vengono premiati progetti dove il bisogno di conoscenza è elevato a prescindere dalla validità scientifica della proposta, e viceversa.
In ogni caso, nel panorama nazionale il nuovo approccio risente ancor di più del non disporre delle informazioni che l’epidemiologia della ricerca potrebbe fornire.
Studi sulle ricerche condotte, sulle metodologie applicate e sui risultati ottenuti in termini di pubblicazioni e ricadute finale sulla salute del paziente sono dati necessari e oggi difficilmente disponibili. La disponibilità dei dati potrebbe evitare valutazioni arbitrarie sulla potenziale rilevanza e trasferibilità nell’SSN, oltre che ridurre il rischio di ricerche ridondanti, irrealistiche e non in linea con le attuali richieste di conoscenza da parte dell’SSN.
Ciò di cui stiamo parlando fa parte di un insieme di attività che costituiscono l’infrastruttura della ricerca di un Paese.3 Qualcosa che va ben al di là della sola capacità di produrre validi quesiti scientifici e buoni protocolli di ricerca. Non si tratta neanche solo della conta del numero di bravi ricercatori, misurati sulla base dei classici criteri bibliometrici (numero e impact factor delle pubblicazioni in un periodo specificato, H-index e sue modificazioni, IF/HI delle pubblicazioni a primo o ultimo nome eccetera). In questo senso, l’epidemiologia della ricerca si inserisce a pieno titolo in un percorso capace di fornire criteri, indicatori e strumenti per una conoscenza che sia maggiormente utile all’SSN.

Le risorse necessarie

È un’attività che richiede un investimento specifico di risorse. Oltre alle revisioni sistematiche della letteratura scientifica, altri strumenti già noti dell’epidemiologia devono essere applicati per un’analisi puntuale del burden of disease, in modo da identificare i gap di ricerca. Solo un’analisi congiunta della rilevanza in termini di carico per la salute e della mancanza di conoscenze sull’efficacia degli interventi sanitari può contribuire a individuare i deficit assistenziali dell’SSN. A ciò si aggiunge il monitoraggio delle attività di ricerca già finanziate e consultazione e coinvolgimento dei diversi stakeholder. In attesa di attivare un processo così complesso, è possibile comunque partire dal monitoraggio di quanto è disponibile e già attivato in termini di ricerche finanziate e dalle indicazioni derivanti dalla recente letteratura internazionale sui criteri per orientare i finanziamenti della ricerca verso obiettivi di salute della popolazione.
L’epidemiologia della ricerca si può avvalere di diverse fonti di dati, attingendo a diverse tipologie di studi che permettono di produrre indicatori e strumenti che abbiamo provato a sintetizzare nella tabella 1. Ognuno di questi può essere a suo volta utile per indagare:

  • la rilevanza del quesito proposto;
  • l’adeguatezza del disegno di studio;
  • la fattibilità dello studio;
  • l’accessibilità dei risultati finali.

Recentemente, diversi autori hanno sottolineato che tali criteri di valutazione sono da ritenersi essenziali per evitare la dispersione delle risorse investite nella ricerca per una migliore salute.4
Una ricerca sanitaria rispettosa dei criteri suggeriti può rappresentare una risorsa per la sostenibilità stessa dell’SSN. I dati relativi alle ricerche proposte e finanziate dall’SSN costituiscono un dataset che permette di capire il grado di maturazione e di capacità dell’SSN stesso di misurarsi con le proprie lacune conoscitive. L’applicazione di un approccio epidemiologico a questi dati può risultare molto utile per rispondere all’esigenza di capire per tempo quale potrà essere l’impatto di una proposta di ricerca sull’SSN e contribuire al governo dell’innovazione.

Bibliografia

  1. Thonon F, Boulkedid R, Delory T et al. Measuring the outcome of biomedical research: a systematic literature review. PLoS One 2015;10(4):e0122239.
  2. Ministero della salute. Bando ricerca finalizzata. Anno 2016. Fondi esercizio finanziario 2014-2015. Disponibile all’indirizzo: https://ricerca2012.cbim.it/wdr2/documenti/20160620_Bando2016_C_17_bandi_135_listaFile_itemName_0_file.pdf
  3. AA.VV. Management della ricerca. Recenti Progressi in Medicina 2017;108(11) Suppl 7:S1-36. Disponibile all’indirizzo: http://forward.recentiprogressi.it/management-della-ricerca/forward-7indice/
  4. Moher D, Glasziou P, Chalmers I et al. Increasing value and reducing waste in biomedical research: who’s listening? Lancet 2016;387(10027):1573-86.
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