Rubriche
11/04/2018

Carezze al DNA per vivere più sani

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In un recente studio condotto presso l’Università di Cambridge da Moore et al. si mette in evidenza l’importanza delle interazioni tra la madre e i suoi piccoli nelle prime fasi della vita e il ruolo giocato dai meccanismi epigenetici, in particolare dalla metilazione del DNA, in questa fondamentale fase della crescita.1 In questo studio, infatti, è emersa un’importante associazione tra la quantità di abbracci dati dalle mamme ai loro figli nelle prime settimane di vita e i livelli di metilazione del DNA misurata anni dopo. Nello studio sono state reclutate 1.000 neomamme, a ciascuna delle quali è stato chiesto di compilare un diario giornaliero, per le cinque settimane successive al parto, all’interno del quale annotare gli abbracci e le coccole quotidiane destinati al figlio. A distanza di cinque anni, è emerso che vi è una differenza nei livelli di metilazione di alcune specifiche regioni del genoma e che tale differenza è associata alla quantità di coccole e di abbracci ricevuti dai figli nelle prime settimane di vita.1 Sorprendente vero?
Questo lavoro non è che il culmine di una lunga serie di evidenze che mostrano il ruolo svolto dalle esperienze affettive nel contribuire a plasmare il nostro benessere psicofisico attraverso la modulazione dell’attività dei nostri geni. Gli abbracci, per esempio, favoriscono la liberazione di endorfine nel sangue e, tramite questi potenti mediatori, aiutano a rafforzare il nostro sistema immunitario,2 aumentano i livelli di emoglobina e la conseguente ossigenazione del sangue e dei tessuti, contribuiscono all’instaurarsi della relazione madre-bambino dopo la nascita,3 migliorano le capacità intellettive, le competenze linguistiche e il quoziente intellettivo nei bambini, diminuiscono stress e depressione, così come l’ansia. Addirittura possono esercitare un effetto immediato di miglioramento della salute cardiovascolare: secondo uno studio pubblicato sul Journal of Psychosomatic Medicine gli abbracci possono avere effetti benefici sul cuore, soprattutto nelle donne: dopo una serie di abbracci, infatti, è stata osservata una diminuzione della pressione sanguigna e del cortisolo.4

Il bisogno di coccole

Ma come è possibile che un semplice gesto racchiuda tante proprietà benefiche per la nostra salute? Su cosa è in grado di agire?
Ancora una volta l’epigenetica sembra giocare un ruolo nel trasformare un abbraccio in una cascata di segnali benefici per il nostro organismo, almeno da quanto emerge da ricerche effettuate su modelli animali nei secoli precedenti. È importante citare, a questo punto, un famoso e pionieristico studio condotto durante la metà del secolo scorso, durante il quale si osservò che, se ci si occupava di manipolare e accarezzare delle cavie da laboratorio durante le loro prime settimane di vita per qualche minuto al giorno, queste crescevano più calme e meno reattive a eventi stressanti.
Ma non era unicamente l’intervento dell’uomo a provocare effetti benefici sulle cavie: il ricercatore Michael Meaney, in uno studio del 1997 pubblicato su Science,5 osservò come nel topo il tipo e la frequenza di cure materne durante l’infanzia avesse un effetto diretto sull’espressione in fase adulta dell’ormone dello stress, il corticosterone. Più coccole da cuccioli, meno ormone dello stress da grandi. Nei piccoli di madri poco inclini alla cura dei propri cuccioli, i geni che regolano la produzione di recettori per ormoni glucocorticoidi e che influenzano la sensibilità allo stress risultavano, inoltre, altamente metilati. Al contrario, nei cuccioli di madri amorevoli, i livelli di metilazione degli stessi geni si riducevano drasticamente.
In un secondo esperimento incrociato, in cui le madri venivano scambiate, si assisteva a una totale rivoluzione: i cuccioli nati da madri distratte, ma sottoposti alle cure della mamma amorevole, all’improvviso non mostravano più alti livelli di metilazione dei geni per i glucocorticoidi e viceversa, dimostrando, quindi, che le osservazioni non erano ricollegabili al patrimonio genetico della madre, ma a un qualcosa che era stato in grado di agire a posteriori a livello epigenetico.5
Spostandosi dagli studi svolti su modello animale a studi condotti sull’uomo, si è osservato che il contatto fisico rappresenta una prima necessità dell’individuo, non soltanto una caratteristica comportamentale. Uno studio condotto su neonati prematuri ricoverati in ospedale ha sottolineato quanto sia deleteria la riduzione ai minimi termini del contatto fisico dovuta alla necessità di preservare il neonato nell’incubatrice e di riservare la manipolazione alle sole cure medico-infermieristiche. In questo studio, Guzzetta et al. hanno provato a introdurre giornalmente sedute di manipolazione dei neonati, che comprendevano movimenti delle braccine e delle gambine e massaggi su tutto il corpo, e ha mostrato che la crescita di questi neonati incrementava di circa il 50% rispetto alla crescita dei neonati non stimolati.6

Esperienze traumatiche e disturbi

Le prime fasi della vita di un bambino sono importanti anche per la psicologia del bambino e dell’adulto che diverrà e per la sua predisposizione o meno a sviluppare in futuro sindromi depressive e da stress.
Così come le coccole possono contribuire a proteggerci dall’insorgenza di disturbi da stress e dalle sindromi depressive, anche i maltrattamenti, i traumi e gli abusi sono in grado di agire a livello epigenetico, provocando, in questo caso, conseguenze tutt’altro che positive e benefiche. Per esempio, si è osservato che il promotore del gene FKBP5 è demetilato nei bambini che hanno subito un trauma. Questo gene è un regolatore di risposta allo stress e la presenza di uno specifico polimorfismo, unita a una sua demetilazione in seguito a un evento traumatico, rende un individuo più suscettibile allo sviluppo di una sindrome post-traumatica da stress.7
Inoltre, McGowan et al. hanno riportato che il cervello di vittime di suicidio con una storia di abusi e maltrattamenti durante la prima infanzia aveva un livello aumentato di metilazione del gene NR3C1 e una conseguente diminuzione dell’RNA messaggero in confronto a vittime di suicidio senza storia di abusi.8 La relazione esistente tra maltrattamenti e modificazioni epigenetiche appare ormai sufficientemente consolidata e, per ulteriori approfondimenti, consigliamo la lettura della review di Drury, Sanchez e Gonzales, che riporta le evidenze riguardanti le conseguenze biologiche di esperienze affettive negative nella prima infanzia.9
Come si evince da questo breve articolo, numerosi sono stati finora gli studi scientifici che hanno cercato di indagare e comprendere il ruolo dell’epigenetica sul nostro benessere, ma indubbiamente c’è ancora tanta strada da fare. La possibile relazione esistente tra esposizione, epigenetica, danno e patologia è molto complessa e occorrerà fare ancora innumerevoli sforzi per riuscire a districarsi appieno all’interno di questo intricato e affascinante intreccio.

Bibliografia

  1. Moore SR, McEwen LM, Quirt J et al. Epigenetic correlates of neonatal contact in humans. Dev Psychopathol 2017;29(5):1517-38.
  2. Cohen S, Janicki-Deverts D, Turner RB, Doyle WJ. Does hugging provide stress-buffering social support? A study of susceptibility to upper respiratory infection and illness. Psychol Sci 2015;26(2):135-47.
  3. Meaney MJ. Maternal care, gene expression, and the transmission of individual differences in stress reactivity across generations. Annu Rev Neurosci 2001;24:1161-92.
  4. Light KC, Grewen KM, Amico JA. More frequent partner hugs and higher oxytocin levels are linked to lower blood pressure and heart rate in premenopausal women. Biol Psychol 2005;69(1):5-21.
  5. Liu D, Diorio J, Tannenbaum B et al. Maternal care, hippocampal glucocorticoid receptors, and hypothalamic-pituitary-adrenal responses to stress. Science 1997;277(5332):1659-62.
  6. Guzzetta A, D’Acunto MG, Carotenuto M et al. The effects of preterm infant massage on brain electrical activity. Dev Med Child Neurol 2011;53 Suppl 4:46-51.
  7. Klengel T, Binder EB. FKBP5 allele-specific epigenetic modification in gene by environment interaction. Neuropsychopharmacology 2015;40(1):244-46.
  8. McGowan PO, Sasaki A, D’Alessio AC et al. Epigenetic regulation of the glucocorticoid receptor in human brain associates with childhood abuse. Nat Neurosci 2009;12(3):342-48.
  9. Drury SS, Sanchez MM, Gonzalez A. When mothering goes awry: Challenges and opportunities for utilizing evidence across rodent, nonhuman primate and human studies to better define the biological consequences of negative early caregiving. Horm Behav 2016;77:182-92.

Glossario

  • Metilazione del DNA: aggiunta di un gruppo metile (-CH3) in particolari regioni del genoma a opera di enzimi chiamati DNA metiltransferasi (DNMT).
  • Gene NR3C1: recettore nucleare che regola vari processi fisiologici e patofisiologici.
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