Arti e salute: un approccio promettente per la promozione della salute, la prevenzione e il trattamento delle malattie
Negli ultimi decenni, la ricerca relativa agli effetti delle arti sulla salute e sul benessere si è notevolmente intensificata. Questo contributo intende offrire una panoramica sul tema: a partire dalle prove di letteratura, viene descritto qualche esempio concreto attuato in Italia e si cerca di dare uno sguardo al futuro.
Che cosa sappiamo su arti e salute?
Una scoping review pubblicata dall’Ufficio regionale OMS per l’Europa nel 20191 ha analizzato i risultati di oltre 3.000 studi descrivendo il ruolo delle arti per la prevenzione delle malattie, la promozione della salute e il trattamento e la gestione delle patologie che si manifestano nel corso della vita. Nel 2022, il gruppo di ricerca di CultureForHealth, nell’ambito di un progetto di attuazione della “Azione preparatoria dell’UE: Sviluppo di politiche dal basso per la cultura e il benessere nell’UE”, ha aggiornato e ampliato il rapporto dell’OMS.2
Complessivamente, è stato preso in considerazione un ampio ventaglio di arti che prevedono la loro pratica attiva e/o la fruizione, offerte in vari contesti, dagli ospedali ai servizi delle cure primarie, dalla comunità alla casa. Sono state considerate:
- le arti performative (per esempio, teatro, danza, canto, musica, film);
- le arti visive, il design e l’artigianato (pittura, fotografia, scultura, tessile e altri prodotti di design e dell’artigianato);
- la letteratura (scrittura, lettura, partecipazione a festival letterari);
- la cultura (musei, gallerie, mostre d’arte, concerti, teatro, eventi comunitari, festival e fiere culturali);
- le arti online, digitali ed elettroniche (animazioni, film-making, computer grafica).
Ciascuna delle componenti delle attività artistiche può innescare risposte psicologiche, fisiologiche, sociali e comportamentali che sono a loro volta causalmente legate a risultati in termini di salute. Per esempio, le componenti estetiche ed emotive delle attività artistiche possono fornire opportunità di espressione e regolazione delle emozioni (attività, queste, intrinseche al modo in cui gestiamo la nostra salute mentale) e di riduzione dello stress (noto fattore di rischio per l’insorgenza e/o la progressione di una serie di patologie, tra cui le malattie cardiovascolari e i tumori).
Sono state trovate associazioni positive tra attività culturali e diversi outcome di salute:
- miglioramento della qualità della vita e del benessere generale e psicologico;
- aumento del coinvolgimento sociale;
- riduzione delle esperienze personali di depressione e ansia;
- miglioramento della qualità della vita correlata alla salute nei pazienti con condizioni croniche;
- prevenzione del declino cognitivo negli anziani;
- sviluppo di competenze cognitive, emotive e sociali.
La maggior parte degli studi ha rilevato l’utilità di partecipare più volte alla stessa attività, sottolineando anche l’importanza di adattare gli interventi alle esigenze e alle condizioni sociali dei partecipanti.
Pur essendoci un notevole numero di studi, la letteratura disponibile è affetta da diversi limiti. Spesso si tratta di esperienze di piccole dimensioni, con approccio descrittivo e misurazione degli outcome a breve termine. Alcuni tipi di attività artistiche sono più studiate di altre (per esempio, ci sono più studi sulla musica, la danza e le arti visive che su altre attività come la partecipazione a festival o arti online e digitali). Raramente sono confrontati gli interventi artistici con quelli non artistici, approfondendone le modalità ottimali di attuazione e la generalizzabilità. L’eterogeneità degli studi ostacola in alcuni casi la possibilità di condurre metanalisi.
In un recente rapporto pubblicato nel 2023,3 lo University College of London affronta alcuni di questi limiti presentando i risultati di una dozzina di studi di coorte realizzati negli Stati Uniti e nel Regno Unito che hanno seguito per decenni le attività e lo stato di salute e benessere di una popolazione numerosa e rappresentativa (circa 23.000 persone) e rilevato gli effetti a lungo termine della partecipazione a iniziative artistiche e culturali. Sono state analizzate le relazioni tra impegno artistico e outcome di salute in tre diversi setting:
- bambini e adolescenti: la partecipazione ad attività culturali e artistiche riduce i problemi di iperattività, le difficoltà di concentrazione e i comportamenti antisociali e violenti; aumenta/migliora i comportamenti pro-sociali, quali empatia e altruismo; diminuisce la probabilità di fumare sigarette e assumere sostanze alcoliche e stupefacenti;
- adulti: arte e impegno culturale possono supportare la regolazione emotiva e migliorare il benessere e la salute mentale (depressione, ansia);
- anziani: le arti hanno mostrato di contrastare la demenza e sono associate positivamente con le funzioni cognitive e con molteplici aspetti della salute fisica e funzionale, compresi la fragilità, il dolore cronico e la disabilità, nonché percezioni migliori dell’invecchiamento; gli anziani culturalmente impegnati hanno un rischio inferiore di mortalità.
Il report ha identificato l’esistenza di chiare disuguaglianze di accesso alle attività artistiche e culturali: le persone provenienti da contesti socioeconomici più poveri avevano un livello di pratica/fruizione artistica e culturale inferiore. Ciò rischia di esacerbare le disuguaglianze di salute, considerando che sono proprio coloro che occupano posizioni socioeconomiche inferiori che corrono un rischio maggiore di essere in cattive condizioni di salute. D’altro canto, l’incertezza e i rapidi cambiamenti sociali causati da eventi come la pandemia di COVID-19 mettono in luce un crescente bisogno di interventi per far fronte alle disuguaglianze di salute, al disagio mentale, alla solitudine e all’isolamento degli individui. La letteratura suggerisce che queste sono aree in cui l’arte e la cultura possono avere un effetto positivo.4,5 Pertanto è necessario che nella programmazione di interventi artistici che perseguono esplicitamente obiettivi di salute si ponga particolare attenzione al complesso ecosistema di barriere individuali, comunitarie e sociali che possono impedire alle persone di accedervi. L’OMS raccomanda di garantire equità di accesso, attivare la formazione per i professionisti della salute e delle arti e identificare aree specifiche di sanità pubblica in cui attivare gli interventi.
Qualche esempio italiano
Una recente pubblicazione della Direzione generale dell’Istruzione, della gioventù, dello sport e della cultura della Commissione europea6 raccoglie esempi di buone pratiche individuate da una serie di progetti di diversi programmi di finanziamento europei, (Creative Europe, Erasmus+, Horizon 2020, Horizon Europe). Nessuno degli interventi riportati viene dall’Italia, sebbene vi siano esperienze in diverse Regioni fin dall’inizio degli anni Duemila. Un esempio italiano piuttosto strutturato è disponibile presso il Cultural Wellbeing Lab (CWLAB), un progetto triennale di capacity building a cura della Fondazione Compagnia di San Paolo7 che si è sviluppato sostenendo il ciclo completo: progettazione, sperimentazione, valutazione, consolidamento e disseminazione di alcuni modelli e protocolli di intervento. Il progetto è stato avviato nel 2020 e ha previsto la mappatura di esperienze e progetti già attivi e orientati in questa direzione nella regione del Nord-Ovest (Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta) e il sostegno a 4 poli di progettazione:
1. cultura e prevenzione primaria: “Dedalo Vola”, un progetto dell’ASL di Vercelli di promozione della salute che propone la partecipazione culturale negli stili vita salutari e per la prevenzione primaria;
2. cultura, relazione di cura e medical humanities: “Verba Curant”, scrittura e tecniche della narrazione al servizio del mondo della salute. I docenti della Scuola Holden, aiutano medici e infermieri dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria a incentivare un rapporto empatico con i pazienti grazie alla forza dei grandi racconti;
3. cultura per l’umanizzazione dei luoghi di cura: “Cultura di Base”, un esperimento svolto a Torino che si propone di spostare i luoghi di cura all’interno dei luoghi della cultura, nello specifico i medici di medicina generale all’interno dei musei e dei nuovi centri culturali;
4. benessere e cura nelle istituzioni culturali: “DanzArTe”, un progetto pilota sviluppato a Genova, che si propone di vedere un’opera d’arte attraverso il corpo: un processo di ricerca avanzata dedicato alle persone potenzialmente a rischio fragilità.
Pur trattandosi di piccole esperienze sperimentali, hanno il pregio, come suggerito dall’OMS, di essere condotte in co-progettazione con più soggetti di primo e secondo livello di diversi ambiti (sanità, cultura, amministrazione pubblica, sociale) e accompagnate da una valutazione rigorosa.8
Uno sguardo al futuro
In un recente articolo pubblicato su Lancet Public Health9 si presentano i risultati di una revisione di 172 documenti riferiti a Paesi di tutto il mondo (Gran Bretagna, Finlandia, Australia, Stati Uniti, Singapore, Etiopia eccetera; nessuna delle esperienze presentate viene dall’Italia), con l’obiettivo di descrivere lo sviluppo delle politiche riguardanti arte e salute. Sono presentati diversi esempi sviluppati dalla sanità, dalla cultura, da governi locali e nazionali. Molti policy maker vedono la relazione tra impegno artistico e miglioramento della salute in termini piuttosto generali, spesso percependo quest’area al di fuori del proprio ambito abituale di competenza. Solo in alcuni casi si investe in applicazioni mirate per affrontare problemi di salute specifici. Le politiche più promettenti sono quelle in cui i ministeri o le agenzie della sanità e della cultura lavorano insieme sviluppando politiche comuni. In futuro è necessario sviluppare meccanismi intersettoriali per supportarne l’espansione, la valutazione e le infrastrutture specifiche per consentirne l’effettiva implementazione.
L’Unione europea sostiene tali conclusioni. Nel 2018, con l’Agenda Europea della Cultura,10 la Commissione europea ha introdotto un principio fortemente innovativo, indicando come pilastri delle politiche delle prossime decadi i cosiddetti crossover culturali, ovvero la necessità di creare o rafforzare relazioni sistematiche e sistemiche tra la cultura e altri ambiti di policy, in primis la salute, per affrontare efficacemente le nuove sfide sociali. La risoluzione del consiglio sul piano di lavoro dell’UE per la cultura 2023-202611 individua l’area di intervento “Cultura e Salute” nell’ambito “Cultura per le persone: potenziare la partecipazione culturale e il ruolo delle culture nella società”. I risultati attesi riguardano la sensibilizzazione in merito agli effetti positivi della cultura e la creazione di una maggiore cooperazione intersettoriale tra i decisori, la stesura di raccomandazioni tese all’attuazione di pratiche culturali partecipative, con particolare attenzione alla salute mentale e la mappatura delle buone pratiche.
Per quanto riguarda la ricerca, gli obiettivi prioritari sono due:
- migliorare la qualità delle prove sul campo disponibili, sottoponendo gli interventi attuati a una valutazione rigorosa;
- ottimizzare e valutare la trasferibilità in nuovi contesti degli interventi evidence-based disponibili: questo è particolarmente importante al fine di diffondere interventi di dimostrata efficacia, piuttosto che concentrarsi su progetti pilota che potrebbero non essere mai implementati in contesti reali.
Anche in questo caso, l’Europa sta investendo: per il 2024, il piano di lavoro del Programma Horizon per il Cluster 2 “Cultura, creatività e società inclusiva” comprende il sostegno a progetti di ricerca e sperimentazione tra Cultura e Salute.
Conflitti di interesse dichiarati: nessuno.
Bibliografia
- Fancourt D, Finn S. What is the evidence on the role of the arts in improving health and well-being? A scoping review. In Health Evidence Network (HEN) synthesis report 67. Geneva, WHO Regional Office for Europe, 2019. Disponibilr all’indirizzo: https://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/329834/9789289054553-eng.pdf(ultimo accesso: 04.03.2024).
- Zbranca R, Dâmaso M, Blaga O et al. CultureForHealth Report. Culture’s contribution to health and well-being. A report on evidence and policy recommendations for Europe. CultureForHealth. Culture Action Europe 2022. Disponibile all’indirizzo: https://www.cultureforhealth.eu/app/uploads/2023/02/Final_C4H_FullReport_small.pdf (ultimo accesso: 04.03.2024).
- Fancourt D, Bone JK, Bu F, Mak HW, Bradbury A. The Impact of Arts and Cultural Engagement on Population Health: Findings from Major Cohort Studies in the UK and USA 2017-2022. London, UCL; 2023. Disponibile all’indirizzo: https://sbbresearch.org/wp-content/uploads/2023/03/Arts-and-population-health-FINAL-March-2023.pdf (ultimo accesso: 04.03.2024).
- Bradbury A, Warran K, Mak HW, Fancourt D. The Role of the Arts during the COVID-19 Pandemic. London, London’s Global University, 2021. Disponibile all’indirizzo: https://www.artscouncil.org.uk/sites/default/files/download-file/UCL_Role_of_the_Arts_during_COVID_13012022_0.pdf (ultimo accesso: 04.03.2024).
- World Health Organization. Arts and health: supporting the mental well-being of forcibly displaced people. Geneva, WHO, 2022. Disponibile all’indirizzo: https://www.who.int/andorra/publications/m/item/arts-and-health--supporting-the-mental-well-being-of-forcibly-displaced-people (ultimo accesso: 04.03.2024).
- European Commission, Directorate-General for Education, Youth, Sport and Culture.Get inspired! Culture: A driver for health and wellbeing in the EU. Luxembourg, Publications Office of the European Union, 2022. Disponibile all’indirizzo: https://data.europa.eu/doi/10.2766/09124 (ultimo accesso: 04.03.2024).
- Fondazione Compagnia di San Paolo. Well impact – Cultura e Salute: verso un nuovo welfare culturale. Disponibile all’indirizzo: https://www.compagniadisanpaolo.it/it/progetti/well-impact-cultura-e-salute-verso-un-nuovo-welfare-culturale/ (ultimo accesso: 04.03.2024).
- Viola E, Martorana M, Airoldi C et al. Dedalo Vola project: The effect of choral singing on physiological and psychosocial measures. An Italian pilot study. Acta Psychologica 2024;244:104204.
- Dow R, Warran K, Letrondo P, Fancourt D. The arts in public health policy: progress and opportunities. Lancet Public Health 2023;8:e155-60.
- Nuova agenda europea per la cultura. Strasburgo, Parlamento europeo. 2018. Disponibile all’indirizzo: https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-8-2018-0499_IT.html (ultimo accesso: 04.03.2024).
- Risoluzione del Consiglio sul piano di lavoro dell’UE per la cultura 2023-2026. Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea C 466/1 del 07.12.2022. Disponibile all’indirizzo: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32022G1207(01)&from=EN (ultimo accesso: 04.03.2024).