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23/04/2021

Analisi dei fattori di rischio per COVID-19: un approccio possibile per le malattie infettive di origine professionale

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Dall’inizio della pandemia sono stati segnalati focolai di COVID-19 in una varietà di contesti professionali sia in Italia sia nel resto del mondo.1 I report italiani recentemente pubblicati hanno mostrato che la maggior parte dei cluster occupazionali di COVID-19 provengono dal settore sanitario, dove peraltro un più facile accesso ai test diagnostici ha comportato maggiori possibilità di monitoraggio. È stata, inoltre, messa in evidenza la relazione del rischio di infezione con lo stato socioeconomico dei lavoratori, con le professioni e con la possibilità che queste possano essere espletate o meno da remoto.2,3
In ambito lavorativo, sono state attivate le procedure di sorveglianza e di tracciamento dei contatti, insieme alle politiche prevenzionistiche e ai protocolli necessari su come affrontare i focolai, quando rilevati. Al riguardo, le direttive europee stabiliscono misure tecniche e organizzative che devono essere attuate sui luoghi di lavoro a seguito di una valutazione dei rischi; sono, inoltre, disponibili linee guida e indicazioni su come proteggere i lavoratori nei settori e nelle professioni in cui si sono verificati i cluster.
Il flusso di segnalazioni dei casi di COVID-19 di natura occupazionale giunte (ai sensi dell’art. 139 del TU n. 1124/1965 e degli art. 365 del c.p., 334 del c.p.p) ai Servizi di prevenzione e sicurezza dei luoghi di lavoro delle ASL italiane (figura 1) ha reso necessario predisporre un sistema di registrazione tale da garantire un’analisi del fenomeno corretta e uniforme su tutto il territorio nazionale. I casi di COVID-19 sono inquadrati come malattia-infortunio dall’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro (Inail), sulla base della valutazione medico-legale dell’accadimento, e come tali gestiti nel percorso di tutela assicurativa. I referti dei lavoratori che hanno contratto l’infezione di SARS-CoV-2 giungono ai Servizi delle ASL sia come referto di infortunio (in prevalenza) sia come referto di malattia professionale, in genere da parte dei medici competenti.

Al fine di chiarire il percorso di registrazione e prendere decisioni condivise, si è tenuto un recente incontro fra il coordinatore dei sistemi di sorveglianza MAL.PROF4 e INFORMO5 del Dipartimento DiMeila presso Inail Ricerca e i referenti regionali dei due sistemi. Nella riunione, si è convenuto di registrare i referti dei casi di COVID-19 positivi nel Sistema MAL.PROF, qualunque sia la modalità con cui questi pervengano, in modo da inserire le informazioni in un unico archivio.
Nel nostro Paese, ormai da circa venti anni, MAL.PROF rappresenta lo strumento di registrazione e analisi delle segnalazioni di malattia professionale che giungono all’attenzione dei Servizi delle ASL. Esso permette di acquisire, con la stessa modalità su tutto il territorio nazionale, le informazioni necessarie per individuare il nesso causale fra la malattia segnalata e i settori di attività dove è avvenuta l’esposizione.6 La registrazione dei casi dei lavoratori che hanno contratto l’infezione da SARS-CoV-2 in ambito lavorativo potrà essere integrata dalle informazioni acquisite in fase di indagine e/o monitoraggio, attraverso una scheda specifica che permetterà di mettere in luce i principali fattori di rischio, le condizioni lavorative più critiche e l’eventuale mancata applicazione di norme prevenzionistiche. L’approfondimento riguarderà soprattutto i casi mortali e gravi di COVID-19, oggetto di inchiesta da parte delle ASL. 

La scheda costituisce, quindi, uno strumento di rilevazione assimilabile a una checklist e suddivide gli aspetti da verificare nelle quattro macrocategorie di fattori di rischio ambientali, tecnici, procedurali e gestionali. Permette di indicare se si tratta di un caso “indice” (primo caso individuato nell’ambiente di lavoro indagato) o “secondario” (caso collegato a un caso indice in azienda), includendo informazioni relative alle modalità di contagio.
La scheda è divisa in cinque sezioni:

  1. anagrafica evento;
  2. dati anamnestici;
  3. anagrafica lavoratore;
  4. dati azienda;
  5. fattori di rischio.

Sono, inoltre, disponibili due box a compilazione libera rispettivamente dedicati a:

  • descrizione delle criticità osservate in fase di inchiesta/approfondimento;
  • eventuali osservazioni sulle misure aziendali di miglioramento.

I fattori di rischio individuati nei luoghi di lavoro, distinti tra quelli ambientali, tecnici, procedurali e gestionali, in analogia con le classificazioni già utilizzate in INFORMO e in PREVIS (un sistema, in fase sperimentale, per il monitoraggio delle informazioni presenti nei verbali di sopralluogo degli operatori dei Servizi), consentiranno di inquadrare la situazione riscontrata in azienda, in coerenza con il quadro normativo attuale (DPCM emanati a seguito dell’emergenza e D.Lgs. 81/2008).
La raccolta dei dati nei territori sarà coordinata dai Referenti regionali MAL.PROF e INFORMO, che periodicamente li invieranno al Dipartimento DiMeila di Inail Ricerca per l’integrazione nel nuovo archivio nazionale. La sicurezza dei dati trasmessi da remoto da parte degli operatori profilati all’archivio centrale è garantita secondo protocolli di sicurezza previsti dalle regole di trasmissione TCP/IP con tecniche di criptazione HTTPS. 
Superata l’emergenza legata al virus SARS-CoV-2, questo archivio consentirà di estendere l’approfondimento ai casi di malattia infettiva di origine professionale, le cosiddette malattie-infortunio, collocate nella categoria degli infortuni sul lavoro (per equiparazione della causa virulenta a quella violenta), secondo l’originaria impostazione assicurativa Inail della tutela delle malattie infettive e parassitarie. 
È sempre più evidente la necessità che gli eventi sanitari conseguenti alla pandemia nel mondo del lavoro, la loro analisi e le esperienze progressivamente maturate siano oggetto di analisi omogenea e sistematica, per poter offrire un approccio ragionato ed efficace alle patologie da lavoro indotte da agenti infettivi, creando i presupposti di un vero e proprio modello di raccolta dei dati dedicato, come peraltro già previsto dal D.Lgs. 81/2008 all’art. 281, concernente gli obblighi di registrazione per le malattie da agenti biologici.7
Tenuto conto delle indicazioni contenute nell’ultimo Piano nazionale di prevenzione8 in merito all’implementazione dei sistemi MAL.PROF e INFORMO, le attività di rilevazione mediante l’uso della scheda COVID-19 ne rappresentano un esempio di sviluppo e la loro attivazione in via sperimentale consentirà di verificare gli aspetti applicativi di un sistema di sorveglianza specifico dei casi di patologie correlate all’esposizione occupazionale ad agenti biologici.

Conflitti di interesse dichiarati: nessuno.

Bibliografia

  1. COVID-19 clusters and outbreaks in occupational settings in the EU/EEA and the UK. ECDC, Stockholm, 2020. Disponibile all’indirizzo: https://www.ecdc.europa.eu/sites/default/files/documents/COVID-19-in-occupational-settings.pdf
  2. Marinaccio A, Boccuni F, Rondinone BM, Brusco A, D’Amario S, Iavicoli S. Occupational factors in the COVID-19 pandemic in Italy: compensation claims applications support establishing an occupational surveillance system. Occup Environ Med 2020;77(12):818-21.
  3. Marinaccio A, Guerra R, Iavicoli S. Work a key determinant in COVID-19 risk. Lancet Glob Health 2020;8(11):e1368.
  4. Campo G, Papale A, Baldasseroni A et al. The surveillance of occupational diseases in Italy: the MALPROF system. Occup Med (Lond) 2015;65(8):632-37.
  5. Campo G, Cegolon L, De Merich D et al. The Italian National Surveillance System for Occupational Injuries: Conceptual Framework and Fatal Outcomes, 2002-2016. Int J Environ Res Public Health 2020;17(20):7631.
  6. Di Leone G, Campo G, Martini B. MALPROF and the Plan for Prevention. G Ital Med Lav Ergon 2014;36(4):357-59.
  7. Meima M, Kuijpers E, van den Berg C et al. Biological agents and prevention of work-related diseases: a review. European Risk Observatory Report. Luxembourg, European Agency for Safety and Health at Work, 2020. Disponibile all’indirizzo: https://osha.europa.eu/en/publications/summary-biological-agents-and-prevention-work-related-diseases-review
  8. Ministero della Salute. Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025. Disponibile all’indirizzo: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_notizie_5029_0_file.pdf 
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