Rubriche
04/06/2013

Ambiente, salute e benessere psicologico

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Dallo studio pubblicato su Epidemiologia&Prevenzione (Epidemiol Prev 2001;36(5):237-50) che riporta i risultati descrittivi della perizia svolta da Biggeri, Forastiere e Triassi per il GIP del tribunale di Taranto nell’ambito del procedimento riguardante l’ILVA1 emergono per alcune patologie tassi di mortalità e di ospedalizzazione più elevati nei residenti dei quartieri limitrofi alla zona industriale, avendo tenuto conto dei differenziali sociali. Ci sono sicuramente elementi che hanno permesso una risposta ai quesiti del GIP, ma c’è anche la conferma di un altro risultato: le differenze nel livello socioeconomico possono spiegare in larga misura i differenziali di salute nelle popolazioni.

Il quesito che ci si pone è dunque se le esposizioni ambientali e sociali – spesso associate anche geograficamente – possano avere un effetto sinergico sulla salute. Gli aspetti metodologici del problema, insieme a diversi risultati, sono stati trattati e presentati nel workshop della Enviromental Protection Agency statunitense Interactions between Social Stressors and Environmental Hazards, tenutosi a Washington nel maggio 2012 (http://www.epa.gov/ncer/events/calendar/2012/may14/abstracts.html). Uno dei temi del workshop riguardava proprio le relazioni tra contesto sociale, stress psicologico e rischi ambientali, tutti fattori potenzialmente correlati che possono interagire tra di loro con effetti sugli esiti di salute. Gli studi su modelli animali al riguardo sono molteplici ed esistono anche diversi studi clinici ed epidemiologici, specie sulle malattie respiratorie,2 in cui si dimostra che uno stress di tipo psicologico può alterare la sensibilità individuale all’inquinamento atmosferico, agendo quindi da modificatore di effetto nell’insorgenza e nell’esacerbazione di queste patologie.

In che modo l’epigenetica ci può aiutare a capire meglio i meccanismi che sottendono a queste interazioni? Andrea Baccarelli, il nostro (epi)genetic epidemiologist di punta, ha recentemente cofirmato un articolo in cui è stata esaminata una coorte dei circa 700 partecipanti al Veteran Administration Normative Aging Study di Boston.3 In queste persone il livello di metilazione nelle regioni promotrici di due geni legati all’infiammazione (iNOS e GCR), misurato nel DNA dei linfociti, è stato messo in relazione ai livelli di inquinamento ambientale (Black Carbon e PM2.5) rilevati da una centralina posta in prossimità dell’ambulatorio dove avvenivano le visite dello studio e riferiti a un periodo tra le 4 ore e le 4 settimane prima del momento del prelievo di sangue. In concomitanza con il prelievo, i partecipanti erano anche stati sottoposti a test psicologici per valutare i livelli di ottimismo, pessimismo, ansia e depressione. Ebbene, i risultati dello studio indicano che all’aumentare dei livelli di inquinamento corrisponde un decremento della metilazione del promotore di iNOS sia nel periodo breve sia in quello intermedio. Questa associazione è ancora più forte tra le persone meno ottimiste e più ansiose. Ricordiamo che un’ipometilazione nella regione promotrice di un gene è generalmente associata a un’aumentata espressione genica; in questo caso (iNOS) significa: risposta infiammatoria in atto e risposta infiammatoria ancora più marcata nelle persone “meno attrezzate” psicologicamente. Oltre a essere estremamente interessante da un punto di vista biologico (agendo sugli stessi meccanismi, stress psicologici e fisici potrebbero esaltarsi a vicenda), questo studio ribadisce che il contesto psicosociologico è parte integrante del binomio ambiente-salute.

E allora, per le situazioni ambientali compromesse, come quella di Taranto, è ragionevole pensare che gli effetti nocivi sulla salute attribuibili all’azione degli inquinanti ambientali si amplifichino anche attraverso questi meccanismi?

Bibliografia

  1. Mataloni F, StafoggiaM, Alessandrini E, TriassiM, Biggeri A, Forastiere F. Studio di coorte sulla mortalità e morbosità nell’area di Taranto. Epidemiol Prev 2012;36(5): 237-52.
  2. Chen E, Schreier HM, Strunk RC, Brauer M. Chronic traffic-related air pollution and stress interact to predict biologic and clinical outcomes in asthma. Environ Health Perspect 2008;116(7): 970-5.
  3. Madrigano J, Baccarelli A, Mittleman MA et al. Air Pollution and DNA Methylation: interaction by psychological factors in the VA Normative Aging Study. Am J Epidemiol 2012;176(3): 224-32.
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