Ambiente e salute news, una nuova rubrica dell’Associazione culturale pediatri
L’aumentata consapevolezza degli effetti dell’inquinamento ambientale e del cambiamento climatico sulla salute ha determinato negli ultimi anni un significativo aumento delle riviste scientifiche e degli articoli su questi temi, rendendo a volte difficile rimanere aggiornati sulle ultime prove. La semplice consultazione di PubMed tramite le parole chiave «environmental pollution and children health» restituisce più di 2.000 articoli pubblicati nel 2020 contro i 995 pubblicati nel 2010. Utilizzando le parole «climate change and children health» si passa dai 31 articoli del 2010 ai 185 articoli pubblicati nel 2020. Anche le riviste scientifiche che si occupano specificamente di salute ambientale sono aumentate: è del 2013 la prima uscita di una rivista del gruppo The Lancet dal titolo significativo The Lancet Global Health, e del 2017 quella di The Lancet Planetary Health. Contemporaneamente, è aumenta da parte di tutti coloro che si occupano di salute dei bambini l’esigenza di approfondire queste tematiche per essere in grado di comunicare correttamente con i pazienti, il pubblico e le istituzioni.
In questo contesto, nel 2005, in seno all’Associazione culturale pediatri (www.acp.it), è nato il gruppo dei Pediatri per un mondo possibile, a seguito della 4a conferenza dei ministri della salute e dell’ambiente d’Europa (Budapest 2004) dal titolo “Il futuro dei nostri figli”, dedicata al tema ambiente e salute dei bambini, sotto l’egida dell’Organizzazione mondiale della sanità.
I ministri dei Paesi partecipanti si erano impegnati ad attuare un piano di azione europeo (Children’s Environment and Health Action Plan for Europe, CEHAPE) che prevedeva quattro obiettivi prioritari di prevenzione, sulla base dei risultati dello studio di impatto sulle malattie pediatriche correlate all’ambiente che attribuivano circa un terzo del carico totale di malattia dalla nascita ai 18 anni all’esposizione dei bambini ad ambienti pericolosi e insalubri, in casa e in comunità, per inquinamento di aria, acqua e suolo, con conseguenti costi sociali ed economici elevati.1
Il Piano definiva anche con precisione gli esiti di salute attesi e le azioni necessarie per raggiungerli nell’ambito di una collaborazione internazionale fattiva. A seguito dei risultati di quella Conferenza, il gruppo dei Pediatri per un mondo possibile, sotto la supervisione di Giorgio Tamburlini, membro della task force di ricercatori, che con il Children’s Environmental Burden of Disease Study aveva contribuito al piano CEHAPE, si impegnò a leggere criticamente e a diffondere i risultati degli articoli più rilevanti in materia di salute dei bambini e malattie correlate all’ambiente, pubblicati nella letteratura scientifica internazionale più qualificata. Gli obiettivi del gruppo, in linea con il CEHAP, erano: informazione, comunicazione, formazione dei medici e advocacy dei cittadini presso le istituzioni.
Dal 2005, i Pediatri per un mondo possibile hanno organizzato numerosi corsi di formazione per medici su questi temi e hanno pubblicato due edizioni del libro Inquinamento e salute dei bambini. Cosa c’è da sapere, cosa c’è da fare, unico esempio nel panorama editoriale italiano di raccolta critica ed evidence-based delle prove più rilevanti in materia.
In questo modo hanno diffuso non solo la consapevolezza del rischio da esposizione dei bambini agli effetti dell’inquinamento ambientale sin dal concepimento, ma anche delle motivazioni ambientali dell’epidemia di malattie non trasmissibili esplosa in questi anni e del ruolo del cambiamento climatico, così strettamente connesso all’inquinamento. Convinti che è importante diffondere la consapevolezza di tutto questo tra stakeholder e politici, l’impegno dei Pediatri per un mondo possibile continua e il gruppo ha deciso di dar vita anche a una rubrica fissa, con lo scopo di raccogliere e rendere rapidamente disponibili in italiano le sintesi commentate degli articoli più significativi pubblicati in letteratura su questo tema.2 La rubrica si basa sul controllo sistematico di 28 tra le più qualificate riviste scientifiche internazionali. Tutti gli articoli e gli editoriali pubblicati e ritenuti degni di attenzione sono elencati divisi per argomento e accompagnati da un commento sintetico; sono, inoltre, previsti approfondimenti relativi agli articoli considerati più importanti. Oltre alla sintesi commentata, è possibile accedere direttamente dalle pagine della rivista agli abstract (o alla versione completa, ove disponibile) degli articoli analizzati. Per garantire una tempestività adeguata, ogni numero si basa sulle pubblicazioni originali del bimestre precedente. I grandi temi in cui è suddivisa la rubrica sono:
- cambiamento climatico;
- inquinamento atmosferico;
- inquinamento da sostanze chimiche non atmosferiche;
- rumore;
- campi elettomagnetici;
- utilizzo dei device digitali;
- psicologia ambientale;
- vantaggi degli ambienti naturali.
La sezione dedicata ai rischi connessi alle nuove tecnologie digitali (smartphone e tablet) è stata inserita in quanto questi strumenti, data la loro diffusione, entrano di diritto a far parte dell’ambiente di vita dei bambini. Già nei primi 7 numeri pubblicati sono stati recensiti quasi 200 tra articoli ed editoriali. Dai prossimi numeri verranno introdotte due novità per agevolare lo scorrimento e la lettura: gli articoli reputati di maggior interesse per i lettori verranno evidenziati con una colorazione diversa e sarà introdotto un motore di ricerca specifico per identificare rapidamente i temi trattati e le caratteristiche salienti degli studi.
L’Organizzazione mondiale della sanità calcola che l’inquinamento ambientale è responsabile di circa 4,2 milioni di morti in tutto il mondo ogni anno: più dei decessi causati da malaria, tubercolosi e HIV/AIDS messi insieme. Quindi l’inquinamento ambientale, insieme al cambiamento climatico – l’altra faccia della stessa medaglia, poiché sono ambedue effetto delle attività umane senza controllo – rappresentano la più grande minaccia per il futuro delle prossime generazioni sul nostro pianeta, e meritano la stessa attenzione, lo stesso tipo di risposta globale e lo stesso grado di rigore che è stato applicato per AIDS, tubercolosi e malaria.
La pandemia di SARS-CoV-2, strettamente connessa al cambiamento climatico,3 ci ha resi consapevoli che per risolvere il problema delle malattie causate dall’inquinamento e dal cambiamento climatico sono necessari programmi migliori di sanità pubblica e di protezione ambientale in tutti i Paesi, di qualsiasi livello di sviluppo economico. Esistono strategie che sono riuscite a controllare le esposizioni alla fonte: il piombo è stato rimosso dalla benzina, l’uso dell’amianto è stato fortemente ridotto o vietato, in alcuni Paesi l’inquinamento di aria e acqua è stato ridotto e i pesticidi più tossici sono stati sostituiti. Queste azioni hanno prodotto benefici tangibili e altamente redditizi in termini di costo-efficacia per la salute umana e l’ambiente. Quindi l’inquinamento può essere prevenuto, non è la conseguenza inevitabile dello sviluppo economico e altrettanto si può dire del riscaldamento globale.4
Il tradizionale approccio disaggregato ai vari aspetti dell’inquinamento di aria, acqua e suolo, studiati separatamente, riflette la modalità classica della ricerca in salute ambientale coerente anche con la struttura delle maggiori agenzie di salute pubblica e ambientale del mondo, che hanno in genere uffici separati per l’aria, l’acqua e i rifiuti solidi; ha l’effetto involontario, ma rilevante, di minimizzare l’impatto totale dell’inquinamento, il che non consente di attribuirgli il peso che gli spetterebbe nella pianificazione delle politiche, con maggior danno proprio per i bambini, che contribuiscono per la maggior parte al burden of disease.
Il ruolo del medico nella promozione della salute ambientale, sia per il suo rapporto con il paziente sia per i possibili rapporti con le istituzioni, è ben riconosciuto dal codice deontologico dei medici (art.5, edizione 2006) e la Dichiarazione di Larnaca sostiene che la promozione della responsabilità ambientale sia uno degli obblighi etici fondamentali dei medici.5
Ai pediatri, proprio perché si occupano della categoria più fragile, spetta una particolare attenzione al proprio ruolo in tal senso e una formazione adeguata.
Per essere sempre aggiornati sulle innumerevoli pubblicazioni scientifiche che mettono in relazione ambiente e salute infantile, il gruppo dei Pediatri per Un Mondo Possibile, attivo all’interno dell’Associazione culturale pediatri (acp.it), ha dato vita a una nuova rubrica, “Ambiente e salute news”, che propone sintesi commentate criticamente degli articoli più significativi pubblicati in letteratura, tratti da 28 tra le più qualificate riviste scientifiche internazionali. La rubrica è ospitata bimestralmente sulle Pagine elettroniche di Quaderni ACP (https://acp.it/it/2021/05/pagine-elettroniche-di-qacp-2021-28219673504.html). |
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Conflitti di interesse dichiarati: nessuno.
Bibliografia
- Valent F, Little D, Bertollini R, Nemer LE, Barbone F, Tamburlini G. Burden of disease attributable to selected environmental factors and injury among children and adolescents in Europe. Lancet 2004;363(9426):2032-39.
- Ambiente e Salute News 2021 n. 7. Disponibile all’indirizzo: https://acp.it/assets/media/Quaderni_acp_2021_282_PE_as1.pdf
- The Global Burden of Disease Study 2019. Lancet 2020;396(10258):1129-1306.
- Sheffield PE, Landrigan PJ. Global climate change and children’s health: threats and strategies for prevention. Environ Health Perspect 2011;119(3):291-98.
- UEMS Statement on Environment and Health 2012. https://www.uems.eu/__data/assets/pdf_file/0013/1552/UEMS_2012.27_-_Statementon_Environment_and_Health.pdf