Rubriche
10/06/2011

Acqua e cambiamento climatico

Il cambiamento climatico avrà prima o poi (è solo questione di tempo) un impatto importante sulla disponibilità e sulla qualità delle risorse idriche a livello mondiale.

La salinizzazione

Considereremo la siccità e le alluvioni in altre occasioni; qui ci concentriamo su un fenomeno, la salinizzazione, che avrà certamente un impatto molto importante.
Tra i diversi fenomeni che contribuiscono al mutamento nella qualità dell’acqua, in particolare lungo le coste, c’è l’innalzamento del mare. Secondo varie stime, il livello del mare si eleverà da 14 a 80 cm entro il 2100 (ma se dovessero fondersi i ghiacciai della Groenlandia allora l’innalzamento sarebbe da 1 a 7 metri). L’aumento del livello del mare avrà tra le sue principali conseguenze, insieme ad altri fenomeni concomitanti, una “salinizzazione” delle coste e in particolare dell’acqua bevuta dalle popolazioni costiere. Si consideri che il 20% della popolazione mondiale vive entro 100 km dalla costa e la densità delle popolazioni costiere è 3 volte superiore alla media mondiale.

Gli effetti dell’innalzamento del livello del mare

Vediamo alcuni esempi degli effetti dell’aumento del livello del mare. Il bacino del fiume Delaware ricopre una superficie di 13.000 miglia quadrate negli stati di New York, Pennsylvania, New Jersey e Delaware, e 15 milioni di persone fanno su di esso affidamento per disporre di acqua da bere e per altri scopi. La Commissione per il Bacino del Delaware ha da lungo tempo considerato le conseguenze del cambiamento climatico, che includono periodi prolungati di aridità e un aumento del livello del mare. Un aumento del livello del mare di mezzo metro comporterebbe un aumento di 70 centimetri nell’estuario del Delaware. Se questo si associasse a una siccità come quella del 1960, la concentrazione di cloruro di sodio salirebbe da 0,13 a 0,30 parti per mille (pari a 0,2 parti per mille di sodio). Secondo le linee guida del Ministero della sanità americano, il consumo di sodio non dovrebbe essere superiore a 2,3 grammi al giorno, ma gli adulti oggi già ne consumano 3,4 grammi in media. Poiché 1 parte per mille corrisponde a 1 grammo per litro, il consumo di 2 litri d’acqua al giorno porterebbe rapidamente a superare i livelli consentiti.

Non è solo teoria, per esempio in Bangladesh...

Mentre questi calcoli sono teorici, misurazioni concrete sono state effettuate in altre parti del mondo: i laghi Ijsselmeer e Markemeer in Olanda, e il grande delta del golfo del Bengala. In quest’ultimo caso abbiamo stimato la salinità nell’acqua dei fiumi e dei bacini d’acqua usati dagli abitanti della costa del Bangladesh per rifornirsi d’acqua da bere.1 Naturalmente il Bangladesh è un Paese molto più esposto degli Stati Uniti ai cambiamenti climatici, in parte perché esso è soggetto abitualmente a drammatici eventi naturali. In effetti dove si collochi il confine tra eventi “abituali” e cambiamenti climatici non è affatto chiaro. Ma le differenze rispetto agli Stati Uniti sono molteplici. Prima di tutto, milioni d persone utilizzano direttamente per bere, lavarsi e cucinare l’acqua dei fiumi e dei bacini (ponds), senza alcuna forma di depurazione. In secondo luogo, vi sono numerose forze che contribuiscono a un aumento della salinità nell’acqua e nel terreno: le dighe costruite a monte dall’India, che diminuiscono il flusso di acqua dolce; l’allevamento di gamberetti che trattiene acqua salata al posto dei tradizionali campi di riso ad acqua dolce; ed effetti del cambiamento climatico aggiuntivi all’aumento del livello del mare, come per esempio l’accentuarsi della siccità invernale – che comporta un ridotto afflusso di acqua dolce capace di opporsi alla infiltrazione di acqua marina. Quest’ultimo fenomeno, insieme ai cicloni costieri, induce anche una diffusa salinizzazione del terreno che rende improduttiva l’agricoltura. I diversi fenomeni che contribuiscono alla salinizzazione dell’acqua sono mostrati nella figura 1.

In questo contesto abbiamo verificato che durante la stagione secca (ottobre-marzo) non solo aumentano pericolosamente i livelli di sale nell’acqua, ma si trova più cloruro di sodio anche nelle urine degli abitanti. In un campione di 346 donne gravide, abbiamo trovato che l’escrezione urinaria di sodio era di 3,4 grammi al giorno in media, fino a un massimo di 7,7. Inoltre la prevalenza di ipertensione tra le stesse donne era del 12% (intervallo di confidenza al 95% 9,5-15) nella stagione secca e del 5% (3-7) in quella monsonica.
Che fare per ridurre l’impatto della salinizzazione sulla vita di milioni di persone, in particolare in Bangladesh? Insieme al BCAS (Bangladesh Centre for Advanced Studies) stiamo esaminando la possibilità di effettuare una sperimentazione randomizzata di due strumenti per disporre di acqua desalinizzata, contenitori di acqua piovana e desalinizzatori solari. Si tratta di tecnologie molto semplici, robuste, poco costose e flessibili, e pertanto adatte a contesti come quello dei villaggi costieri del Bangladesh.

Bibliografia

  1. Khan AE, Ireson A, Kovats S, Mojumder SK, Khusru A, Rahman A, Vineis P. Drinking Water Salinity and Maternal Health in Coastal Bangladesh: Implications of Climate Change. Environ Health Perspect. 2011 Apr 12. [Epub ahead of print].
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