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30/08/2013

SENTIERI - Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento

Presentazione

Perché il progetto

SENTIERI è stato avviato nel 2007 nell'ambito del Programma strategico nazionale “Ambiente e salute”, coordinato dall’Istituto superiore di sanità e finanziato dal Ministero della salute, con lo scopo di:

  • studiare la mortalità delle popolazioni residenti nei SIN (Siti di interesse nazionale per le bonifiche) per il periodo 1995-2002
  • contribuire a individuare le priorità negli interventi di risanamento ambientale finalizzati alla prevenzione delle patologie causate da fonti di esposizioni ambientali nei SIN

Il Programma strategico “Ambiente e salute” riguarda «l’impatto sanitario associato alla residenza in siti inquinati, in territori interessati da impianti di smaltimento/incenerimento rifiuti e all’esposizione a inquinamento atmosferico in aree urbane» ed è stato suddiviso in sei progetti di ricerca (comprendenti 41 unità operative). Uno dei progetti, denominato “Rischio per la salute nei siti inquinati: stima dell’esposizione, biomonitoraggio e caratterizzazione epidemiologica”, ha incluso dieci unità operative, otto delle quali dedicate al Progetto SENTIERI.

Diapositive (Roberta Pirastu e Pietro Comba, AIE 2013)

 

Chi lo finanzia

Il Progetto SENTIERI è condotto e finanziato nell'Ambito del Programma strategico Ambiente e salute (Ministero della salute - Ricerca finalizzata 2006 ex art 12 DLgs 502/1992). Le attività propedeutiche alla collaborazione con AIRTUM (Associazione italiana registri tumori) sono state finanziate nell'ambito del Progetto CCM 2009 ”Sorveglianza epidemiologica di popolazioni residenti in siti contaminati” del Ministero della salute.

Descrizione del progetto

Razionale

SENTIERI è uno studio di epidemiologia ambientale il cui obiettivo è l'analisi della mortalità delle popolazioni residenti in aree definite "siti di interesse nazionale per le bonifiche" (SIN). Si tratta di aree che, per la presenza di grandi centri industriali, attivi o dismessi, o di zone adibite a smaltimento di rifiuti industriale e/o pericolosi, presentano un quadro di contaminazione ambientale e di rischio sanitario.

Il riconoscimento per un sito inquinato del carattere "di interesse nazionale" è funzione dell’entità della contaminazione ambientale, del rischio sanitario e dell’allarme sociale; questo spiega perché, a fronte di diverse migliaia di siti inquinati censiti in Italia, solo poche decine risultino "di interesse nazionale", e perché proprio su questi sia opportuno concentrare le indagini epidemiologiche.

Elemento fondante del razionale di SENTIERI è il fatto che l’inserimento di un’area tra i SIN avviene anche in base a criteri di ordine sanitario, quali evidenze di alterazioni dello stato di salute dei residenti e di situazioni di potenziale rischio sanitario. In questo quadro, la caratterizzazione epidemiologica dei siti inquinati, compresa l’analisi delle statistiche di mortalità, svolge tre principali funzioni:

  • stima il carico di patologia correlata all’ambiente nei contesti specifici;
  • contribuisce a individuare le priorità per gli interventi di bonifica;
  • fornisce elementi per progettare e attuare piani di sorveglianza epidemiologica.

In Italia, sino al 2007 non era disponibile un piano organico per lo studio epidemiologico delle popolazioni residenti nei SIN.

Nel triennio 2005-2007 un gruppo di lavoro interdisciplinare e interistituzionale ha curato la pubblicazione di quattro documenti relativi alla metodologia da utilizzare negli studi epidemiologici dei siti inquinati, propedeutica all’avvio di SENTIERI. Lo stesso gruppo di lavoro, che già nel 2006 aveva identificato prospettive e aspetti critici, integrato da alcune nuove competenze e professionalità, ha quindi pianificato e realizzato il progetto SENTIERI.

Obiettivi

Scopo del Progetto SENTIERI è contribuire alla descrizione e valutazione dello stato di salute delle popolazioni residenti nei SIN, limitatamente alla mortalità, per contribuire a individuare le priorità negli interventi di risanamento ambientale finalizzati alla prevenzione delle patologie causate da sorgenti di esposizioni ambientali.

Metodi

Per la caratterizzazione ambientale si raccolgono i dati relativi ai 52 siti definiti al 2007 (DM 486, 18.09.2001; DM 308, 28.11.2006) prendendo in considerazione:

  • localizzazione geografica;
  • norma di perimetrazione;
  • area perimetrata;
  • comuni ricadenti nella perimetrazione;
  • tipologia di impianti produttivi presenti nell’area perimetrata;
  • sostanze inquinanti.

Per quanto riguarda le fonti di esposizioni ambientali, prima di valutare l’evidenza epidemiologica occorre identificare e classificare le esposizioni riconducibili ai contaminanti ambientali prodotti dall’attività degli impianti presenti nei siti. E’ altresì necessario esaminare l’evidenza relativa ad altre esposizioni che possono avere, sulle cause incluse in SENTIERI, un impatto sanitario misurabile: inquinamento atmosferico, fumo di tabacco, alcol, fattori di rischio relativi allo stato socioeconomico, esposizioni professionali.

SENTIERI intende formulare a priori ipotesi eziologiche utili per l’interpretazione di eccessi di mortalità per causa in aree circoscritte altamente inquinate.

I decreti di perimetrazione dei SIN forniscono l’informazione sul tipo di impianti produttivi presenti nell’area perimetrata: su questa base si sono identificati 44 siti, classificati per la presenza di una, o più, delle fonti di esposizioni ambientali. Questi siti sono localizzati in 17 Regioni italiane e comprendono una popolazione di oltre 5 milioni di persone (circa il 10% della popolazione italiana al Censimento 2001). 21 SIN sono ubicati nel Nord, 8 nel Centro e 15 nel Sud Italia.

La mortalità viene analizzata adottando una metodologia applicata uniformemente nei SIN. La scelta come parametro di studio della mortalità si basa sul fatto che sono disponibili: a) i dati per l’intero territorio nazionale, b) le valutazioni sull’attendibilità dei certificati di morte per specifiche patologie, anche con disaggregazione regionale.

L’analisi di mortalità riguarda gli anni 1995-2002. Il confronto della mortalità si basa sul riferimento regionale, scelto per tenere conto della variabilità geografica e di possibili differenze negli stili di vita e nell’accesso ai servizi.

I risultati sono espressi come rapporti standardizzati di mortalità (SMR), sia grezzi sia aggiustati (utilizzando un indice di deprivazione (ID) messo a punto ad hoc per SENTIERI) per tenere conto della deprivazione.

Durata/scadenze

Il Progetto SENTIERI è iniziato nel 2007. E' stato completato nel giugno 2010.

Risultati e aggiornamenti

2010

I risultati della prima parte del lavoro di SENTIERI, di carattere metodologico, sono pubblicati in un supplemento di Epidemiologia & Prevenzione (Epidemiol Prev 2010; 34 (5-6) Suppl 3). Vi si forniscono gli elementi metodologici e le valutazioni espresse dal Gruppo di lavoro SENTIERI sull'evidenza del rapporto causa-effetto tra fonti di esposizioni ambientali ed eccessi di mortalità.

La principale caratteristica del Progetto SENTIERI è la valutazione "a priori" dell'evidenza epidemiologica esistente per le fonti di esposizioni ambientali nei SIN e per le altre esposizioni con un ruolo eziologico, accertato o sospettato, per le patologie considerate (inquinamento dell’aria, fumo attivo e passivo, alcol, stato socioeconomico e occupazione).

Ciò implica l'adozione di un approccio sistematico e standardizzato nella procedura di valutazione dei dati riportati in letteratura.

Il processo di valutazione dell’evidenza epidemiologica utilizzato in SENTIERI ha privilegiato le fonti primarie (ossia manuali e testi, monografie e rapporti di istituzioni nazionali e internazionali che si ritiene rappresentino il consenso della comunità epidemiologica sul nesso causale tra una patologia e una esposizione) e le metanalisi quantitative (in cui si riassumono statisticamente più studi che indagano la stessa associazione per ottenere un unico indice quantitativo di stima che permetta di trarre conclusioni più forti di quelle tratte sulla base di ogni singolo studio).

L’evidenza epidemiologica relativa all'associazione tra la causa di decesso e le esposizioni è stata classificata in tre categorie: "Sufficiente", "Limitata" e "Inadeguata". La categoria "Non si applica" è stata utilizzata quando in nessuno dei tipi di fonte erano disponibili dati epidemiologici relativi all'associazione.

Alla fine del processo di valutazione si sono selezionate 63 cause o aggregazioni di cause di decesso (incluse 9 aggregazioni per specifiche fasce di età), 9 fonti di esposizioni ambientali nei SIN e 6 altre esposizioni, che costituiscono la base su cui innestare l'analisi della mortalità.

2011

I risultati dell’analisi di mortalità per il periodo 1995-2002 per i 44 SIN inclusi nel Progetto SENTIERI (la prima trattazione sistematica in Italia della mortalità per causa nelle popolazioni residenti nei siti contaminati e oggetto di bonifica) sono pubblicati in un secondo supplemento di Epidemiologia & Prevenzione (Epidemiol Prev 2011; 35 (5-6) Suppl 4).

I dati, presentati in una serie di schede (una per ognuno dei 44 siti studiati), insieme a commenti e ad alcune indicazioni operative sul proseguimento della caratterizzazione epidemiologica di queste aree, sono discussi – qui sta l'originalità di SENTIERI – alla luce della valutazione "a priori" dell’evidenza epidemiologica dell’associazione tra le cause di morte selezionate e le fonti di esposizioni ambientali presenti nei SIN.

Data l’importanza dello stato socioeconomico come determinante di salute e malattia, le analisi di mortalità sono espresse sia grezze sia corrette per deprivazione. A questo proposito, va sottolineato che il 60%, anziché l’atteso 40%, della popolazione dei SIN appartiene ai due quintili più svantaggiati, documentando così un problema di equità nella distribuzione dei rischi ambientali per classe sociale del quale tenere conto nel perseguimento del risanamento ambientale.

Ma l’analisi della mortalità comunale (qui adottata) rappresenta solo la prima fase della caratterizzazione epidemiologica dei siti di interesse nazionale, non la esaurisce, motivo per cui SENTIERI prevede alcuni sviluppi. Il primo è l’estensione dell’analisi di mortalità agli anni successivi al 2002 (vedi 2012). Inoltre, sono state condotte analisi complessive di SIN con la stessa tipologia di esposizione ambientale, come quelle della mortalità amianto-correlata nei SIN con presenza di tale contaminante e la metanalisi per i SIN con presenza di discariche di rifiuti industriali e/o pericolosi. Oltre alla mortalità, sarà studiata la morbosità attraverso l’analisi delle schede di dimissione ospedaliera, l’incidenza dei tumori nei SIN serviti da Registri tumori e la prevalenza delle malformazioni congenite nei siti serviti da Registri malformazioni. Questo insieme di attività ha lo scopo di contribuire alla stima del carico di malattia nei territori in esame e di concorrere, in prospettiva, all’individuazione delle priorità per gli interventi di risanamento ambientale.

Le caratteristiche metodologiche dello studio SENTIERI, in particolare l’utilizzo dei dati di mortalità a livello comunale, e il disegno di tipo geografico, non consentono in linea generale la formulazione di valutazioni causali, ma l’individuazione di una serie di indicazioni di possibile rilevanza eziologica da approfondire con studi mirati, senza per questo ovviamente dilazionare l’indifferibile opera del risanamento ambientale.

2012

Nel mese di ottobre, sull'onda dell'emergenza ILVA, Epidemiologia & Prevenzione pubblica un aggiornamento di SENTIERI per il solo SIN di Taranto: "Ambiente e salute a Taranto: studi epidemiologici e indicazioni di sanità pubblica", dove l'analisi dei dati di mortalità viene estesa al periodo 2003-2009. Oltre a ciò, lo studio fornisce l'andamento temporale della mortalità nel periodo 1980-2008 e i dati sull'incidenza dei tumori nel periodo 2006-2007.

L'insieme di queste analisi mostra, in entrambi i generi, eccessi per cause per le quali il ruolo eziologico delle esposizioni ambientali del SIN è accertato o sospettato sulla base della valutazione "a priori" delle evidenze epidemiologiche. Da segnalare è l'eccesso di mortalità infantile.

Le patologie in eccesso hanno un'eziologia multifattoriale ed è necessario prevedere interventi di provata efficacia per programmi di cessazione del fumo, di educazione alimentare, di riduzine del rischio cardiovascolare e di screening per i tumori della mammella e del colon. Tali azioni, come i risultati dello studio, dovranno essere oggetto di processi di comunicazione, obiettiva e trasparente, al fine di stabilire un clima di fiducia fra cittadini e istituzioni.

Gruppo di lavoro SENTIERI

  • Carla Ancona Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio
  • Valeria Ascoli Dipartimento di medicina sperimentale - Sapienza, Università di Roma
  • Mirella Bellino Dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria - Istituto superiore di sanità, Roma
  • Marta Benedetti Dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria - Istituto superiore di sanità, Roma
  • Fabrizio Bianchi Istituto di fisiologia clinica - Consiglio nazionale delle ricerche, Pisa
  • Alessandra Binazzi Dipartimento di medicina del lavoro - INAIL - Area di ricerca ex ISPESL
  • Caterina Bruno Dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria - Istituto superiore di sanità, Roma
  • Ennio Cadum ARPA Piemonte - Epidemiologia e salute ambientale
  • Nicola Caranci Agenzia sanitaria e sociale regionale - Emilia-Romagna
  • Cinzia Carboni Dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria - Istituto superiore di sanità, Roma
  • Pietro Comba Dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria - Istituto superiore di sanità, Roma
  • Susanna Conti Ufficio di statistica - Istituto superiore di sanità, Roma
  • Moreno De Maria ARPA Piemonte - Epidemiologia e salute ambientale
  • Marco De Santis Dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria - Istituto superiore di sanità, Roma
  • Fabrizio Falleni Dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria - Istituto superiore di sanità, Roma
  • Valeria Fano Unità operativa complessa Sistema informativo sanitario, programmazione e epidemiologia, ASL Roma D
  • Lucia Fazzo Dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria - Istituto superiore di sanità, Roma
  • Francesco Forastiere Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio
  • Ivano Iavarone Dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria - Istituto superiore di sanità, Roma
  • Marco Leonardi Dipartimento della protezione civile
  • Valerio Manno Ufficio di statistica - Istituto superiore di sanità, Roma
  • Alessandro Marinaccio Istituto superiore prevenzione e sicurezza del lavoro (ISPESL), Roma
  • Marco Martuzzi Centro europeo ambiente e salute - Organizzazione mondiale della sanità, Roma
  • Giada Minelli Ufficio di Statistica - Istituto superiore di sanità, Roma
  • Fabrizio Minichilli Istituto di fisiologia clinica - Consiglio nazionale delle ricerche, Pisa
  • Francesco Mitis Centro europeo ambiente e salute - Organizzazione mondiale della sanità, Roma
  • Loredana Musmeci Dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria - Istituto superiore di sanità, Roma
  • Roberto Pasetto Dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria - Istituto superiore di sanità, Roma
  • Augusta Piccardi Dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria - Istituto superiore di sanità, Roma
  • Roberta Pirastu Dipartimento di biologia e biotecnologie Charles Darwin - Sapienza, Università di Roma
  • Grazia Rago Ufficio di statistica - Istituto superiore di sanità, Roma
  • Letizia Sampaolo Dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria - Istituto superiore di sanità, Roma
  • Nicola Vanacore Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute - Istituto superiore di sanità, Roma
  • Amerigo Zona Dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria - Istituto superiore di sanità, Roma

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