Lettere
28/02/2016

Vent’anni di dati sul mesotelioma nel V Rapporto ReNaM

Lo scorso mese di novembre è stato pubblicato, a cura dell’INAIL, il V Rapporto del Registro nazionale dei mesoteliomi (ReNaM), che presenta i casi di mesotelioma rilevati dalla rete dei Centri operativi regionali (COR) con una diagnosi compresa nel periodo 1993-2012.

Sono riportate complessivamente informazioni relative a 21.463 casi di mesotelioma maligno, il 93% dei quali insorti in sede pleurica.

Nel 2011 il tasso standardizzato (casi per 100.000 residenti) per mesotelioma maligno della pleura (certo, probabile e possibile) risulta pari a 3,67 negli uomini e 1,33 nelle donne.

Le modalità di esposizione sono state approfondite per 16.511 casi (76,9%): nell’80,1% dei casi di mesotelioma l’analisi anamnestica ha rilevato un’esposizione ad amianto lavorativa, ambientale, familiare o a causa di attività di svago. Per quanto riguarda i settori di attività economica coinvolti nell’esposizione di origine professionale, il quadro è estremamente variegato e frazionato: sono numerosi gli ambiti produttivi nei quali l’esposizione è avvenuta per la presenza del materiale nel luogo di lavoro e non per uso diretto.

Oltre alle misure epidemiologiche di popolazione, il volume descrive le mansioni coinvolte nell’esposizione e riporta sia le schede sintetiche per ciascun settore di attività economica sia le schede informative per ogni regione, il «Catalogo » dell’uso di amianto nei comparti produttivi, nei macchinari e negli impianti per come è stato possibile ricostruire sulla base dei dati di sorveglianza e delle informazioni disponibili dalla letteratura; infine, sono riferiti alcuni elementi sintetici degli studi pubblicati su riviste peer-reviewed.

Malattie da amianto: l'Italia fra i paesi più colpiti

Dopo oltre vent’anni dal bando di ogni forma di estrazione, lavorazione, importazione e commercio di amianto, l’iniziativa delle istituzioni e della comunità scientifica sul tema della presenza di amianto e delle conseguenze per la salute nel nostro Paese è ancora oggi molto rilevante. L’Italia è uno dei Paesi al mondo più colpiti dall’epidemia di malattie correlate ad amianto in conseguenza dell’assai ingente consumo del materiale fino al bando del 1992 (3.748.550 tonnellate di amianto grezzo prodotto nazionalmente nel periodo dal 1945 al 1992 e 1.900.885 tonnellate di amianto grezzo importato nella stessa finestra temporale).

Il sistema di sorveglianza epidemiologica dei mesoteliomi attivo nel nostro Paese, risultato di una collaborazione proficua fra l’INAIL e le Regioni, secondo le modalità e le procedure operative (definite dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 308/2002), costituisce senza dubbio una delle esperienze più solide e importanti nell’intero panorama internazionale.

L’architettura del sistema si fonda sulla rete dei COR, che costituiscono l’essenza stessa del ReNaM. Tale rete è oggi completa e l’intero territorio nazionale è coperto dalla sorveglianza e registrazione dei casi di mesotelioma maligno della pleura, del peritoneo, del pericardio e della tunica vaginale del testicolo. Rimangono tuttavia aperte criticità importanti, che riguardano la capacità di intervistare rapidamente i soggetti ammalati (e solo secondariamente i loro familiari), l’uniformità delle procedure di classificazione e codifica, la tempestiva disponibilità presso i COR delle altre fonti informative necessarie alle verifiche di completezza.

L’estensione delle attività di sorveglianza epidemiologica da parte dei COR a tutti i tumori di sospetta origine professionale, e in particolare ai tumori del polmone, della laringe e dell’ovaio, per i quali recentemente l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha confermato la correlazione causale con l’inalazione di fibre aerodisperse di amianto, è la prossima sfida che il circuito del ReNaM dovrà affrontare, come previsto dall’art. 244 del D. Lgs. 81/2008 e come recentemente riaffermato dal Piano nazionale della prevenzione 2016-2018. L’obiettivo è arrivare a rendere disponibili informazioni preziose su tali malattie (e sulle caratteristiche della loro correlazione con l’amianto) per la sanità pubblica, la prevenzione e l’efficienza del sistema di tutele, analogamente a quanto già realizzato per la sorveglianza epidemiologica dei casi di mesotelioma maligno.

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