Lettere
26/04/2010

Un tribunale riconosce il nesso tra uso di telefoni mobili e l’insorgenza di una patologia tumorale. È la prima volta.

Segnalo la sentenza 614/09 della Corte d’Appello di Brescia, Sezione Lavoro (www.applelettrosmog.it) nella causa in cui il signor I.M., assistito dall’avvocato Danilo Mina e dai periti Giuseppe Grasso, neurochirurgo di Brescia, Bruno Saia, ordinario di Medicina del lavoro a Padova e lo scrivente, ha chiesto all’INAIL di riconoscere l’origine professionale di una sua grave patologia tumorale. Il signor I.M., destrorso, ha contratto un neuroma del trigemino sul lato sinistro della testa in quanto, per più di 20 anni e di 30.000 ore complessive, ha usato la mano destra per scrivere durante le telefonate con i clienti, tenendo i telefoni mobili, TM (cordless e cellulari) con la sinistra sull’orecchio sinistro. Perciò il suo tumore è ipsilaterale rispetto all’uso dei TM come la maggior parte di quelli descritti in letteratura. La Corte si è rifatta ai lavori di Hardell e collaboratori (Kundi e Khurana) sulla relazione tra uso dei TM e tumori alla testa, descritti e commentati da O. Di Stefano, primario medico a Brescia, che riportano, su comuni utilizzatori di TM, gliomi cerebrali e neuromi acustici, soprattutto ipsilaterali, dopo 500-2.000 ore di esposizione e tempi di utilizzo o di latenza di 10-15 anni, quindi con un uso dei TM da 10 a 40 minuti al giorno circa. Rilevante la risposta dei giudici alle contestazioni dell’INAIL:

  • il fatto che i neuromi indotti dai TM finora documentati siano solo quelli del nervo acustico non annulla la rilevanza del caso data la colocalizzazione dei gangli dei due nervi in una regione ristretta dello spazio endocranico, irradiata dai TM;
  • la pretesa di una scarsa numerosità dei dati di Hardell e di un incremento poco significativo del rischio oncogeno nei suoi lavori è ingiustificata: non solo i dati di Hardell sono molto numerosi (905 tumori cerebrali maligni, 916 meningiomi, 243 neuromi acustici) ma, a differenza dei dati «negativi» citati dall’INAIL riferiti a casi con latenze brevi, incompatibili con i tempi di sviluppo dei tumori in questione, i dati di Hardell coprono latenze ben maggiori ed evidenziano incrementi statisticamente significativi del rischio di tumori alla testa (+100200% rispetto alle incidenze «storiche») maggiori persino degli incrementi di rischio per vari tipi di tumori nei sopravvissuti alle atomiche di Hiroshima e Nagasaki;
  • gli studi «negativi» citati dall’INAIL sono finanziati da ditte produttrici di TM, mentre i lavori di Hardell sono finanziati da enti pubblici, quindi sono molto più credibili. Secondo i giudici, «appare evidentemente integrato il requisito di elevata probabilità che integra il nesso causale richiesto dalla normativa». Pertanto la Corte ha condannato l’INAIL «a corrispondere all’appellante la rendita per malattia professionale prevista per l’invalidità dell’80%, con arretrati ed interessi di legge», oltre alle spese legali di 1° e 2° grado.
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