Lettere
07/03/2012

Moniter: discussioni intorno a un comunicato stampa

Il 2 dicembre il comunicato stampa prodotto dalla giunta della Regione Emilia Romagna per la presentazione del rapporto finale del progetto Moniter e la mia reazione a esso hanno creato rumore, soprattutto nei blog degli ambientalisti e in quelli del Movimento cinque stelle.

Moniter è stato finanziato nel 2007 dalla Regione Emilia Romagna con 3 milioni di euro. È un progetto multidisciplinare di alta qualità, rivolto agli effetti degli inceneritori sull’ambiente e sulla salute, alla tossicità delle emissioni e ai metodi per la valutazione di impatto sanitario. Moniter, inoltre, è un raro esempio di virtuoso comportamento meta scientifico: continua integrazione tra settori di ricerca diversi, inclusione di una linea progettuale rivolta alla comunicazione, rispetto per i tempi previsti per la conclusione degli studi, tempestiva inclusione nel sito web dei rapporti delle azioni concluse, presentazione dei risultati in riunioni aperte, continuo riferimento a un comitato scientifico che, per garantirsi indipendenza, ha rinunciato a gettoni di presenza e che ho avuto il privilegio di presiedere.

La valutazione conclusiva del comitato scientifico dei risultati di Moniter, che introduce il rapporto finale è reperibile su http://www.arpa.emr.it/cms3/documenti/moniter/quaderni/04_Risultati_Moniter.pdf

Giudico tale valutazione equilibrata. Le misurazioni ambientali sono ampiamente al di sotto dei limiti di legge. Sono rassicuranti le osservazioni epidemiologiche sugli effetti a lungo termine, con la possibile eccezione di un eccesso di linfomi non Hodgkin a Modena (discutibile sul piano statistico e semmai attribuibile a impianti di vecchia generazione). Altri eccessi (e deficit) di tumori, emersi in analisi statistiche basate su confronti multipli, sono poco sostenibili. Le popolazioni maggiormente esposte alle emissioni degli inceneritori sono a rischio di nascite pretermine (e –forse– di nati piccoli per l’età gestazionale). Correttamente, viene segnalato che un limite di Moniter è stato quello di non avere studiato effetti a breve termine. Last, but not least, il comitato scientifico ha richiamato i principi precauzionali in tema di produzione e smaltimento dei rifiuti enunciati dalla Organizzazione mondiale della sanità (ripresi dall’Associazione italiana di epidemiologia nel 2009).

A fronte del giudizio articolato del comitato scientifico, il comunicato stampa della giunta regionale, preparato alla vigilia della riunione:

  •  enfatizzava la mancanza di eccessi di rischio tumorale, omettendo di segnalare le riserve sui linfomi non Hodgkin a Modena;
  • addolciva l’interpretazione degli effetti sugli esiti delle gravidanza, in quanto rientrano “entro la media regionale” (ignorando l’evidenza di coerenza interna, e anche la concordanza con i risultati di altri studi);
  • dava per dimostrata l’ininfluenza dell’essere nato pretermine sulla futura salute dei nati;
  • ometteva di segnalare che Moniter limitava il proprio obiettivo di studio a tumori, eventi letali ed esiti delle gravidanze;
  • ignorava completamente i richiami del comitato scientifico alle politiche prudenziali enunciate dall’Organizzazione mondiale della sanità.

Quando, verso la conclusione del convegno di Bologna, dalla sala è giunta una richiesta di delucidazioni sul comunicato stampa (di cui io fino a quel momento non ero a conoscenza), istintivamente ho reputato opportuno che venisse ritirato. Probabilmente con il mio istinto ho causato qualche disagio nei committenti di Moniter (oltre a qualche applauso nella platea). Comunque, nel giro di pochi giorni il comunicato stampa originale è stato sostituito con altro reperibile su http://www.regione.emilia-romagna.it/notizie/2011/dicembre/Inceneritori-presentati-i-risultati-di-Moniter/.

La nuova versione introduce alcuni caveat alle complessivamente tranquillizzanti conclusioni di Moniter, compreso un richiamo alla preoccupazione per i linfomi non Hodgkin a Modena, ma non corregge l’informazione che viene data sugli esiti delle gravidanze. Integra la versione originale con l’impegno degli assessori regionali a dare la massima priorità alla prevenzione della produzione di rifiuti, all'incentivazione del riciclo e al «ricorso al termovalorizzatore... come soluzione sempre più residuale».

Tutto è bene quel che finisce bene. Ma i comunicati stampa passano mentre i rifiuti restano. Ed è lecito chiedersi che impatto avranno i risultati di Moniter sulle strategie emiliane per il loro smaltimento. Noi ricercatori –e in particolare noi epidemiologi–non abbiamo (almeno io non ho) l’arroganza di presumere di avere la soluzione in tasca per risolvere il problema dei rifiuti. Ma se vogliamo salvaguardare il valore del nostro mestiere, abbiamo il diritto/dovere di sollecitare i decision makers politici a esplicitare se e come i risultati delle ricerche come Moniter vengono utilizzati per rendere il ricorso all’incenerimento una soluzione “sempre più residuale”. Se il loro avviso è che i risultati di Moniter non suggeriscano alcun cambiamento delle strategie attuali, lo dicano. Dopo Moniter, l’Emilia Romagna si accinge a spendere 7 milioni di euro in Supersito, un nuovo progetto di ricerca sugli effetti dell’inquinamento atmosferico, che «raccoglie il testimone di Moniter». Iniziativa lodevole (quante regioni italiane impregnate di amianto spendono cifre del genere in ricerca sugli effetti dell’amianto? Ce ne sarebbe davvero bisogno!), ma che rischia di essere equivoca se non si specificano fin dall’inizio le ipotesi di utilizzo dei futuri risultati (e se non si crea ora il precedente dicendo come si utilizzeranno i risultati di Moniter). Non vorrei che lo spirito sia quello di produrre scienza per fare altra scienza, di produrre epidemiologia per fare altra epidemiologia. Talvolta, anzi spesso, il ritornello liturgico «more research is needed» rischia di essere equivoco.

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