Lettere
15/09/2011

La salute di chi attraversa il Canale di Sicilia su una carretta del mare

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Come ha dichiarato il 1 giugno 2011 il ministro dell’Interno Roberto Maroni davanti alla Commissione Schengen, circa 42 000 africani (90%maschi) in fuga dai loro Paesi in guerra, sono stati trasportati con “carrette del mare”, prevalentemente a Lampedusa (circa 35 000). Si stima che dall’inizio dell’anno circa 1 500 africani sianomorti durante la traversata. Per lo più erano tunisini, nigeriani, etiopi, eritrei e somali. Tutti i pazienti che necessitavano di ricovero in ospedale, sono stati trasportati esclusivamente dal servizio elisoccorso del 118 negli ospedali siciliani, nei quali erano riservati posti (anche in overbooking) ad hoc.

Questa lettera è la sintesi di uno studio prospettivo sui ricoveri dei migranti negli ospedali siciliani dal 1° gennaio al 10 giugno 2011. I pazienti sono stati classificati in relazione alla diagnosi di ammissione riportata sulle cartelle cliniche del 118 e i dati sono stati aggregati in base a: malattia, sesso e reparto dove l’ospedalizzazione veniva richiesta. Soltanto 117 pazienti hanno richiesto l’ospedalizzazione in 6 ospedali siciliani:

  • Il rapporto femmine/maschi è stato di 57/60;
  • l’età mediana era di 26 anni (range 14-45);
  • le donne un poco più giovani rispetto ai maschi: 24 (range16-32) e 27 (range 14-45) anni;
  • la nazionalità registrata ha mostrato che i pazienti erano in ordine provenienti da Nigeria, Tunisia, Corno d’Africa e in minore misura Libia, Ghana, Costa d’Avorio, Burkina Faso e Congo;
  • le donne sono state ricoverate quasi esclusivamente per problemi di ostetricia e ginecologia;
  • gli uomini soprattutto per i tentativi di suicidio (ingestione di oggetti contundenti) al fine di evitare il rimpatrio obbligato al proprio Paese, (tutti pazienti tunisini), gravi traumi o problemi di disidratazione, alcuni dei quali hannomotivato ricovero in rianimazione (tabella 1).

Tutti sono stati dimessi in ottimo stato di salute. Queste informazioni confermano le notizie rassicuranti sullo stato di salute al momento dell’arrivo in Italia, e dovrebbero spingere le autorità italiane ed europee ad attivare tutte le procedure, da un lato per mantenere questo stato di salute registrato all’arrivo a Lampedusa, ma anche per evitare la strage durante la traversata del Canale di Sicilia, cosa che rappresenta un problema di gran lunga più rilevante rispetto ai problemi di salute di quelli che arrivano vivi a Lampedusa.

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