Lettere
21/07/2020

La banca dati AMINAVI: conoscere la presenza di amianto a bordo delle navi, nel passato e nel presente

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Il progetto AMINAVI è parte di un percorso avviato da tempo da un gruppo di ricerca in servizio presso l’Istituto di ingegneria del mare del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR). L’obiettivo principale del progetto è di conoscere la presenza di amianto a bordo del naviglio italiano dagli inizi del Novecento a oggi, con la mappatura di unità navali (militari e mercantili) e la catalogazione di informazioni conoscitive di ciascuna unità (tipologia, codice ID, classe, cantiere di costruzione, impostazione, varo, radiazione, propulsione, equipaggio, rapporti e contratti di appalti di bonifica).
La realizzazione del progetto AMINAVI permette di:

  • approfondire e sviluppare le conoscenze legate alla presenza di amianto a bordo del naviglio italiano che ora è radiato, cioè escluso dal servizio, e di quello che è invece ancora in circolazione;
  • recuperare i dati sommersi e non omogenei che rappresentano la memoria storica;
  • rendere fruibili i dati cartacei giacenti senza ordine in archivi e depositi.

Tutto ciò rende possibile delineare una visione d’insieme, a oggi mai realizzata, con l’ambizione di creare un network tra i vari enti preposti alla tutela sanitaria e ambientale come il Ministero della salute, l’Inail e il Registro nazionale dei mesoteliomi (ReNaM).
La base di partenza del progetto è stata la consultazione di fascicoli processuali del Tribunale di Padova. Le informazioni acquisite, strutturate e integrate da ricerche bibliografiche hanno permesso di ricostruire alcune tappe salienti della storia sull’uso dell’amianto nel naviglio militare e civile, sono state propedeutiche alla progettazione della banca dati e hanno permesso di avviarne la fase di popolamento. Altri dati sono stati ottenuti dalla consultazione on-line dei contratti per appalti pubblici, per lavori di bonifica e smaltimento dell’amianto.1
La cantieristica navale è stata uno dei settori che, dai primi anni del Novecento fino alla metà degli anni Ottanta, ha fatto un massiccio uso di amianto nelle costruzioni nei mezzi di navigazione mercantili e militari. Ancora oggi, è presente e continua a essere un problema soprattutto durante le operazioni di riparazione navale.2
L’amianto è stato impiegato per la coibentazione di diverse strutture presenti sulle navi, nelle condotte per i fluidi, nella protezione dal fuoco, nel fonoassorbimento, nell’antirombo e nelle protezioni individuali durante alcune lavorazioni come la saldatura.2
L’amianto in forma friabile è stato utilizzato per la coibentazione delle parti calde dell’apparato motore e come antirombo-isolante termico-tagliafuoco delle paratie interne. L’amianto compatto, sottoforma di amiantite, un impasto di resina e amianto, è stato usato, invece, per il confezionamento di guarnizioni; la marinite e l’eternave, conglomerati gessoso-cementizi, per pannelli che servivano per le tamponature interne; le lastre in cemento-amianto per il rivestimento di paratie e porte coibentate.2
A seguito della Circolare n. 45 del 1986 del Ministero della sanità, Pietro Comba afferma, nel 2009, che le forze armate della Marina militare diedero inizio, a partire dal 1987, a una progressiva dismissione dell’amianto.3,4 Successivamente alla legge n. 257 del 1992 (Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto), questo minerale viene messo al bando.5 Inoltre, il decreto ministeriale del 20.08.1999, ampliamento della legge del 1992, impone agli armatori di effettuare una mappatura a bordo delle navi costruite prima del 1994 e, in ogni caso, per le navi acquistate all’estero. Per le navi battenti bandiera italiana, il decreto ministeriale prevede, inoltre, che una copia della mappatura sia trasmessa al Ministero della sanità. Solo alcuni armatori della Marina mercantile italiana hanno provveduto a effettuare il censimento. A questo proposito, il gruppo di studio del Ministero della salute, costituito con decreto ministeriale del 08.04.2008, nel rapporto finale del 2012 ha sottolineato la necessità di ricostruire una lista dei mezzi di navigazione del naviglio italiano.6
La banca dati AMINAVI, messa a punto dai ricercatori del CNR con competenze in tecnologie informatiche, nasce come applicazione web. Ottimizzata secondo gli attuali standard in fatto di sicurezza, accessibilità e fruibilità (con diversi livelli di autenticazione), la banca dati è divisa in due sezioni: Marina militare e Marina mercantile. Nella sezione della Marina militare sono descritte 426 unità iscritte nel ruolo del naviglio militare e classificate, in base alle caratteristiche costruttive e d’impiego, in navi di prima linea, di seconda linea e naviglio specialistico, e collocate nelle categorie e nelle posizioni stabilite con decreto del Ministro della difesa. Nella sezione della Marina mercantile sono inserite 1.173 unità (da carico liquido e secco, miste e da passeggeri e per servizi ausiliari), attualmente in fase di completamento.1,7
Le informazioni raccolte sono memorizzate in un Relational Data Base Management System. L’utente autorizzato, anche se non esperto, tramite la maschera di interrogazione, può consultare i dati selezionando i menù e i campi di ricerca.
Dalla consultazione di AMINAVI risultano attualmente in circolazione 161 unità della Marina militare con un’età superiore a 27 anni, pari all’86% delle navi in circolazione, impostate prima della legge n. 257 del 1992. Risultano, invece, impostate, varate ed entrate in servizio dopo la legge n. 257 del 1992 7 unità (Chioggia, Tirso, Rimini, Gianfranco Gazzana Priaroggia, Vedetta, Staffetta, Cavour).
Un esempio delle informazioni che si possono trovare sulla banca dati: della corvetta Chimera, oltre alle informazioni tecniche (classe Minerva, Codice NATO F 556, cantiere di costruzione Muggiano, impostata nel 1987 e varata nel 1991, equipaggio 7 ufficiali e 106 tra marinai e sottoufficiali), è possibile conoscere nel dettaglio i lavori di monitoraggio e bonifica corredati da planimetrie presenti nei 5 allegati (Rapporto di mappatura amianto 2007, Supplemento alla mappatura amianto 2010, Appalto G292 2010, Appalto G305 2011, Appalto G313 2012). Dai certificati di analisi del supplemento 2010 risulta la presenza di amianto sia compatto sia friabile. Quest’ultimo, del tipo crisotilo friabile, è presente nelle guarnizioni del condotto scarico fumi, cassa fumi MTP sinistra/destra, fumaiolo, calderina 2, collettori gas di scarico, D/A3/A4 guarnizioni.
Estendendo l’indagine alla flotta della Marina mercantile, delle 1.173 unità in circolazione che presentano una stazza lorda di oltre 100 GT e un’età maggiore di 27 anni, solo 170 unità, cioè il 14,49% del totale, risultano essere costruite prima della legge n. 257 del 1992.
I dati di Confitarma aggiornati al 2018 mettono in evidenza che l’età del naviglio compreso tra 0-4 anni è pari al 46% della flotta nazionale e al 39% della flotta mondiale.7 Da questo scenario, appare in via di risoluzione l’amianto nelle unità della Marina mercantile in Italia e nel mondo, un po’ meno nel naviglio della Marina militare.
La visione d’insieme del naviglio in circolazione, ottenuta attraverso la consultazione di AMINAVI, permette anche di conoscere e vagliare aspetti legati ai processi di rimozione e smaltimento che possono rappresentare un rischio importante. Un esempio è il fenomeno dello spiaggiamento delle navi (in inglese, beaching): imbarcazioni smantellate sulle spiagge asiatiche dell’India e del Bangladesh o della Turchia.8 A questo proposito, la Commissione europea ha pubblicato un elenco europeo di siti autorizzati al riciclo delle navi (Regolamento 1257/13) sulla gestione del fine vita delle grandi imbarcazioni europee.9
Gli autori di questo lavoro, con la realizzazione della banca dati AMINAVI, finalizzata ad approfondire e sviluppare le conoscenze dell’amianto nel naviglio, recuperare dati sommersi, rendere fruibili dati cartacei, e – non per ultimo – creare un network tra i vari enti preposti alla tutela sanitaria e ambientale, si augurano che il loro impegno possa fornire un valido contributo nella ricerca sul tema dell’amianto nei mezzi di navigazione del naviglio italiano e si dichiarano disponibili allo scambio di informazioni e a fattive collaborazioni.

Conflitti di interesse dichiarati: nessuno.

Ringraziamenti: gli autori ringraziano Omero Negrisolo (Procura della Repubblica di Padova) e Michele Rucco (Osservatorio nazionale amianto) per il supporto alla ricerca.

Bibliografia

  1. Ministero della difesa. Disponibile all’indirizzo: https://www.difesa.it/Ricerca/Pagine/ricerca.aspx?k=APPALTI
  2. Registro Nazionale Mesoteliomi (ReNaM). Disponibile all’indirizzo: https://www.inail.it/cs/internet/attivita/ricerca-e-tecnologia/area-salute-sul-lavoro/sorveglianza-epidemiologica-negli-ambienti-di-lavoro-e-di-vita/renam.html
  3. Amianto. Adempimenti amministrativi. Obblighi a carico dei proprietari/responsabili di attività. Circolare del Ministero della sanità n. 45 del 1986. Disponibile all’indirizzo: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_658_listaFile_itemName_0_file.pdf
  4. Comba P, Soffritti M. Consulenza tecnica, Tribunale di Padova. Procedimento penale n. 15150/2009.
  5. Legge n. 257 del 27.03.1992. Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto. Gazzetta Ufficiale n. 87 del 13.04.1992. Disponibile all’indirizzo: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1992/04/13/092G0295/sg
  6. Decreto ministeriale del 08.04.2008. Gruppo di studio per la verifica dello stato di attuazione, della rispondenza delle norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto e per l’implementazione di azioni atte al loro completamento. Rapporto finale 2012. Disponibile all’indirizzo: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1907_allegato.pdf
  7. Confederazione italiana armatori (Confitarma). Statistiche. Disponibile all’indirizzo: https://www.confitarma.it/statistiche/#
  8. Stato dell’arte e prospettive in materia di contrasto alle patologie asbesto-correlate. Quaderni del Ministero della salute 2012;15. Disponibile all’indirizzo:http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2570_allegato.pdf
  9. Comunicazione Commissione EU. Nota tecnica orientativa a norma del regolamento (UE) n. 1257/13 relativo al riciclaggio delle navi (2016/C 128/01). Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C128 del 12.04.2016. Disponibile all’indirizzo: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=OJ:C:2016:128:FULL&from=EN
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