Lettere
20/10/2009

Aumenta l'incidenza dei tumori in età pediatrica. Che fare?

In un incontro tenutosi a Mantova il 18 aprile 2009 sui problemi dell’oncologia pediatrica, organizzato da due associazioni di genitori (Associazione Alessandro Dotti «Insieme per la Vita» Onlus e Associazione bambino emopatico oncologico), Benedetto Terracini ha portato all’attenzione dei partecipanti il problema dell’incremento annuo dei tumori pediatrici nei paesi occidentali. I dati di riferimento sono quelli dell’Associazione italiana registri tumori (AIRTUM) pubblicati da Epidemiologia & Prevenzione (Epidemiol Prev 2008; 32(2) suppl 1: 1-172). Il punto fondamentale della questione può essere così sintetizzato: negli ultimi 5-10 anni l’incremento annuo del-l’incidenza dei tumori infantili è dello 0,6% negli USA, dell’1,1% nei Paesi dell’Unione Europea, del 2% in Italia. Se tale andamento rimane costante nei prossimi anni, è ragionevole prevedere che entro il 2020 si verificheranno circa 300 diagnosi in più rispetto a quanto stiamo osservando al termine del decennio 2000-2010. Viene da chiedersi: questo dato, reso noto con l’autorevolezza che è riconosciuta ad AIRTUM ci interessa, lo riteniamo valido (non vedo come possa essere messo in dubbio), e in questo caso cosa si pensa di fare? Ci dovrebbe preoccupare tanto da giustificare un maggior impegno sull’analisi delle cause possibili e su eventuali interventi? Stando a quanto ci è noto, non si sono prese iniziative particolari, né da parte degli epidemiologi né da parte dei pediatri ematologi e della loro associazione AIEOP. Chi ha vissuto negli ultimi quarant’anni lo straordinario successo nella cura dei tumori pediatrici (sopravvivenza media a 5 anni tra il 75 e l’80%) assiste con preoccupazione al silenzio che è seguito alla pubblicazione di tali dati. (Ci è noto un articolo pubblicato da l’Espresso il 18 dicembre 2008 che ha portato al-l’attenzione dell’opinione pubblica questo problema). Si avverte uno hiatus tra il sapere e il fare. Verrebbe da pensare che un incontro tra epidemiologici pediatri (AIEOP, SIP), associazione genitori (FIAGO), giornalisti scientifici potrebbe elaborare un progetto allargato che includa una corretta informazione della opinione pubblica, una elaborazione di programmi di ricerca sull’andamento del fenomeno nelle varie parti del territorio nazionale e sulle cause possibili. Già discutere il problema nelle sedi istituzionali e scientifiche avrebbe senso. Il silenzio, in attesa di nuovi dati, non ci sembra giustificato.

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