Lettere
11/12/2016

Alcol e cancro: un problema sottovalutato nei programmi di prevenzione

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L’alcol rappresenta la prima causa di morte e di disability-adjusted life-years (DALY) al di sotto dei 24 anni; in Europa globalmente determina il 3,8% di tutti i decessi e il 4,6% dei DALY.1 Il consumo di bevande alcoliche è la quinta causa di cancro subito dopo fumo, errori dietetici, sovrappeso e inattività fisica.2
Il consumo di alcol è normalizzato dalla società; anzi, è sollecitato dalla pressione mediatico-pubblicitaria3 e il rischio oncologico che ne deriva è sottovalutato sia nella popolazione generale sia fra gli addetti ai lavori.
I rischi involontari sono generalmente combattuti e si concordano provvedimenti quando è prevista una mortalità compresa tra 1 x1.000.000 e 1 x100.000.4 Starr ha messo in evidenza come la società sia disposta ad accettare comportamenti volontari circa 1.000 volte più rischiosi: fra questi, il consumo di alcol è l’esempio più comune.5,6 Eppure nel mondo decedono circa 3.000.000 di soggetti/anno per inquinamento ambientale,7 circa 3.300.000 a causa dell’alcol.8
Nell’Unione europea, ogni 7 decessi femminili e ogni 13 decessi maschili al di sotto dei 65 anni uno è causato dal consumo di alcol. Nonostante questi numeri, si continuano a identificare i problemi correlati all’alcol solo con l’alcoldipendenza. Inoltre, vengono enfatizzati gli effetti benefici delle bevande alcoliche in modo acritico. Se è vero che dopo i 35 anni un consumo moderato sfavorisce la patologia ischemica miocardica, cerebrale e il diabete mellito di tipo 2 (DMII), è anche vero che favorisce 60 patologie differenti, fra cui diversi tipi di cancro.
L’unità alcolica (UA) è rappresentata da 12 grammi di etanolo. È possibile suddividere il consumo di alcol in lieve (al di sotto di 1 UA/die per la donna e al di sotto di 2 UA/die per l’uomo), moderato (1-2 UA/die per la donna e 2-3/die per l’uomo) ed elevato (oltre 2 UA/die per la donna e oltre 3-4 UA/die per l’uomo).9
Etanolo e acetaldeide sono state inserite tra i cancerogeni del Gruppo 1 dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC).10
È molto complicato definire un consumo accettabile (acceptable daily intake, ADI) per le bevande alcoliche: per il tessuto epatico è stato identificato in 2,6 gr/die.11 Tale valutazione si riferisce alla morbidità e mortalità per cirrosi epatica. Tuttavia, altri tessuti sono molto più sensibili all’azione cancerogena di etanolo e acetaldeide. Per tale ragione non è possibile definire un effetto soglia di sicurezza e, quindi, i dosaggi lievi-moderati sono comunque a “basso rischio” al netto degli effetti benefici. Con i dosaggi cosiddetti lievi-moderati si osserva un’associazione inversa (protettiva) per alcune patologie cardiovascolari e il DMII e un’associazione positiva per il cancro o altre patologie. Tale affermazione è un dato ormai acclarato.
Su una casistica di 114.970 adulti, Smyth et al. hanno rilevato fra i consumatori di alcol una riduzione di infarti miocardici (hazard ratio, HR: 0,76; IC95% 0,63-0,93) e un incremento di tumori (HR: 1,51; IC95% 1,22-1,89) e di incidenti (HR: 1,29; IC95% 1,04-1,61).12
Se un fattore di rischio involontario avesse un rapporto così evidente con il cancro, non verrebbe accettato dalla società e sarebbe contrastato in tutti i modi.
In Italia, il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura ha dichiarato, nella revisione dei Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia (LARN) per la popolazione italiana, che l’etanolo non è un nutriente, ma una molecola di interesse nutrizionale;13 lo European code agaist cancer14 afferma «if you drink alcohol of any type, limit your intake. Not drinking alcohol is better for cancer prevention». Nonostante ciò, l’informazione scientifica sul rapporto alcol e cancro è ancora poco conosciuta dalla classe medica.
Alla luce di quanto detto, anche se ci si trovasse di fronte a dati ancora incerti, il medico dovrebbe essere perlomeno prudente e informare onestamente i propri pazienti: il consumo moderato non è un consumo privo di rischio oncologico.

Biobligrafia

  1. Mokdad AH, Forouzanfar MH, Daoud F et al. Global burden of diseases, injuries, and risk factors for young people’s health during 1990-2013: a systematic analysis for the Global Burden of Disease study 2013. Lancet 2016;387(10036):2383-401.
  2. Istituto Superiore di Sanità. Lifestyles and cancer prevention. Facts and Figures. Roma, ISS, 2014. Disponibile all’indirizzo: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2220_allegato.pdf
  3. Naimi TS, Ross CS, Siegel MB, DeJong W, Jernigan DH. Amount of televised alcohol advertising exposure and the quantity of alcohol consumed by youth. J Stud Alcohol Drugs 2016;77(5):723-29.
  4. Hunter PR, Fewtrell L. Acceptable risk. In: Fewtrell L, Bartram J (eds); WHO. Water Quality: Guidelines, Standards and Health. London, IWA Publishing, 2001. Disponibile all’indirizzo: http://www.who.int/water_sanitation_health/dwq/iwachap10.pdf
  5. Starr C. Social benefit versus technological risk. Science 1969;165(3899):1232-38.
  6. Rehm J, Lachenmeier DW, Room R. Why does society accept a higher risk for alcohol than for other voluntary or involuntary risks? BMC Med 2014;12:189.
  7. Air pollution-crossing borders. Lancet 2016;388(10040):103.
  8. Prado V, Caballeira J, Vargas V, Bataller R, Altamirano J. Alcoholic hepatitis: how far are we and where are we going? Ann Hepatol 2016;15(4):463-73.
  9. Connor JP, HaberPS, Hall WD. Alcohol use disorders. Lancet 2016;387(10022):988-98.
  10. International Agency for Research on Cancer. Personal habits and indoor combustions. A review of human carcinogens. IARC Monograph Volume 100E. Lyon, IARC, 2012. Disponibile all’indirizzo: http://monographs.iarc.fr/ENG/Monographs/vol100E/mono100E.pdf
  11. Lachenmeier DW, Przybylski MC, Rehm J. Comparative risk assessment of carcinogens in alcoholic beverages using the margin of exposure approach. Int J Cancer 2012;131(6):E995-1003.
  12. Smyth A, Teo KK, Rangarajan S et al. Alcohol consumption and cardiovascular disease, cancer, injury, admission to hospital, and mortality: a prospective cohort study. Lancet 2015;386(10007):1945-54.
  13. Ghiselli A. Appendice: etanolo. In: Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti e energia per la popolazione italiana (LARN). IV Revisione. Roma, CRA-NUT, 2015. Disponibile all’indirizzo: http://www.sinu.it/html/cnt/larn.asp
  14. Scoccianti C, Cecchini M, Anderson AS et al. European code against cancer 4th edition: alcohol drinking and cancer. Cancer Epidemiol 2015;39 Suppl 1:S67-74.
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