Interventi
18/12/2013

Anche i mozziconi di sigaretta hanno un impatto sull'ambiente e la salute: alcune considerazioni preliminari

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Quadro generale: i numeri e le sostanze del carico inquinante

Il dibattito attorno al fumo di sigaretta dovrebbe costituire un elemento cardine all’interno della sanità pubblica: se è vero che in Italia, anche grazie alla Legge Sirchia, la prevalenza e l’iniziazione al fumo sono diminuite, è ancor più vero che negli ultimi 25 anni la popolazione adulta compresa fra i 30 e i 59 anni mostra una scarsa tendenza a smettere di fumare.1

Quello che moltissime persone, fumatori e non, sembrano sottovalutare è che anche il prodotto finale di una sigaretta fumata, chiamata comunemente “mozzicone” o “cicca”, può rappresentare un pericolo per l’ambiente e per la salute dell’uomo stesso. Proviamo a fare un po’ di chiarezza riguardo a questa contaminazione ambientale, argomento sul quale esiste tuttora un vuoto culturale e normativo.

La combustione per uso voluttuario del tabacco produce più di 4.000 sostanze chimiche, di cui una cinquantina circa sicuramente cancerogene.2 Le cicche, quindi, essendo la porzione residuale della combustione delle sigarette e avendo apposite caratteristiche filtranti, ne contengono la gran parte. Non esistono dati quantitativi completi ed esaustivi sul contenuto di agenti chimici nelle cicche, poiché tali valori possono dipendere da variabili quali il luogo geografico di produzione del tabacco, gli additivi usati dalle industrie, il modo di fumare, la qualità e la quantità dei vari componenti del filtro stesso. Solitamente si considera che il filtro trattenga la metà delle sostanze emesse durante la combustione, ossia che abbia un’efficienza filtrante del 50%.

Il carico nocivo di ogni singola cicca è relativamente basso, ma ciò che amplifica il problema è l’elevato numero di fumatori. Un modo per valutare l’impatto dei mozziconi come rifiuto è quello di andare a calcolarne il carico inquinante: in Italia, considerando che i fumatori sono circa 13 milioni e fumano mediamente 15 sigarette al giorno, avremo un numero complessivo di cicche immesse in ambiente ogni anno di 72 miliardi.3 Inoltre, nel mondo ci sono circa 1,5 miliardi di fumatori, quindi ogni anno vengono eliminate nell’ambiente 4,5 milioni di miliardi di cicche, pari a 845.000 tonnellate.4

Il più importante fra i principi attivi contenuti nel tabacco è la nicotina, un alcaloide volatile facilmente solubile in acqua: sono sufficienti 40-60 mg di tale sostanza ingeriti da un bambino per indurne la morte.5 Ogni sigaretta ne contiene in media 10-15 mg, di cui il 20% passa nel fumo e il 50% viene degradato durante la combustione. In tal caso è stato stimato che nel mozzicone resti intrappolata una quota pari a 4,5 mg di nicotina.3 In base ai dati elencati precedentemente si è visto che in Italia si consumano 72 miliardi di sigarette all’anno, con conseguente rilascio in ambiente di circa 324 tonnellate di nicotina.

Il Polonio 210 è un elemento radioattivo alfa-emittente e possiede un elevato potenziale cancerogeno (rientra nel gruppo 1 dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro).6 Ogni sigaretta presenta un contenuto di Polonio 210 variabile a seconda del luogo di provenienza e delle modalità di coltivazione del tabacco, in quanto il radionuclide deriva dai fertilizzanti utilizzati.7 Esistono molti studi sulla distribuzione del carico radioattivo da Polonio 210 di una sigaretta, spesso però non concordanti fra loro: si passa, infatti, da valori di circa 75mBq a valori sensibilmente più bassi, compresi fra 6,84 e 17,49 mBq.8-11 Viene uniformemente accettato che in media il 50% del Polonio 210 presente nel tabacco sia trasferito nel fumo, il 35% resti nel mozzicone e il 15% lo si ritrovi nella cenere.12

In base a queste considerazioni e supponendo che il contenuto medio di Polonio 210 sia pari a 75 mBq, nel mozzicone sarebbe possibile rintracciare una quantità di 26,0 mBq, con un carico complessivo annuale di radioattività alfa immesso nell’ambiente italiano pari a circa 1.872 milioni di Bq.

La combustione del tabacco produce molti altri composti chimici, quali benzene, acetone, formaldeide, toluene. Tenuto conto che ogni sigaretta emette circa 50 mg di tali sostanze, abbiamo una contaminazione ambientale di circa 1.800 tonnellate di composti organici volatili.13,14 Nei mozziconi, inoltre, sono contenute altre sostanze come idrocarburi policiclici aromatici, catrame, cromo e cadmio. Da segnalare, infine, che anche la sostanza costitutiva del filtro, cioè l’acetato di cellulosa, costituisce un rischio per l’ambiente, poiché impiega un periodo di tempo superiore a un anno per essere degradato da parte dell’acqua, del sole e delle variazioni termiche, essendo fotodegradabile ma non biodegradabile.

A livello urbano i mozziconi sono di difficile gestione, perché rimangono incastrati in tutti gli interstizi che le scope e i mezzi meccanici di pulizia non riescono a raggiungere. Almeno il 50% dei rifiuti che si trovano sul suolo delle aree urbane e correlato a prodotti del tabacco: cicche, cellophane, carta interna di rivestimento e pacchetti contenitori.15 Una ricerca svolta tra il 2002 e il 2006 nell’ambito del programma ambientale delle Nazioni unite per l’ambiente ha evidenziato che le cicche sono di gran lunga al primo posto nella classifica dei rifiuti che soffocano il Mediterraneo, costituendo il 40% dell’immondizia totale recuperata (il secondo posto spetta alle bottiglie di plastica con “solo” il 9,5%).16 Non è per nulla trascurabile nemmeno il fatto che cicche di sigarette non spente, buttate o abbandonate in ambiente esterno o in casa, possano innescare incendi e/o esplosioni devastanti, tanto che le morti causate da incendio di sigaretta vengono inserite nelle statistiche internazionali di decessi da fumo di tabacco.17,18 Secondo i dati del Ministero, in Italia nel solo 2010 più di 4.000 incendi sono stati causati damozziconi abbandonati.19

In questo senso, l’introduzione negli ultimi anni sul mercato di sigarette fire-safe, cioè che si spengono da sole in un lasso di tempo di un minuto se il fumatore non aspira, potrebbe risultare decisiva: alcuni Paesi, come Canada, Texas e California, si sono già dotati di una legislazione che obbliga a vendere esclusivamente tali tipi di sigarette.20

L’inquinamento ambientale da cicche è talmente imponente che sono segnalati numerosi fenomeni di ingestione da parte di bambini piccoli e animali domestici che vivono in casa di fumatori. Uno studio recente ha preso in considerazione tutti i casi notificati nel mondo negli ultimi anni:21 fra il 1983 e il 2009 sono stati registrati 1.435 eventi tra i bambini di età <6 anni, con un tasso di ospedalizzazione del 2% circa per avvelenamento acuto da nicotina; fra il 2005 e il 2010 sono 842 i casi in cani e gatti.

La distribuzione delle cicche nell’ambiente non è uniforme: come prevedibile, un gran numero di mozziconi si ritrovano dove le sigarette vengono di solito vendute e/o consumate. Risultano però notevoli le differenze nei dintorni fra un’attività commerciale e l’altra, solo in piccola parte in relazione al senso di responsabilità del proprietario riguardo al corretto smaltimento delle cicche. Uno studio americano condotto nella città di San Diego con l’ausilio del software GIS ha evidenziato che, nonostante la maggior parte dei bar avesse posto i contenitori per la raccolta dei mozziconi all’esterno della porta di ingresso, molti fumatori li gettavano comunque sul marciapiede.22

Risultano impressionanti i numeri ricavati da uno studio che si prefiggeva di ripulire 2 campus universitari: in un’ora di lavoro, 80 volontari hanno raccolto quasi 30.000 cicche, con una media di 1,05 mozzicone raccolto a testa ogni 10s.23

Responsabilità e possibili soluzioni

Quando, a metà degli anni Novanta, le industrie del tabacco hanno dovuto risarcire diversi stati americani e rendere pubblici documenti interni, sono emersi risultati estremamente interessanti dai sondaggi e dalle interviste ai fumatori per conoscere la loro opinione sullo smaltimento delle cicche e su come affrontare al meglio il problema.24 La gran parte dei fumatori ammetteva di non gradire i portacenere pieni di cicche all’interno della propria auto, ritenendoli «disgustosi, puzzolenti e sporchi», e di preferire gettare la cicca a terra, ritenendo oltretutto il gesto come una «estensione naturale del gesto ribelle del fumare». Anche il senso di colpa relativo al fumo, però, sembrava giocare un ruolo importante: diversi fumatori preferivano liberarsi del mozzicone nel più breve tempo possibile, soprattutto se non era presente nelle vicinanze un posacenere, mentre altri non volevano vedere nel proprio posacenere il numero di cicche presenti, e quindi di sigarette fumate.

A volte il mozzicone veniva visto come un rifiuto ambientale relativamente accettabile, meno ingombrante, per esempio, di una bottiglietta di plastica. Inoltre, portare il mozzicone in mano risultava un gesto poco elegante e la metà dei fumatori dichiarava che non valeva la pena effettuare più di «dieci passi» per gettare la cicca nel posacenere. Peccato che da tutti questi documenti non emergeva nessuna soluzione accettabile, salvo il fatto di prendere in considerazione l’uso di un filtro biodegradabile.

È risultata altresì molto chiara, all’interno di tali documenti, la preoccupazione delle industrie del tabacco sull’introduzione di una normativa che le obbligasse ad assumersi la responsabilità e i costi per lo smaltimento delle cicche disperse nell’ambiente. Secondo uno studio condotto nella città di San Francisco, rispettando i principi di gestione e di responsabilità del prodotto stesso basterebbe introdurre una tassa di 0,20 dollari per pacchetto per coprire tutte le spese derivanti dal corretto procedimento di raccolta, trasporto e smaltimento dei prodotti di rifiuto del tabacco, assegnarli in maniera definitiva ai produttori e sottrarli così dalle spese sostenute dagli enti pubblici statali e locali, quindi dai contribuenti.25 Proprio negli Stati Uniti, infatti, i sindaci delle più grandi metropoli hanno proposto un aumento del prezzo dei pacchetti di sigarette al fine di compensare i costi per la rimozione dei filtri dalle strade cittadine. Proposte interessanti, inoltre, sono state adottate in Australia, ove il governo ha finanziato un’intensa campagna informativa di sensibilizzazione a causa dell’impatto ambientale devastante delle cicche soprattutto a livello marino, prevedendo pesanti sanzioni a seconda della gravità dell’infrazione emettendo in commercio un posacenere portatile resistente al fuoco, lavabile e riutilizzabile.

La presa di coscienza dell’unione europea

Il 19 novembre 2008 l’Unione europea ha emanato la Direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti, con la quale si introduce il concetto di «responsabilità estesa del produttore». Si afferma che, per rafforzare il riutilizzo, la prevenzione, il riciclaggio e il recupero dei rifiuti, gli Stati membri devono adottare misure volte ad assicurare che qualsiasi persona fisica o giuridica che professionalmente sviluppi, fabbrichi, trasformi, tratti, venda o importi prodotti sia soggetto a una responsabilità estesa del produttore. Tali misure possono includere l’accettazione dei prodotti restituiti e dei rifiuti che restano dopo il loro utilizzo, nonché la successiva gestione dei rifiuti e la responsabilità finanziaria per tali attività.26 In Italia la direttiva è stata recepita nel 2010, attraverso il D. Lgs n.205 del 3.12.2010.

Qualche mese prima, la Commissione ambiente della Camera aveva proposto un disegno di legge nella quale i mozziconi di prodotti da fumo venivano inclusi nella categoria dei «rifiuti speciali». Era stata predisposta la raccolta differenziata, con l’obbligo da parte dei Comuni di installare nelle strade, nei parchi e nei luoghi di maggiore aggregazione sociale appositi raccoglitori. La dotazione finanziaria e la relativa copertura era reperita attraverso l’istituzione di un fondo nazionale al quale i Comuni potevano attingere, alimentato dall’aumento delle imposte sui tabacchi. In virtù del suddetto D. Lgs, però, le cose sono drasticamente cambiate: nell’ottobre 2012, infatti, la Commissione ambiente della Camera ha ripreso in esame il disegno di legge, apportando notevoli cambiamenti e proponendo l’adozione di un testo unificato per quanto riguarda le disposizioni contro l’inquinamento ambientale da mozziconi e gomme da masticare.27 La norma prevede 5 articoli, il primo dei quali aggiunge tali prodotti all’elenco dei rifiuti speciali, mentre nell’articolo 2 si fa riferimento al principio di responsabilità estesa del produttore, affermando che chi produce articoli da fumo è responsabile della raccolta differenziata dei mozziconi e del loro corretto smaltimento. I consumatori di tali prodotti sono tenuti a gettarli presso i punti di raccolta presenti sul territorio, pena l’applicazione di sanzioni.

A tal fine, i Comuni, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, devono installare nelle strade, nei parchi, negli stabilimenti balneari, nelle spiagge libere attrezzate e nei luoghi di alta aggregazione sociale punti di raccolta idonei per i mozziconi dei prodotti da fumo. Viene previsto, inoltre, che presso il Ministero dell’ambiente sia istituito un fondo, a carico delle industrie del tabacco, finalizzato a sostenere i Comuni per i costi relativi all’installazione di tali raccoglitori. In un articolo successivo sono analizzate le misure da adottare per sensibilizzare i fumatori: come già avviene da tempo per quanto riguarda gli effetti nocivi del fumo sulla salute, si propone che sulle confezioni dei prodotti del tabacco venga stampato un simbolo che indichi il divieto di gettare i mozziconi fra i rifiuti indifferenziati; vengono previste campagne informative che intendono coinvolgere i produttori stessi in collaborazione con il Ministero dell’ambiente volte a sensibilizzare i fumatori sul danno arrecato al suolo, alle acque e alla salute umana da parte di tutte le sostanze chimiche presenti nei mozziconi abbandonati e sui sistemi di raccolta differenziata.

Si pensa anche al coinvolgimento dei rivenditori, prevedendo l’esposizione in prossimità dei banchi di vendita e dei distributori automatici di un avviso al pubblico con l’indicazione della raccolta differenziata dei mozziconi e dei pericoli e danni derivanti da uno smaltimento non corretto. Infine, sono introdotte sanzioni amministrative da 100 a 500 euro per chi abbandona mozziconi dei prodotti da fumo.

Questa proposta di legge pone l’Italia in una posizione avanzata nell’ambito delle politiche per lo smaltimento di questo tipo di rifiuti. Il progetto verrà discusso al Senato e alla Camera probabilmente nella prossima legislatura e sarà interessante seguirne l’iter per vedere chi lo sosterrà e chi, invece, darà voce alle pressioni dell’industria del tabacco chiedendone modifiche o addirittura impedendo che entri in vigore.

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