Editoriali
26/11/2013

Salute e lavoro tra precarietà e incertezza

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Questo numero di E&P dedicato al lavoro ospita articoli e interventi inviati in risposta a un invito lanciato nel 2012 per raccogliere contributi su una realtà che è in profonda mutazione e che vede, come ben descritto nell’editoriale di Giovanni Costa,1 un crescente aumento dei fattori di rischio di carattere psicosociale e un cambiamento nella composizione della popolazione (invecchiamento della popolazione lavorativa, aumento del tasso di occupazione femminile, crescente immigrazione). Quattro contributi sono dedicati ad argomenti nuovi. L’intervento di Antonella Gigantesco e Ilaria Lega fornisce un utile inquadramento sullo stress lavorativo, ne descrive i diversi approcci di studio (tecnico, fisiologico e psicologico) e alcune modalità di misurazione, fornendo in appendice il questionario sulla condizione lavorativa sviluppato dall’Istituto superiore di sanità.2Paolo Campanini e colleghi, continuando la solida tradizione di studio del fenomeno «mobbing» della Clinica del lavoro di Milano, riportano i risultati di un’ampia indagine (quasi 9.000 questionari elaborati) svolta in collaborazione con le organizzazioni sindacali per valutare la relazione tra situazioni di mobbing e assenteismo per malattia.3 Il lavoro di Paul Conway e colleghi, appartenenti allo stesso gruppo milanese, riguarda il settore dei call center, che impiega oggi in Italia oltre 250.000 lavoratori:4 è stata indagata la relazione tra salute psico-fisica e stress lavorativo tra gli operatori di un’importante azienda di telecomunicazioni, stimata mediante l’uso combinato di due modelli di valutazione dello stress lavorativo. Antonella Bena e Massimiliano Giraudo,5 utilizzando una banca dati di storie lavorative individuali basata su dati INPS, hanno esplorato l’influenza della durata del contratto di lavoro sul rischio di infortunio. Si tratta di un articolo di grande importanza, poiché gli infortuni sul lavoro, seppure in diminuzione,6 rappresentano ancora un problema serio sul piano sanitario ed economico, e di attualità, essendosi da poco conclusi i lavori della Commissione parlamentare di inchiesta del Senato sul fenomeno degli infortuni sul lavoro, che ha fra l’altro indagato l’efficacia della legislazione vigente in riferimento al lavoro precario.7 Due articoli si soffermano sulla tematica del mesotelioma maligno, a testimonianza del fatto che l’amianto continua a essere un problema preoccupante per la sanità pubblica. L’Organizzazione mondiale della sanità ha stimato che ogni anno nel mondo oltre 100.000 persone muoiono di malattie asbesto-correlate (mesotelioma, tumore polmonare e asbestosi).8 Tra i Paesi che da più tempo hanno bandito l’uso di amianto ce ne sono alcuni in cui l’incidenza di malattie asbesto correlate ha raggiunto un plateau, mentre si nota un aumento dell’incidenza nella maggior parte dei Paesi che sono stati individuati come quelli che ne facevano un uso più considerevole. Si noti che i dati sulla frequenza di mesotelioma non sono disponibili per oltre 30 Paesi, che includono Russia, Kazakistan, Cina e India, che hanno prodotto o utilizzato amianto in quantità rilevanti.9,10 In molti Paesi è ancora permesso l’uso di amianto e si prevede che ciò comporterà un’epidemia nei decenni futuri, a meno di bandire globalmente la produzione, l’uso e l’esportazione di tutti i tipi di asbesto. È questa la posizione espressa nel 2012 dall’International Commission on Occupational Health (ICOH) e dal Joint Policy Committee of the Societies of Epidemiology,11 sulla base di diverse evidenze scientifiche, incluse le valutazioni dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) che classifica come cancerogeni per l’uomo tutti i tipi di amianto (crisotilo, crocidolite, amosite, tremolite, actinolite, antofillite).12 In Italia, la sorveglianza della frequenza dei mesoteliomi è coordinata dal Registro nazionale dei mesoteliomi (ReNaM) che opera tramite i Centri operativi regionali (COR). Il gruppo di lavoro del ReNaMha prodotto negli anni diversi rapporti e pubblicazioni. L’articolo di Alessandra Binazzi e colleghi descrive la presenza di casi di mesotelioma che risultano o potrebbero essere associati a situazioni di esposizione meno tradizionali in vari settori e occupazioni: lavoratori agricoli, panificatori, vinificatori, insegnanti, barbieri e parrucchieri.13 Il lavoro di Elisabetta Chellini e colleghi riguarda i 25 anni di attività del COR Toscana e mostra il progressivo aumento nel tempo della quota di persone affette da mesotelioma in cui è stata riscontrata con certezza un’eziologia professionale.14 Gli ultimi due contributi trattano dell’esposizione ad agenti cancerogeni. Lucia Miligi e colleghi15 descrivono il piano della Regione Toscana per la valutazione dell’esposizione a radiazione solare ultravioletta, cancerogeno certo per vari tipi di tumori della pelle, ma ancora sottovalutato nonostante l’elevato numero di lavoratori esposti.16 L’intervento di Umberto Falcone e colleghi descrive l’aggiornamento di una matrice mansione esposizione sui cancerogeni lavorativi.17 Si tratta di uno strumento accessibile via web che può essere utilizzato per definire priorità di intervento oppure come banca dati per ottenere utili informazioni sui cancerogeni in ambito lavorativo. Il problema dei cancerogeni in ambito occupazionale è estremamente attuale: esiste ancora un numero considerevole di lavoratori esposti,16 l’impatto di esposizioni passate ha importanti risvolti anche nel presente18,19 e vi sono situazioni controverse sulle quali il dibattito è ancora aperto.20 In futuro, l’epidemiologia sarà nuovamente chiamata a esprimere il proprio parere su questi argomenti “vecchi”.

BIBLIOGRAFIA

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  2. Gigantesco A, Lega I. Stress lavorativo e salute mentale. Epidemiol Prev 2013;37 (1):67-73.
  3. Campanini P, Conway PM, Neri L, Punzi S, Camerino D, Costa G. Rischio mobbing e assenze lavorative per malattia. Epidemiol Prev 2013;37(1):8-16.
  4. Conway PM, Campanini P, Punzi S et al. Stress lavorativo, disturbi psichici minori e indice di capacità di lavoro negli addetti al call center di un’azienda italiana. Epidemiol Prev 2013;37(1):17-28.
  5. Bena A, Giraudo M. Lavoro temporaneo e salute: un’analisi del rischio infortunistico per durata del contratto di lavoro. Epidemiol Prev 2013;37(1):29-34.
  6. Consonni D, Marinaccio A, Bertazzi PA, Iavicoli S. Salute e lavoro. Infortuni sul lavoro in diminuzione, malattie professionali in crescita. Epidemiol Prev 2011;35(5- 6) Suppl 2:1-136.
  7. Senato della Repubblica - XVI Legislatura. Commissione Parlamentare di Inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro con particolare riguardo alle cosiddette “morti bianche”. Istituita con deliberazione del Senato del 24 giugno 2008. Relatore sen. Oreste Tofani. Approvata dalla Commissione nella seduta del 15 gennaio 2013. Doc. XXII-bis, n.9: 1-205. Disponibile all’indirizzo: http://www.lavoro.gov.it/ Lavoro/SicurezzaLavoro/PrimoPiano/ 20130207_RelazioneCommissione InfortuniLavoro.htm
  8. Stayner L,Welch LS, Lemen R. The worldwide pandemic of asbestos-related diseases. Annu Rev Public Health 2013. [Epub ahead of print]
  9. Park EK, Takahashi K, Hoshuyama T et al. Global magnitude of reported and unreported mesothelioma. Environ Health Perspect 2011;119(4):514-8.
  10. Delgermaa V, Takahashi K, Park E-K, Le GV, Hara T, Sorahan T. Global mesothelioma deaths reported to the World Health Organization between 1994 and 2008. Bull World Health Organ 2011;89 (10):716-24.
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  13. Binazzi A, Scarselli A, Corfiati M et al. Sorveglianza epidemiologica dei mesoteliomi per la prevenzione dell’esposizione ad amianto anche in attività non tradizionalmente coinvolte. Epidemiol Prev 2013; 37(1):35-42.
  14. Chellini E, Martini A, Cacciarini V, Badiali AM; Referenti delle Aziende sanitarie locali toscane. Considerazioni sul sistema di sorveglianza epidemiologica del mesotelioma maligno in Toscana nel 25° anno di attività. Epidemiol Prev 2013;37(1):43-50.
  15. Miligi L, Benvenuti A, Legittimo P et al. Rischio da radiazione solare ultravioletta nei lavoratori outdoor: piano mirato della Regione Toscana. Epidemiol Prev 2013;37 (1):51-9.
  16. Mirabelli D, Kauppinen T. Occupational exposures to carcinogens in Italy: an update of CAREX database. Int J Occup Environ Health 2005;11(1):53-63.
  17. Falcone U, Gilardi L, Santoro S, Orengia M, Marighella M, Coffano E. MATline, una matrice lavorazione-esposizione per la previsione delle esposizioni a cancerogeni in Italia: nuove funzioni e potenziali utilizzi. Epidemiol Prev 2013;37 (1):60-6.
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  19. Hutchings S, Cherrie JW, van Tongeren M, Rushton L. Intervening to reduce the futur burden of occupational cancer in Britain: what could work? Cancer Prev Res 2012; 5(10):1213-22.
  20. Stayner L. Silica and lung cancer: when is enough evidence enough? Epidemiology 2007; 18(1):23-4.
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