Editoriali
18/01/2024

Inquinamento atmosferico: gli studi epidemiologici, le linee guida e la politica

I risultati degli studi epidemiologici condotti in numerosi Paesi europei, compresa l’Italia, potrebbero avere un impatto significativo sulle decisioni politiche comunitarie riguardanti l’ambiente. L’importanza degli studi non è diretta, ma mediata dalle linee guida sull’inquinamento atmosferico dell’Organizzazione mondiale della sanità (WHO AQG, 2021). Nel 2021, tali linee guida hanno esaminato tutti gli studi disponibili e hanno identificato i livelli “guida” per gli inquinanti specifici al di sopra i quali sono stati riscontrati negli studi osservazionali effetti dannosi sulla salute. Successivamente alla pubblicazione delle linee guida dell’OMS, la Commissione Europea ha elaborato una proposta di Direttiva sulla Qualità dell’Aria (AAQD), attualmente in fase legislativa. Questa proposta segue un iter per recepire i risultati delle evidenze scientifiche nella legislazione europea, con l’obiettivo di proteggere la popolazione dagli effetti dannosi dell’inquinamento atmosferico. Tuttavia, è necessario considerare le sfide e gli ostacoli che stanno emergendo in questo processo. 

Who Global Guidelines

Attualmente (dicembre 2023), il Consiglio europeo, il Parlamento e la Commissione sono impegnati in una discussione a tre (trilogo), sulla revisione della direttiva AAQD. Le Linee guida dell’OMS per la qualità dell’aria pubblicate nel 2021 hanno presentato i valori guida annuali per PM2,5 (5 μg/m3) e per NO2 (10 μg/m3) e obiettivi intermedi (che fungono da passi incrementali nella progressiva riduzione dell’inquinamento atmosferico, da utilizzare nelle aree in cui l’inquinamento è elevato). In particolare, il target 4 del PM2,5 prevede concentrazioni annue di 10 μg/m3 e il target 3 dell’NO2. prevede 20 μg/m3 (vedi box sotto). In Europa, la riduzione della mortalità prematura dovuta all’inquinamento atmosferico, raggiungendo questi obiettivi intermedi, sarebbe del 17%, mentre raggiungerebbe il 66% con il pieno allineamento ai "valori guida” OMS, e i benefici economici netti per la Commissione europea ammontano a oltre 38 miliardi di euro, il 5% in più rispetto all’obiettivo intermedio. 

Tuttavia, la Commissione europea nell’ottobre 2022 ha presentato una proposta di direttiva in linea con alcuni target intermedi invece di perseguire un pieno allineamento ai valori guida (vedi box sopra). Nel settembre 2023, il Parlamento europeo ha fatto un passo avanti rispetto alla Commissione e ha votato a favore del pieno allineamento con gli AQG dell’OMS, ma con una clausola: obiettivo intermedio tra il 2030 e il 2034 e pieno allineamento nel 2035. Il Consiglio, nel suo documento adottato nel novembre 2023, ha escluso il pieno allineamento con l’OMS e si è accontentato dell’obiettivo intermedio 3-4. Inoltre, ha proposto una pesante dilazione nei tempi di applicazione delle ambizioni della direttiva AAQD, consentendo deroghe molto lunghe, fino a 10 anni, ovvero un ritardo nel raggiungimento dell’obiettivo intermedio 3-4 fino al 2040. La deroga di 10 anni sarebbe applicabile se il Paese ha un prodotto interno lordo (PIL) inferiore alla media, come nel caso di 16 dei 27 Paesi (molti nell’Europa dell’Est) e per i Paesi che dimostrano, tramite modelli, che non raggiungeranno i valori limite entro il 2030 (Italia tra questi). In questi dieci anni di ritardo non è necessaria alcuna azione e non devono essere adottati piani per la qualità dell’aria. L’assenza di un percorso verso il pieno allineamento con gli AQG dell’OMS e i ritardi nel raggiungimento dell’obiettivo intermedio 3-4 sono fonte di grande preoccupazione per la comunità scientifica e per le associazioni non governative. Ovviamente l’Italia, insieme ad altri Paesi EU, è uno dei paesi fortemente responsabili della richiesta di deroghe a causa del pesante inquinamento della pianura padana.

Da cosa deriva la preoccupazione della comunità scientifica e dei cittadini? I ritardi comportano la perdita di vite umane e danni alla salute; aumentano il divario di disuguaglianza in Europa e rappresentano un onere economico significativo con opportunità mancate di crescita economica. Un’aria più pulita, come indicato nello studio d’impatto della Commissione Europea, non limita, ma supporta la crescita economica. Politiche per l’aria pulita più ambiziose portano a un aumento del prodotto interno lordo. In breve, ritardi e deroghe nell’adottare misure urgenti contro l’inquinamento atmosferico causano danni sia alla salute sia all’economia.

I negoziati tra Consiglio, Commissione e Parlamento dell’UE sono iniziati. Un accordo deve essere raggiunto entro la fine di febbraio 2024 per garantire che possa essere votato da una riunione plenaria del Parlamento europeo prima delle elezioni del giugno 2024. La comunità scientifica e i cittadini chiedono ai politici di porre la salute e la giustizia ambientale al centro delle loro decisioni, seguendo la scienza e ascoltando i cittadini. Si tratta di un’opportunità unica per la salute pubblica, la crescita economica, il miglioramento delle città e della qualità della vita, oltre alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico sulla salute. Ci troviamo in un paradosso: un percorso virtuoso che ha coinvolto molti nel processo legislativo potrebbe condurre a un testo di compromesso che rinuncia a ogni ambizione e risulta dannoso. Come dice Anna Gerometta (Cittadini per l’aria) a pag. 397 di questo fascicolo: che bello sarebbe se ci fosse un po’ di intelligenza nella politica, non solo in Italia, ma anche a Bruxelles.

Conflitti di interesse dichiarati: nessuno.

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