Fumare in auto: serve una legge?
L’esposizione al fumo di tabacco in auto rappresenta una «prova» estrema per i fumatori passivi. Le concentrazioni di inquinanti tossici derivanti dalla combustione del tabacco come polveri sottili, composti organici volatili e monossido di carbonio risultano elevatissime all’interno dell’abitacolo (vedi in questo numero Invernizzi e coll., pagina 35), che comportano livelli di esposizione superiori a quelli che nei soggetti asmatici determinano un’immediata riduzione della funzionalità respiratoria,1 e nei pazienti cardiovascolari aumentano il rischio di ischemia.2 Nemmeno il finestrino aperto evita l'inquinamento da polveri sottili, e non sono disponibili nelle nostre automobili, almeno per ora, sistemi di trattamento dell’aria efficaci.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha posto la prevenzione dal fumo passivo in auto come alta priorità nella sua agenda, soprattutto a salvaguardia della salute del bambino.3 L’abitudine a fumare in macchina è tuttora diffusa, come risulta anche dallo studio sull’osservazione dei veicoli in transito nella Regione Veneto (vedi in questo numero Sbrogiò e coll., pagina 43). Una legge che vieti il fumo in automobile trova pertanto ragioni solide dal punto di vista della salute pubblica.
Ci sono diversi approcci alla questione: in Gran Bretagna il legislatore ha fatto riferimento alla protezione del lavoratore dal fumo passivo secondo la quale i veicoli sono considerati «luoghi di lavoro» e quindi protetti dal fumo passivo sia che ci siano o meno dipendenti o autisti non fumatori. Accanto a questo si considera il fumare alla guida una fonte di distrazione e una causa accertata di incidenti.4
Anche in Italia una associazione di consumatori, il Codacons, già nel 2003 aveva presentato una proposta di legge per proibire il fumo a chi guida come forma di prevenzione di incidenti. In termini simili andava l’emendamento da inserire nel Codice della strada che l’onorevole Stiffoni (Lega Nord) ha proposto lo scorso novembre in una commissione parlamentare (http://www.quattroruote.it/news/articolo.cfm?codice=216180). L’emendamento pareva contare su un forte consenso trasversale agli schieramenti, ma il testo licenziato il 6 maggio 2010 dall’aula del Senato purtroppo non ha recepito la modifica dell’articolo 173 del Codice della strada che avrebbe vietato il fumo in auto. Il testo torna ora alla Camera in terza lettura. Il razionale della proposta si basava soprattutto sui dati di pericolosità del fumo alla guida, che comporta un notevole rischio per l’attenzione del guidatore a causa della distrazione che l’atto di fumare comporta (accendere la sigaretta, portarla alla bocca, riporla nel posacenere).5 Una misura basata su queste considerazioni è stata realizzata nella piccola Repubblica di San Marino, dove il divieto di fumare per chi guida è in vigore dal 2008 (http://www. lastampa.it/redazione/cmsSezioni/societa/200807articoli/ 34415girata.asp#). Gli incidenti stradali si possono ridurre, soprattutto se si eliminano i fattori di distrazione al volante. E' in quest’ottica che a Mosca, dove si è recentemente tenuto il Summit mondiale sulla sicurezza stradale (19-20 novembre 2009), si è di-battuta l’eventualità di introdurre il divieto di fumare e telefonare (con o senza dispositivi «vivavoce») per chi conduce un autoveicolo (http://www.who.int/roadsafety/ministerial_ conference/en/index.html). In particolare, il presidente del-l’ACI e vice presidente FIA, Enrico Gelpi, ha esaminato l’efficacia del divieto di fumo e di uso del telefono al volante con il Segretario di stato ai trasporti degli Stati Uniti, Ray Lahood: secondo autorevoli studi internazionali, il fumo è infatti una delle cause più frequenti di distrazione per chi guida, insieme all’uso del cellulare, al fissare lo sguardo al di fuori del percorso stradale e all’atto di mangiare e bere durante la guida (http://www.fmcsa.dot.gov/ about/outreach/education/ driverTips/Driver-Distraction-all.htm). Già a metà ottobre l’Automobile club d’Italia aveva sottoposto quest’analisi al Parlamento durante un'audizione e adesso anche molti altri stati nel mondo sembrano condividere l’idea. Oltre a Lahood, hanno sottolineato l’importanza di adottare simili provvedimenti anche il Ministro dei trasporti britannico, Lord Andrew Adonis, e il Segretario di stato messicano ai Trasporti, Juan Francisco Molinar Horcasitas, il cui impegno contro la distrazione al volante ha permesso al Messico di registrare i migliori risultati tra i Paesi sudamericani nella riduzione dell’incidentalità stradale. Ma accanto a questo approccio, centrato sulla pericolosità del gesto, esiste il problema della tutela dal fumo passivo dei cittadini, e soprattutto dei bambini, come dimostrato dai due studi pubblicati in questo numero di Epidemiologia e Prevenzione e in precedenti studi.6
Il fumo è una delle cause più frequenti di distrazione per chi guida, insieme all’uso del cellulare, al fissare lo sguardo al di fuori del percorso stradale e all’atto di mangiare e bere durante la guida.
Ma accanto a questo approccio, centrato sulla pericolosità del gesto, esiste il problema della tutela dal fumo passivo dei cittadini, e soprattutto dei bambini.
Diversi stati hanno proibito il fumo in auto in presenza di minori di 16 anni (http://www.ashaust.org.au/ lv4/Cars KidsWorldRoundup10.doc).
In questa direzione va anche il documento del Royal College of Physicians dello scorso marzo in cui si dimostra il forte impatto del fumo passivo sulla salute dei bambini con dati impressionanti sulla morbi-mortalità direttamente legata al fumo passivo. A questo proposito il Royal College chiede che venga proibito il fumo in macchina e in tutti gli autoveicoli, visto che un bando parziale sarebbe poco efficace. Le raccomandazioni comprendono i luoghi all’aperto frequentati dai bambini, come i parchi e le spiagge e, per proteggere i giovani, chiedono che si proibisca il fumo anche durante i concerti, negli stadi e in tutte le arene sportive (http://www.rcplondon.ac.uk/ professional-Issues/Public-Health/Documents/Preface-topassive-smoking-and-children-March-2010.pdf).
Parzialmente in questo senso sembra andare il disegno di legge bipartisan sul fumo presentato dai senatori Marino e Tomassini (PD) lo corso mese di febbraio che, tra l’altro, allarga gli spazi smoke free ai cortili e agli spazi esterni di scuole e ospedali e a cui l’onorevole Bellisario (IDV) con un emendamento ha aggiunto il divieto di fumo per chi guida. Per concludere, l’approvazione di questa legge non sarà facile, motivo per cui sottolineare gli aspetti di tutela della salute che una normativa simile comporterebbe, deve favorire una scelta di campo virtuosa da parte anche dei parlamentari più scettici. Il sopracitato documento del Royal College of Physicians rappresenta un modello per richiamare il dovere di medici e infermieri di intervenire nel dibattito con proposte chiare per la salute dei cittadini, non importa quanto dirompenti in termini politici.
Come persone impegnate nella prevenzione dei danni da fumo crediamo quindi che sia doveroso agire e invitiamo colleghi e lettori a richiedere ancora una volta norme precise di protezione dal fumo passivo per tutti i cittadini.
Bibliografia
- Mc Creanor J, et al. Respiratory effects of exposure to diesel traffic in persons with asthma. New Eng J Med 2007; 357; 23: 2348-58.
- Mills NL, et al. Ischemic and thrombotic effects of dilute dieselexhaust inhalation in men with coronary heart disease. N Engl J Med 2007; 357: 1075-82.
- Pierce JD, et al. The Effectiveness of smoke-free policies – An IARC review of actions to reduce exposure to carcinogens in secondhand smoke. Lancet Oncology 2008; 9: 614-15.
- Wen CP, et al.: Excess injury mortality among smokers: a neglected tobacco hazard. Tob Control 2005; 14: 28-32.
- Mangiaracina G, Palumbo L. Smoking while driving and its consequences on road safety. Ann Ig 2007; 19: 253-67.
- Sly PD, et al. Exposure to environmental tobacco smoke in cars increases the risk of persistent wheeze in adolescents. Med J Aust 2007; 186: 322.