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11/07/2022

Perché i contagi Covid vanno a ondate?

Quando da bambino ho visto per la prima volta il mare oltre alla sua vastità mi hanno subito emozionato le onde che chiamavamo "cavalloni" e che ci piaceva cavalcare; avevano qualcosa di misterioso, come se fosse proprio Nettuno a regalarcele per farci divertire. Il mistero è cresciuto quando mi hanno parlato di onde radio, di onde sonore e adesso pure di onde gravitazionali, che a dire il vero non ci ho capito ancora molto!

Ma adesso le onde si sono impadronite anche dell'epidemia ed invece di emozionarmi mi preoccupano perché, come un tempo, hanno anche loro un che di misterioso ed è per questo che credo valga la pena di riflettere sul perché ci sono e come si formano.

Come ormai facciamo tutti per affrontare un nuovo quesito, ho cercato su internet se l'argomento venisse trattato e ho trovato diversi riferimenti:

Sono solo alcune delle opinioni e purtroppo conosco poco la letteratura scientifica in argomento e anzi spero che qualche lettore possa segnalarcela; cito però almeno questi articoli di libero accesso:

Ciò che mi sembra evidente è che, perché si crea un'onda, ci devono essere due elementi, uno che la fa crescere ed uno che la fa diminuire, e probabilmente entrambi coesistenti ma con prevalenze alternanti: se ci fosse solo il primo la pandemia diverrebbe totalizzante e se ci fosse solo il secondo sparirebbe.

L'elemento principale crescente di una ondata epidemica è sicuramente la contagiosità dell'agente infettivo che gli infettivologi misurano con l'indice R0, cioè con il numero di contagi in grado di creare un soggetto portatore in una situazione dove non esistono barriere protettive. Però accanto alla contagiosità devono coesistere almeno altre due condizioni: la suscettibilità dei soggetti, cioè la loro vulnerabilità al contagio, e le condizioni perché la trasmissione possa avvenire.

La suscettibilità può essere ridotta da alcuni possibili stati di immunità, vuoi naturale, vuoi acquisita per pregresso contagio, vuoi per vaccinazione.  Le modalità di trasmissione invece possono variare anche di molto a seconda delle "capacità" dell'agente infettivo: trasmissione alimentare, epidermica, sessuale, respiratoria, ecc. e queste modalità possono essere aiutate o ostacolate. Nel caso di una trasmissione per via respiratoria la vicinanza tra le persone e la mancanza di aerazione degli ambienti chiusi sono i due principali fattori favorenti.

Gli elementi invece che possono contrastare la crescita dei contagi sono la diminuita contagiosità, la minor suscettibilità, i minori assembramenti o le maggiori precauzioni nei contatti come l'uso di mascherine, meglio se FFP2 e correttamente indossate.

A tutt'oggi vengono solitamente individuate cinque ondate nella pandemia Covid in Italia:

 

La prima nella primavera 2020, la seconda nell'autunno 2020, la terza nell'inverno 2020/2021 la quarta nell'autunno 2021-inverno 2022 e la quinta, ancora in corso, dell'estate 2022.

Le ondate si sono presentate però nelle Regioni non sempre sincronicamente, ad esempio se si esamina quella che è stata la più imponente, questa è iniziata e terminata in diverse Regioni anche con due settimane di diversità: ad esempio il loro massimo lo si è raggiunto in Lombardia il 6 , in Campania l'11, in Puglia il 16 ed in Friuli V.G. il 20 dicembre 2021.

 

Non vi è certezza che i tempi diversi siano solo dovuti ai percorsi di espansione di una nuova variante più contagiosa (in questo caso si parlava della Delta), infatti sembra strano che sia passata dalla Lombardia alla Campania ed alla Puglia per ritornare al Friuli; è forse più probabile che siano anche altre le ragioni e queste siano più legate ai diversi comportamenti della popolazione, talvolta pure indotti dalle differenti normative regionali di contenimento dei contagi.

Si potrebbero ipotizzare l'esistenza di diversi cluster di popolazioni suscettibili con confini relativamente chiusi. Quando il contagio li raggiunge si sviluppano internamente e solo marginalmente si espandono all'esterno ed invece si riducono quando la suscettibilità interna diminuisce. Il confine di questi cluster potrebbe essere geografico ma anche normativo, cioè costituito dall'osservanza a regole imposte, o definito da condizioni di vita simili come ad esempio dagli studenti. Solo poi, in momenti successivi, il contagio da loro esce all'esterno allora nuovamente si sviluppa in altri cluster. L'esaurimento della suscettibilità interna e la diminuzione della capacità di fare uscire il contagio dal cluster porterebbero alla diminuzione dell'espansione epidemica sino alla sua eventuale estinzione.

La dinamica dell'attuale ondata è la seguente:

L'incidenza da inizio giugno va costantemente aumentando e tutt'ora aumenta, ma il 19 giugno l'aumento è diminuito di intensità e la differenza tra i successivi RDt è sempre diminuita sino a diventare appunto il 19 giugno negativa.

Se l'aumento dell'incidenza fosse riferito alla riduzione delle misure di contenimento di fine maggio, dovremmo chiederci cosa sia invece successo il 19 giugno o per lo meno una settimana prima che è la latenza tra contagio e diagnosi di positività. Si potrebbe ipotizzare un blocco di alcuni cluster, ad esempio dei cluster scolastici, che potrebbero essersi estinti con il loro scioglimento data la fine dell'anno scolastico.

È difficile dare una spiegazione attendibile ed esaustiva senza aver le informazioni necessarie per capire chi sono i soggetti che si sono contagiati e quali possono essere state le dinamiche del loro contagio. Ma se è sicuramente interessante riuscire a capire perchè nasce una nuova ondata, al di là della facile attribuzione alla maggior contagiosità di una nuova variante, lo sarebbe ancor di più il riuscire a capire perchè si smorza e finisce una ondata. Se  lo sapessimo potremmo infatti potenziare i fattori che sono stati tra le cause della crescita.

 

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