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26/11/2021

E ora, che potrebbe succedere ...

La situazione odierna

L'epidemia da Covid-19 in Italia ha ripreso a crescere già da metà ottobre e questi sono gli andamenti attuali a partire dal 15 ottobre e sino al 24 novembre:

Il modello che potrebbe interpolare questi valori è un modello esponenziale che prevede la crescita moltiplicativa per una stessa ragione e che può essere applicato mediante una regressione logaritmica.

L'indice di replicazione

Per analizzare la crescita dei contagi si è spesso utilizzato l'indice di replicazione diagnostica RDt che viene calcolato come rapporto tra le frequenze di un determinato periodo e quelle di un periodo precedente di ugual durata, solitamente pari ad una settimana; periodo che corrisponde tra l'altro alla componente ciclica settimanale dovuta alla variabilità dell'attività diagnostica e certificativa.

Si osservi che se un andamento è moltiplicativo l'indice RDt è costante e se calcolato sull'unità temporale risulta pari alla ragione moltiplicativa dell'andamento stesso.  Se ad esempio 1000 casi crescessero ogni giorno del 5% avremmo la crescita come descritto in tabella e calcolando una regressione logaritmica avremmo come slope esattamente 1,05 che alla settima potenza dà esattamente il valore stesso dell'RDt calcolato su sette giorni.

Naturalmente ciò accade se l'andamento è esattamente moltiplicativo senza variabilità casuale mentre nella realtà l'andamento accelera o decelera seppur anche solo momentaneamente.

Le media dei tre indici in questo periodo risulta essere per i contagi di 1,276, per gli accessi in terapia intensiva di 1,178 e per i decessi di 1,097 e ciò significa che sono maggiormente aumentati i contagi rispetto ai loro esiti più severi. Si evidenzia anche un andamento bimodale di difficile interpretazione.

I modelli regressivi

Ipotizzando che le variazioni di sviluppo seguano un andamento esponenziale a crescita stabile sono state calcolate le regressioni delle frequenze osservate e, come atteso, le relative potenze settime delle slope non si discostano molto dalle medie degli indici di replicazione a sette giorni calcolati sullo stesso periodo.

Qui di seguito sono presentati per i nuovi contagi, i nuovi accessi nelle terapie intensive ed i nuovi decessi, i dati notificati e i modelli di regressione logaritmica. Ci si è poi aggiunta la proiezione dei modelli stessi sino a fine anno, proiezione che auspichiamo non si verifichi perché corrisponderebbe a più di 40.000 contagi giornalieri, a quasi 140 accessi e 140 decessi sempre giornalieri.

Proiezioni da disinnescare ...

Queste proiezioni, non sono previsioni, e si spera possano servire per far sì che non si verifichino! Se giorno dopo giorno gli indici di replicazione rimanessero sui valori attuali allora ahimè le proiezioni purtroppo potrebbero sì avverersi! Perché non si verifichino occorre innanzitutto che diminuisca il numero dei non vaccinati che sono quelli a maggior rischio di manifestare esiti severi e se ciò non sarà possibile per una loro reiterata resistenza si dovrà fare in modo che diminuisca almeno la loro probabilità di contagiarsi e ciò può realizzarsi solo con delle misure di contenimento, generali o selettive, che riducano i loro contatti. L'introduzione del "super green pass" potrebbe avere una buona efficacia in tal senso, soprattutto in contesti ad alto rischio; nessuno però credo si illuda che da solo possa risolvere la situazione, ma certamente potrà efficacemente ridurre contatti e contribuire perciò a risolvere!

Per cercare comunque di evitare, in generale, la ulteriore crescita dei contagi, ci si deve preoccupare innanzitutto di aumentare il livello di protezione dei già vaccinati che oggi sono la maggioranza numerica dei positivi. Una riduzione certamente potrà avvenire con l'inoculazione delle terze dosi capaci di riportare l'efficacia delle vaccinazioni a percentuali elevate. Ma poi comunque si dovrà insistere nell'avvisare i vaccinati che anche per loro permane il rischio di contagio seppur ridotto e quindi devono mantenere tutte le misure di precauzione, di cui tante volte si è detto, e dovranno evitare di considerarsi come incontagiabili.

Se è pur vero che per un soggetto vaccinato in buona salute, magari anche con il richiamo, l'eventuale infezione potrebbe limitarsi ad un brutto raffreddore, ci si deve però rendere conto che ogni contagiato fa aumentare la probabilità di nuovi contagi e questi, se dovessero riguardare dei soggetti non vaccinati, potranno produrre anche degli esiti peggiori per loro e per la sostenibilità del servizio sanitario.

Usiamo quindi tutti i mezzi, personali e collettivi, per ridurre i contagi che sono la "benzina" dello sviluppo epidemico, perché l'epidemia potrà finire solo se termineranno tutti i suscettibili o se termineranno tutti i contagiati, e non prima! anche se è bene ricordarlo, per non disperarsi, che una futura riduzione importante sia di contagiati che di suscettibili potrà praticamente rendere molto improbabili i nuovi contagi e così avviare alla fine dell'epidemia.

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