Covid: prime settimane del 2021 e del 2022
La memoria dei fatti del passato è spesso molto breve e talvolta modifichiamo il ricordo per rendere il presente più accettabile. Nella mente di molti di noi l'epidemia dei primi mesi del 2021 è ricordata come molto più grave di quella che vediamo oggi da Capodanno in poi, ma non è così. Può essere che la forte riduzione dei casi che si è vista dall'inizio dell'anno faccia ridimensionare le frequenze di questi ultimi giorni che non sono assolutamente inferiori a quelle dell'anno passato.
Trend dei contagi
Tutti i confronti che seguono riportano i rapporti tra i valori delle medie mobili giornaliere rispetto alle medie di tutto il periodo dal 1° gennaio 2021 al 15 marzo 2022 che è stata di 25.392 contagi al giorno.
Da fine 2021, e ancor più a metà gennaio 2022, i contagi osservati sono stati enormemente di più rispetto a quelli dell'intero periodo. Considerando le medie mobili settimanali, la minima è stata di 728 casi e la massima di ben 177.514. Anche nel momento di minimo del 2022 i contagi erano di più di qualsiasi giorno del 2021.
Trend dei tamponi
Sicuramente uno dei fattori che ha permesso di diagnosticare più contagi è stato l'aumento dell'attività diagnostica che ha avuto, un anno fa, uno sviluppo impensabile, stimolata anche dalla necessità di poter disporre, per i non vaccinati, di un certificato di negatività necessario per ottenere il green pass.
Il trend dei tamponi risulta simile al trend dei contagi ma se è sicuramente vero che più tamponi vengono eseguiti e più soggetti positivi vengono individuati soprattutto tra gli asintomatici, è anche vero che quando i contagi crescono più persone richiedono di eseguire un. tampone. Nei primi giorni di marzo 2022 il numero di tamponi, comunque, non è stato molto differente da quello dello0 stesso periodo del 2021. La maggior media giornaliera settimanale è stata di 1.100.837 tamponi eseguiti e la minore di 117.626.
Come si può vedere la percentuale di tamponi positivi è sicuramente cresciuta durante le varie ondate di contagi ma il suo trend non riproduce del tutto né il trend dei tamponi eseguiti né quello dei contagi.
Trend dei Ricoveri in area medica
L'esame dell'andamento dei ricoveri in area medica può essere valutato solo rispetto alle prevalenze, cioè all'occupazione giornaliera di posti letto, in quanto non sono resi disponibili i dati delle ammissioni giornaliere.
Il trend dei ricoveri in area medica evidenzia l'effetto positivo della campagna vaccinale. I ricoveri aumentano naturalmente contemporaneamente al numero di contagiati, La maggior media giornaliera settimanale è stata di 28.936 e la minore di 1.115. A fine gennaio la prevalenza di ricoverati del 2022 era uguale a quella del 2021, poi adesso è diminuita mentre ora sta nuovamente aumentando seppur lentamente.
Se si considera la percentuale della prevalenza di positivi ricoverati in ospedale sia in area medica che in terapia intensiva si osserva un trend in decrescita che ha raggiunto i minimi proprio tra gennaio e marzo 2022. il massimo è stato di 5,9% ed il minimo di 0,8%.
Trend dei ricoveri in terapia intensiva
I trend relativi alla incidenza ed alla prevalenza dei ricoveri in terapia intensiva sono tra di loro molto simili ed assomigliano molto anche a quello della prevalenza dei ricoveri in area medica.
Si differenziano però se si esaminano i dati del 2022 rispetto a quelli del 2021. Il numero di accessi nel mese di gennaio era simile nei due anni mentre l’occupazione di posti letto si differenziava parecchio. Nell'intero periodo l'occupazione massima è stata di 3.713 ricoverati e la minima di 157, mentre per gli accessi il massimo medio giornaliero settimanale è stato di 270 e il minimo di 5.
Uno su dieci ricoveri dovuti al Covid è stato quindi mediamente in terapia intensiva ma questa percentuale, fortunatamente, è diminuita ed è arrivata quasi a dimezzarsi nei primi mesi del 2022; ha raggiunto il valore del 14.1% ed ora è scesa al 5,9%. E' interessante notare che la percentuale di ricoveri in terapia intensiva aumenta proprio quando il totale dei ricoveri diminuisce e questo probabilmente è dovuto alla durata della degenza molto più lunga se in terapia intensiva. La diminuzione attuale si può forse attribuire da una parte alle vaccinazioni e dall'altra alla minor età media dei contagiati.
Mortalità e letalità
L'ultimo elemento che qui si analizzia è quello relativo ai decessi attribuiti al Covid. E' probabile che non tutti i ricoverei siano effettivamente stati causati dal virus, ma i ricoveri dei soggetti positivi morti per altre cause si stima siano probabilmente solo una parte minore e forse compensata da altri decessi non riconosciuti come causati dal virus.
Anche i decessi, naturalmente, hanno riprodotto l'andamento dell'epidemia ma tra l'inizio 2021 e l'inizio 2022 le differenze sono state inferiori rispetto a quelle tra i ricoveri e soprattutto tra le diagnosi di contagio. Il numero massimo delle medie giornaliere settimanali di deceduti è stato di 508 ed il minimo di 11. Durante il mese di febbraio il numero di decessi è stato nel 2022 simile a quello del 2021. Se l'incidenza dei contagi è stata molto più elevata nel 2022 la mortalità può considerarsi non molto diversa, mentre se si ragiona in termini di letalità si vede come il rischio di decesso per chi si è contagiato nelle ultime settimane è molto diminuito.
Per stimare la letalità si deve riportare il numero dei decessi al numero dei contagiati di tanti giorni prima quanti sono quelli medi tra diagnosi e decesso. Purtroppo questo periodo non è sempre rimasto costante e quindi qui di seguito presentiamo quattro diverse stime utilizzando un anticipo dei dati delle diagnosi da una a quattro settimane. La letalità è il numero di decessi osservato ogni 1.000 contagiati.
A parte la differenza che si ottiene cambiando il possibile numero di contagiati si osserva comunque che all'inizio del 2021 la letalità si attestava attorno al 30 per 1000 contagiati mentre da febbraio è all'incirca attorno al 2 per 1000, cioè è diminuita di ben 15 volte! E questa è la vera conquista ottenuta con i vaccini. Può anche essere che la letalità in realtà sia diminuita anche perché sono stati diagnosticati molti più positivi asintomatici di quanto si poteva fare un anno fa, ma comunque la diminuzione è tale che non può certo dipendere solo da questo.
Quindi che si può dire dell'epidemia oggi
L'epidemia ha avuto fasi molto differenti come i grafici relativi al 2021 e 2022 qui evidenziano. Le due diversità più evidenti sono la crescita molto importante delle diagnosi di positività attorno a fine 2021 e la importante diminuzione della letalità, continua in tutto il periodo considerato.
Si osservi però che anche se la letalità oggi è al 2 per 1000, se i contagi aumentano, come stanno aumentando il numero dei decessi diventa considerevole: 100 su 50.000 contagi e 200 su 100.000!
è allora importante non abbassare la guardia e non favorire la circolazione del virus. Si tenga anche presente che oltre al problema della quota di popolazione che rimane in isolamento, obbligatorio o anche solo volontario, vi è quello delle non ancora chiare conseguenze del Covid, il così detto long Covid.
Ci si chieda allora il perché in Italia, in tutte le Regioni e anche in molti paesi esteri il virus ha ripreso a circolare con forza. C'è chi parla ancora una volta di una nuova variante, ma la contemporaneità delle crescite porta a dubitare che questa potrebbe essere la ragione principale della nuova crescita. Ed allora forse è meglio riflettere se la riduzione delle misure di contenimento e il diffondersi di una sbagliata sensazione che tutto stesse finendo non ne siano state le ragioni principali. Non si dimentichi però di considerare la possibilità che l'immunizzazione da vaccini è diminuita in parte della popolazione col passare delle settimane ed anche il fatto che molti dei contagi riguardano oggi i giovani che sono la fascia di popolazione meno vaccinata.
Quindi è giusto che si debba imparare a "convivere con il virus" ma ciò non significa che si debba far finta che il virus non ci sia più! Dobbiamo continuare a rinunciare alle situazioni a rischio di poca importanza, vuoi sociale od economica, ed invece dobbiamo imparare a far tutto quello che eravamo abituati a fare ma mantenendo le precauzioni necessarie in modo da evitare che per salvare la vita sociale e l'economia mettiamo a rischio la salute.