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08/03/2022

Contagi Covid: sarà mica un'altra ondata?

L'attenzione di tutti noi è in queste giornate orientata verso la tragedia della guerra in Ucraina e tutti i media giustamente non fanno che parlar di questo. Il problema della pandemia è sparito ma non perché sia sparita la pandemia! e forse è opportuno qui richiamare gli ultimi eventi di "normalizzazione", ed in particolare la circolare del 4/2/22 DGPRE che riduce la durata della quarantena, l'ordinanza dell'8/2/22 che toglie l'obbligo di mascherina all'aperto, la riapertura delle discoteche, il dimezzamento della durata della dad, la didattica a distanza nelle scuole.

Il 23 febbraio 2022 Il presidente Mario Draghi affermava: "Il nostro obiettivo è riaprire del tutto, al più presto".  "Voglio annunciare che è intenzione del Governo non prorogare lo stato d'emergenza oltre il 31 marzo."  "Il Governo è consapevole del fatto che la solidità della ripresa dipende prima di tutto dalla capacità di superare le emergenze del momento. La situazione epidemiologica è in forte miglioramento, grazie al successo della campagna vaccinale, e ci offre margini per rimuovere le restrizioni residue alla vita di cittadini e imprese". "Dal 31 marzo non sarà più in vigore il sistema delle zone colorate. Le scuole resteranno sempre aperte per tutti: saranno infatti eliminate le quarantene da contatto. Cesserà ovunque l'obbligo delle mascherine all'aperto, e quello delle mascherine FFP2 in classe".

Nei successivi 11 giorni, cioè dal giovedì 24 febbraio a domenica 6 marzo, sono stati notificati 2.123 nuovi decessi Covid, cioè 193 al giorno, 411.777 nuove diagnosi di positività, cioè 37.434 al giorno, e 516 nuovi ricoveri in Terapia intensiva, cioè 47 al giorno! Non definirei una situazione "in forte miglioramento" se non confrontandola con quella di inizio gennaio!

Ma vediamo come si sono succedute le frequenze giornaliere dei contagi nelle ultime tre settimane:

Le settimane dal 14 al 20 febbraio e dal 21 al 27 febbraio hanno avuto un andamento simile e con una evidente riduzione tra le due, mentre la settimana successiva iniziata nello stesso modo non ha poi più evidenziato una riduzione. L'RDt è in preoccupante crescita: il 12 febbraio era sceso a 0,67 ed invece il 6 marzo è salito a 0,88 e in alcune Regioni ha già superato la soglia uno, cioè i contagi sono in crescita.

È sicuramente ancora del tutto presto per ritenere che si sia nuovamente all'inizio di una nuova ondata, ma altrettanto sicuramente non si può dire che si sia di fronte ad una evidente forte miglioramento. E non lo si può dire neppure esaminando la stima della letalità e della necessità di accedere alla terapia intensiva.

La letalità stimata come rapporto tra la somma dei decessi dell'ultima settimana e la somma dei contagi di tre settimane prima risulta in aumento. Il rapporto invece della somma settimanale degli accessi in terapia intensiva con la somma dei contagi di una settimana di 10  giorni precedente risulta in crescita sino al 24 febbraio per poi diminuire ma accennare nuovamente ad una crescita.

Non si può neppure attribuire come causa l'andamento dei tamponi diagnostici che risultano infatti in continua diminuzione e quindi semmai potrebbero essere un fattore di sottovalutazione dei contagi:

Ed anche la quota dei tamponi molecolari sul totale dei tamponi è rimasta presso che costante.

Cosa concludere? non si può sicuramente ancora affermare che ci traviamo di fronte ad una nuova ondata epidemica; potrebbe essere un aumento temporaneo che presto si normalizzerà.  Però quando si manifestano questi segnali sarebbe opportuno attivare tutte le precauzioni necessarie che in questo caso dovrebbero innanzitutto consistere nel non illudersi che ci troviamo di fronte ad un perdurante forte miglioramento.

Come altre volte si è detto, dovremmo capire perché l'epidemia da inizio gennaio è cosi decisamente decresciuta; se non capiamo bene perché decresce faremo sempre ancor più fatica a capire perché cresce e magari ancora una volta incolperemo il virus di esser più buono o più cattivo mentre magari lui rimane sempre, o quasi, lo stesso, almeno come sua reale capacità di contagiare.

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