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19/08/2024

Dopo Covid: più disuguaglianze nei decessi?

Il principe Antonio de Curtis, meglio noto come Totò, nella sua più famosa poesia (“A livella”) ci ha lanciato il messaggio che di fronte alla morte siamo tutti uguali, ricchi (come il Marchese di Rovigo e di Belluno) e poveri (il netturbino Don Gennaro). Quando Totò (siamo nel 1953) scrisse la celebre poesia, però, ancora non erano note molte delle analisi che sono state successivamente pubblicate sul tema delle disuguaglianze di mortalità, e se oggi si accingesse a scrivere lo stesso componimento di sicuro aggiungerebbe qualche salace battuta sul fatto che se da una parte la morte ci livella, dall’altra la morte colpisce in maniera del tutto diseguale.

Moltissime segnalazioni sono ormai disponibili, anche per il nostro Paese, ad indicare che la mortalità colpisce in maniera diseguale persone con diverso livello di istruzione (scolarità). Tra i dati più recenti, il rapporto del 2023 del Bes (Benessere Equo e Sostenibile) ha presentato delle misure di mortalità in funzione del titolo di studio preso come descrittore delle disuguaglianze socio-economiche.

In tabella 1 sono presentati, per l’anno 2020 (ultimo disponibile), i tassi standardizzati di mortalità evitabile 30-74 anni (trattabile, prevenibile), di mortalità per tumori (30-64 anni) e per demenze e malattie del sistema nervoso (>65 anni), suddivisi per genere e titolo di studio.

Dati più completi sono poi disponibili presso ISTAT, dove oltre ai dati (scaricabili) del 2020 sono presenti anche quelli del 2019, il che offre non solo l’opportunità di valutare l’effetto delle disuguaglianze scolastiche sulla mortalità ma anche l’effetto che ha avuto il primo anno di pandemia da Sars-CoV-2 sull’andamento della mortalità nelle diverse classi di scolarità.

La tabella 2 sintetizza, per un gruppo selezionato delle maggiori cause di morte, i tassi standardizzati per età (riferimento la popolazione europea) di mortalità (per 10.000 residenti di età di 30 anni e più) per sesso e titolo di studio per gli anni 2019 e 2020, a cui è stato aggiunto (come proxy della intensità delle disuguaglianze) il rapporto tra i tassi nella classe più svantaggiata (nessun titolo di studio o licenza elementare) rispetto a quella più favorita (laurea o titolo di studio superiore).

In entrambi gli anni, 2019 e 2020, ed in entrambi i sessi, per tutti i grandi gruppi di cause di morte è evidente lo svantaggio di mortalità che si osserva nel passare dalla classe di scolarità maggiore a quella di scolarità minore: quello che cambia è solo il livello (l’intensità) delle disuguaglianze, che ad esempio per la mortalità totale nei maschi è maggiore che nelle femmine (+51% vs 39% nel 2020; +45% vs +33% nel 2019), nel 2020 è maggiore che nel 2019 (+51% vs +45% nei maschi; +39% vs +33% nelle femmine). Analoghe considerazioni si possono fare per ciascuna causa di morte, per quelle dove l’intensità della disuguaglianza è maggiore (malattie dell’apparato digerente nei maschi, malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche nelle femmine) ovvero in quelle dove le disuguaglianze sono minori (cause esterne e tumori in entrambi i sessi). Il riscontro di disuguaglianze tra livelli di scolarità già nel 2019 ci avverte innanzitutto che le disuguaglianze osservate nel 2020 non sono tutte da attribuire alla pandemia perché presenti prima della comparsa del virus Sars-CoV-2.

L’effetto del primo anno della pandemia si è manifestato in diversi modi. Innanzitutto, ha aumentato la mortalità totale sia nei maschi che nelle femmine in tutte le classi di scolarità. In secondo luogo, sempre per la mortalità totale ha aumentato l’ampiezza delle disuguaglianze, sia nei maschi (+51% vs +45%) che nelle femmine (+39% vs +33%). In terzo luogo, ha causato decessi per Covid-19, più nelle classi di scolarità dei maschi che in quelle delle femmine, ma con disuguaglianze più forti tra le donne (+66%) che tra gli uomini (+42%). In quarto luogo per diverse patologie ha aumentato la mortalità in tutte le classi di scolarità (maschi: malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche, malattie del sistema circolatorio, malattie dell’apparato respiratorio, cause esterne; femmine: malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche, malattie del sistema circolatorio), per le altre patologie invece le varie classi di istruzione hanno registrato per la stessa patologia aumenti in qualche classe e diminuzioni in altre. Da ultimo, in tutte le patologie (ad esclusione di malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche) nei maschi le disuguaglianze si sono intensificate; lo stesso si osserva per le femmine ad esclusione di malattie infettive e parassitarie e tumori.

Nei dati messi a disposizione da ISTAT non sono presenti indicatori di variabilità dei tassi standardizzati e pertanto occorre adottare prudenza nella interpretazione delle differenze osservate, anche se la coerenza dei risultati e la forza delle disuguaglianze indicherebbero che non si è di fronte a fenomeni casuali od occasionali: l’accentuarsi delle disuguaglianze di mortalità tra livelli di istruzione nel primo periodo pandemico (2020) rispetto al 2019 suggerisce inoltre di continuare l’osservazione anche negli anni successivi (2021 e oltre) per verificare se si è trattato di un fenomeno transitorio, per quanto rilevante, e imputabile al virus, o se invece, anche con la eventuale partecipazione della pandemia, si stanno ampliando le disuguaglianze di mortalità tra le classi con diverso livello di scolarità oltre che tra diverse Regioni di residenza.

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