Influenzati? Quanti e per quali virus?
Con l’inverno, il freddo, l’umidità e la nebbia, arrivano come sempre anche molti problemi respiratori che chiamiamo in diversi modi: raffreddori, infreddature, influenzette, grippe eccetera, che spesso ci portano a dire «Mannaggia, mi sono presa l’influenza!».
In realtà, si tratta perlopiù di infezioni di una serie di virus e non tutti questi sono parenti tra di loro. Difficile spesso distinguerli, a meno di fare un esame virologico o di utilizzare dei test con tampone disponibili non solo in farmacia e che ci dicono se ci ha infettato il virus del Covid o dell’Influenza. Diciamo subito che, mentre l’influenza ha un andamento tipicamente stagionale, il virus SARS-CoV-2 del Covid circola – ahimè – in tutte le stagioni.
A livello di prevenzione, perlomeno due sarebbero le precauzioni da adottare: la prima è quella di evitare di andare in giro per chi ha sintomi influenzali, dato che il contagio è prevalentemente interpersonale: chi lo fa, magari per questioni scolastiche o lavorative, non è un eroe, ma un “ladro” della salute altrui. E, se proprio non può farne a meno, protegga almeno un po' gli altri indossando una buona mascherina.
La seconda è quella di aerare, possibilmente spesso, gli ambienti molto frequentati come scuole, uffici, mezzi di trasporto. Meglio un po’ di fresco, non eccessivo, che un’atmosfera piena di virus svolazzanti! Infine, non scordiamo comunque la precauzione del vaccino: non sempre fa evitare l’infezione, ma quasi sempre evita conseguenze gravi, soprattutto per le persone con maggiori fragilità.
Ma qual e la probabilità di incrociare un influenzato? Se adesso, a metà novembre, la prevalenza di ARI (Acute Respiratory Infections) è dell’1%, più avanti, in gennaio o febbraio, può raggiungere anche il 10%, e non tutti chiaramente sintomatici, ma comunque infettivi.
Ma qual è la fonte che ci dice quanto stanno circolando i virus? La fonte è l’ISS, con un programma che si chiama RespVirNet. Questo programma si basa su tre attività: la prima è la raccolta di segnalazioni di ARI da parte di un campione di più di un migliaio di MMG nei loro pazienti, cioè in circa due milioni di abitanti; la seconda è la raccolta di campioni di soggetti malati per l’analisi virologica che permettono di identificare gli agenti infettivi; la terza è la raccolta di dati ospedalieri sui test effettuati al momento del ricovero.
Queste sono le incidenze di ARI dal 2018 tra gli assistiti dei medici sentinella che partecipano al programma:
La rilevazione della ARI inizia quest'anno dalla settimana 42 (13-19 ottobre 2025) e durerà sino alla settimana 17 del 2026 (fine aprile-inizio maggio). Si osserva che l'incidenza nella 42a settimana del 2025 è maggiore rispetto a quella di tutti gli anni precedenti dal 2018, cioè quest'anno ha anticipato. L'anno in cui, invece, il picco d'incidenza è stato più precoce è stato il 2022 alla settimana 48, mentre nel 2018/19 e nel 2019/20 il picco si è presentato alla settimana 5, cioè a fine gennaio. Nei primi anni della Pandemia di Covid, quindi 2020-2022, sono state registrate meno sindromi influenzali e ciò sembra attribuibile alle concomitanti attività di prevenzione dai contagi Covid.
Le ARI possono essere causate da diversi virus: Virus dell'Influenza A(H1N1) e A(H3N2) e B, SARS-CoV-2, VRS (virus respiratorio sinciziale), Adenovirus, altri Coronavirus diversi da SARS-CoV-2, Bocavirus, Metapneumovirus, Parainfluenza, Rhinovirus; per stimare le diverse percentuali dei virus che sono responsabili delle ARI sono stati raccolti dei campioni – più di un migliaio a settimana – per una tipicizzazione virologica delle infezioni.
Questo permette di stimare anche la percentuale di positività delle ARI al SARS-CoV-2 e questo seguente è l'andamento nelle settimane 42-46 del 2025 confrontate con quelle del precedente anno, iniziate proprio dalla 46.
Con la stima dell'incidenza delle ARI negli assistiti dei medici sentinella e della positività nei campioni virologici, si può azzardare l'incidenza di contagi Covid in Italia. La tabella di calcolo qui utilizzata è la seguente:
Questa stima dell'incidenza di contagi di Covid è molto più ampia dei casi notificati dal sito del Ministero, che sono all'incirca solo un 5%. Si consideri, inoltre, che questi casi stimati con i dati di RespVirNet sono solo casi sintomatici, mentre sicuramente si aggiungono i casi asintomatici oggi impossibili da stimare, ma si ritiene che siano almeno altrettanti rispetto ai sintomatici.
In conclusione, si può ritenere che l'incidenza settimanale di contagi di Covid sia ancora oggi – a metà novembre – attorno all'uno per mille abitanti e, ipotizzando di almeno sette giorni il periodo di positività, anche la prevalenza giornaliera di contagiati di Covid si può ritenere possa ancora essere dell'uno per mille.
Il progetto RespVirNet dell'Istituto Superiore di Sanità è un esempio molto interessante e positivo di come si possa stimare l'incidenza di una patologia non attraverso certificazioni da parte dei malati stessi, bensì attraverso la collaborazione volontaria di alcuni Medici di Medicina Generale, chiamati gergalmente medici sentinella.
Questo programma permetterà di controllare nelle prossime settimane quale sarà la circolazione dei virus e, quindi, anche di valutare le eventuali misure necessarie di sanità pubblica, per un insieme di patologie che si tende a considerare banali, ma che per molti soggetti possono creare gravi conseguenze e comunque comportano un costo sociale molto elevato.